La Maternità Divina di Maria

Una volta, una donna, presa dall’entusiasmo per Gesù, in mezzo alla folla alzò la voce e disse: “Beato il grembo che Ti ha portato e il seno che Ti ha allattato!” Ma Egli disse: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la Parola di Dio e la osservano” (Lc.11,27-28).

Ciò che distingue Maria agli occhi di Gesù non è tanto il fatto che Lei Lo ha concepito e Lo ha allattato, quanto l’avere accolto la Volontà di Dio, dandole vita in se stessa. In teoria, qualsiasi donna avrebbe potuto concepirlo, anche in modo verginale, per opera di Dio (perché no?), ma la vera condizione per poter essere la Madre di Gesù Cristo era avere in sé la stessa Volontà del Padre, la sua Potenza creatrice, la sua Divina Fecondità verginale: essere la perfetta imitatrice del Padre Celeste. Questo, soltanto Maria lo ha avuto e lo ha fatto.

Abbiamo detto che, sebbene lei è pura creatura, la sua Maternità è Divina, non soltanto perché il Figlio è Dio, ma perché in lei il Padre Celeste ha voluto manifestare e comunicare la sua Divina Paternità, la sua Fecondità verginale, la sua Potenza creatrice. E anche per il modo come Maria vive questa sua Maternità e per la sua portata nei confronti di suo Figlio e dei suoi figli.

Parlare di questo e darci notizia è qualcosa che soltanto il Signore poteva fare; è un onore che ha riservato a Sé. Ne parla nell’ultimo capitolo dell’ultimo volume degli scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta, il 28 Dicembre 1938, quasi a indicare che come conclusione del succulento e super-abbondante “Banchetto delle Nozze dell’Agnello”, in 36 volumi o “piatti” meravigliosi, questo capitolo è “il dolce” finale:

“…Ora, figlia mia, ascoltami e prestami attenzione. Voglio dirti una grande sorpresa del nostro Amore e voglio che non ti faccia sfuggire nulla: voglio farti conoscere dove giunse la Maternità della mia Madre Celeste, che cosa fece e quanto le costò e le costa tuttora.

Ora, tu devi sapere che la gran Regina non solo Mi fece da Madre col concepirmi, col darmi alla luce, col nutrirmi col suo latte, col prestarmi tutte le cure possibili che ci vollero alla mia infanzia; ciò non era sufficiente né al suo materno amore né al mio amore di Figlio. Perciò il suo amore materno correva nella mia mente e, se pensieri afflitti Mi affliggevano, stendeva la sua Maternità in ogni mio pensiero, li nascondeva nel suo amore, li baciava, sicché la mia mente Me la sentivo nascosta sotto l’ala materna, che non Mi lasciava mai solo; ogni mio pensiero aveva la mia Mamma che Mi amava e Mi prestava tutte le sue cure materne.

La sua Maternità si stendeva in ogni mio respiro, in ogni mio palpito, e se il mio respiro e palpito era soffocato dall’amore e dal dolore, correva con la sua Maternità per non farmi soffocare dall’amore e per mettere il balsamo al mio Cuore trafitto.

Se guardavo, se parlavo, se operavo, se camminavo, correva per ricevere nel suo amore materno i miei sguardi, le mie parole, le mie opere, i miei passi, li investiva col suo amore materno, li nascondeva nel suo Cuore e Mi faceva da Mamma. Anche nel cibo che Mi preparava faceva scorrere il suo materno amore, sicché Io, mangiandolo, sentivo la sua Maternità che Mi amava. E poi, che dirti quanto sfoggio di Maternità fece nelle mie pene? Non ci fu pena, né goccia di sangue che versai, in cui non sentii la mia cara Mamma. Dopo che mi faceva da Mamma, prendeva le mie pene e il mio sangue e se li nascondeva nel suo materno Cuore per amarli e continuare la sua Maternità.

Chi può dirti quanto Mi amò e quanto la amai? Il mio Amore fu tanto, che non sapevo stare in tutto ciò che feci senza sentire la sua Maternità insieme a Me. Posso dire che Lei correva per non lasciarmi mai, anche nel respiro, ed Io la chiamavo. La sua Maternità era per Me un bisogno, un sollievo, un appoggio alla mia Vita quaggiù.

Ora, figlia mia, ascolta un’altra sorpresa d’amore del tuo Gesù e della nostra Mamma Celeste, perché in tutto ciò che si faceva tra Me e la mia Mamma, l’amore non trovava intoppo, l’amore dell’uno correva nell’amore dell’altro per formare una sola Vita. Or, volendo fare con le creature, quanti intoppi, ripulse ed ingratitudini! Ma il mio Amore non si arresta mai.

Ora tu devi sapere che, come la mia inseparabile Mamma stendeva la sua Maternità dentro e fuori della mia Umanità, così la costituivo e la confermavo Madre di ciascun pensiero di creatura, di ogni respiro, di ogni palpito, di ogni parola, e facevo stendere la sua Maternità nelle opere, nei passi, in tutte le loro pene.

La sua Maternità corre ovunque, nei pericoli di cadere in peccato corre, copre [le creature] con la sua Maternità affinché non cadano e, se sono cadute, lascia la sua Maternità come aiuto e difesa per farle rialzare.

La sua Maternità corre e si stende sulle anime che vogliono essere buone e sante, come se trovasse il suo Gesù in esse, fa da Madre alla loro intelligenza, guida le loro parole, le copre e nasconde nel suo Amore materno, per crescere altrettanti Gesù.

La sua Maternità fa sfoggio sul letto dei morenti e, avvalendosi dei diritti di autorità di Madre, dati da Me, Mi dice con accento così tenero, che Io non posso negarle: “Figlio mio, sono Madre e sono figli miei, devo metterli in salvo. Se ciò non mi concedi, la mia Maternità ne va disotto”. E mentre ciò dice li copre col suo amore, li nasconde nella sua Maternità per metterli in salvo. Il mio Amore fu tanto che le dissi: “Madre mia, voglio che Tu sia la Madre di tutti e ciò che hai fatto a Me, lo farai a tutte le creature.

La sua Maternità si stende in tutti gli atti loro, in modo che vedrò tutti coperti e nascosti nel tuo amore materno”. La mia Mamma accettò e restò confermato che non solo doveva essere Madre di tutti, ma che doveva investire ciascun atto loro col suo amore materno.
Questa fu una delle grazie più grandi che feci a tutte le umane generazioni. Ma quanti dolori non riceve la mia Mamma? Giungono a non voler ricevere la sua Maternità, a disconoscerla, e perciò tutto il Cielo prega, aspetta con ansia che la Divina Volontà sia conosciuta e regni; e allora la gran Regina farà ai figli del mio Volere ciò che fece al suo Gesù e la sua Maternità avrà vita nei figli suoi.

Io cederò il mio posto nel suo Cuore materno a chi vive nel mio Volere; Lei Me li crescerà, guiderà i loro passi, li nasconderà nella sua Maternità e santità; in tutti i loro atti si vedrà impresso il suo amore materno e la sua santità; saranno veri figli suoi, che Mi somiglieranno in tutto… Ed oh,come amerei che tutti sapessero che chi vuol vivere nel mio Volere ha una Regina e una Madre potente, che supplirà a ciò che loro manca, li crescerà nel suo grembo materno ed in tutto ciò che faranno starà insieme con loro, per modellare gli atti loro ai suoi, tanto che si conoscerà che sono figli cresciuti, custoditi, educati dall’amore della Maternità della Mamma mia, e questi saranno quelli che la renderanno contenta, e saranno la sua gloria ed il suo onore.”

Queste parole di Gesù si appoggiano su quelle altre che Egli disse nel Vangelo: “Mio cibo è fare la Volontà di Colui che Mi ha inviato e compiere la sua opera” (Gv.4,3-4). Per Gesù, la Volontà del Padre è il cibo, è il respiro, è la vita. E così come la riceve incessantemente dal Padre (“Il Padre, che ha la Vita, ha mandato Me ed Io vivo per il Padre”, Gv.6,57), per il fatto di essersi incarnato in Maria riceve la stessa Vita –la Volontà del Padre– incessantemente da Lei.

Gesù non l’ha esclusa in nessuna cosa. Non era necessario che Maria si trovasse fisicamente presente accanto al Figlio; era sempre spiritualmente presente in quanto Madre, dal momento che vivevano di un solo Volere Divino, nel quale Maria prendeva parte attiva in ogni cosa voluta dal Padre. Perciò Gesù non ha fatto niente –nessun passo, nessun miracolo, nessun insegnamento, nessun perdono, nessun sacramento– senza chiedere alla Mamma il suo consenso, anzi, la sua piena condivisione e partecipazione, anzi, l’ordine di farlo secondo voleva il Padre. Gesù è stato sempre figlio di Ubbidienza e Maria Madre di Ubbidienza.

Per questo Maria non è soltanto “la Madre di Gesù” (secondo il nostro concetto di “madre”), ma è la Madre di ogni pensiero di Gesù, di ogni suo palpito e respiro, di ogni sua parola, di ogni sua opera e passo; è la Madre di ogni sacramento, Madre dell’Eucaristia, Madre di ogni miracolo, Madre di ogni insegnamento, Madre di ogni grazia, di ogni pena di Gesù, di ogni goccia del suo Sangue, Madre di tutta l’opera della Redenzione, Madre della Risurrezione! Madre non per un titolo onorifico, ma in effetti, ben sapendo Lei che in ogni istante, per ogni cosa, suo Figlio aveva stabilito avere bisogno di Lei, della sua Maternità Divina, del suo “sì”, del suo “Fiat”

Il “Fiat” di Maria non si limitò al momento dell’Incarnazione: doveva essere ripetuto incessantemente in tutta la sua vita. Non esiste una sola pagina del Vangelo, una sola parola di esso, che non sia frutto benedetto dello Spirito Santo e del “Fiat” di Maria. Ecco perché tutta la Vita di Gesù, che nasce dal “Fiat” di Maria, è contenuta in Maria, è sua! E Lei può disporre di Essa senza limiti, per formarla nei suoi figli, i membri del Corpo Mistico di suo Figlio. Per questo è Mediatrice di tutta la Grazia, quindi Mediatrice di tutta la Volontà del Padre (la Vita) per darla ai figli, come l’ha data al Figlio!

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