L’Annunciazione a Maria e l’Incarnazione del Verbo

La festa dell’Annunciazione a Maria e dell’Incarnazione del Figlio di Dio, il Verbo eterno, quest’anno si celebra il lunedì 8 Aprile. Essa è la prima festa in assoluto. Ma chi è il Verbo? Nel Credo diciamo: “Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre”. La prima parola che Dio disse fu Fiat Lux”, “Sia fatta la Luce”.

La stessa parola disse la SS. Vergine: Fiat mihi”, “Sia fatto in me”. Dio ha fatto dipendere tutto da questa risposta della SS. Vergine. Il Progetto Divino parte dall’Incarnazione del Figlio di Dio e perciò dall’Annunciazione a Maria e dal suo Fiat”.

Dio non aveva bisogno di niente né di nessuno. Tutto quello che fa è per dare sfogo al suo Amore. Dipendendo dal mistero divino dei rapporti tra le Tre Divine Persone (la generazione del Figlio e la “processione” dello Spirito Santo), la prima decisione eterna del loro Volere è stata l’Incarnazione del Verbo, Nostro Signore Gesù Cristo, a motivo della quale, insieme con Lui è stata eternamente voluta e concepita, in mezzo alle Tre Divine Persone, Colei che doveva essere sua Madre, la SS. Vergine.

Da Lei tuttavia Dio ha fatto dipendere l’Incarnazione del Figlio di Dio. Maria è stata sempre perfettamente libera nella sua risposta a Dio. Dio si è “giocato” tutto con la libera risposta di Maria, una risposta di puro amore, la sola risposta degna di Dio. Senza di Lei non sarebbe venuto al mondo Gesù Cristo, non avremmo avuto il Redentore né la Redenzione, senza di Lei non ci sarebbe stata nemmeno una pagina del Vangelo. Anzi, siccome doveva dipendere la nostra esistenza e quella di tutto quanto esiste dall’Incarnazione del Verbo Divino, ne consegue che Dio ha fatto che la stessa esistenza della Vergine e di tutti noi dipendesse dal “sì” divino di Maria.

Quando celebriamo l’Annunciazione a Maria e quindi la venuta al mondo del Figlio di Dio, possiamo dire che celebriamo la nostra origine, la nostra esistenza, perché nell’atto eterno e allo stesso tempo storico dell’Incarnazione siamo stati concepiti, ha concepito con Lui le nostre anime, come qualcosa di suo, come sue membra delle quali Gesù Cristo è il Capo. Nell’incarnarsi ha concepito, come suo Corpo Mistico, tutte le anime, e –tranne l’anima immacolata e santa di sua Madre– ognuno di noi abbiamo apportato la nostra situazione di peccato con tutte le conseguenze di debolezza, di dolore e di morte. Nell’incarnarsi, Gesù si è fatto carico di tutto e ha risposto perfettamente al Padre a nome di noi tutti: “Entrando nel mondo, Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: Ecco, io vengo poiché di me sta scritto nel rotolo del libroper fare, o Dio, la tua Volontà” (Ebrei 10,5-7).

E non a caso, tutto ciò che Luisa ha scritto inizia nel suo primo volume con “la Novena del Natale”, dove Gesù le dice: “Figlia mia, poggia la tua testa sul seno della mia Mamma; guarda fin dentro di esso la mia piccola Umanità. Il mio Amore mi divorava; gli incendi, gli oceani, i mari immensi dell’Amore della mia Divinità m’inondavano, m’incenerivano, alzavano tanto le loro vampe che si alzavano e si estendevano ovunque, a tutte le generazioni, dal primo all’ultimo uomo, e la mia piccola Umanità era divorata in mezzo a tante fiamme. Ma sai tu che cosa il mio Eterno Amore mi voleva far divorare? Ah, le anime! E allora fui contento, quando le divorai tutte, restando con Me concepite. Ero Dio: dovevo operare da Dio, dovevo prendere tutte; il mio Amore non mi avrebbe dato pace, se avessi escluso qualcuna… Ah, figlia mia, guarda bene nel seno della mia Mamma; fissa bene gli occhi nella mia Umanità concepita e vi troverai l’anima tua concepita con Me, le fiamme del mio Amore che ti divorarono…” “Ogni anima concepita mi portò il fardello dei suoi peccati, delle sue debolezze e passioni, e il mio Amore mi comandò di prendere il fardello di ciascuna; e non solo le anime concepii, ma le pene di ciascuna, le soddisfazioni che ognuna di esse doveva dare al mio Celeste Padre. Sicché la mia Passione fu concepita insieme con Me.

Incarnandosi in Maria, Gesù ha concepito con Sé tutte le anime come suo Corpo Mistico e si è fatto carico delle colpe e delle pene di ogni creatura. Fin d’allora iniziò la sua Passione e fu crescendo, fino a “traboccare” esternamente l’ultimo giorno della sua vita, nella Passione che Gli fecero soffrire gli uomini. Tutta quest’opera di Redenzione ha voluto farla con sua Madre. Il suo amore di Figlio non Gli ha permesso di escluderla da nessuna cosa fatta da Lui; ha voluto il “sia fatto”, il “Fiat” di Maria insieme al suo, per nascere, per vivere, per morire e anche per risorgere.

Maria non è per tanto la Madre di Gesù solo per nove mesi, né solo per la durata della sua infanzia, ma per tutta la sua vita. In tutto e in ogni istante Gli ha dato la vita. Non solo è stata spettatrice, ma collaboratrice e Madre di ogni insegnamento di Gesù, di ogni suo miracolo, di ogni perdono dato, di ogni sacramento istituito, di ogni sua preghiera, di ogni sua lacrima, di ogni goccia del suo Sangue versata (che Lei gli aveva dato)… Madre dell’Eucaristia, Madre della Risurrezione…, Madre  del suo Trionfo, Madre del Redentore, Madre del Re dei re!

Il ruolo di Maria non si esaurisce nell’aver concepito e dato alla luce il Figlio di Dio. La sua Maternità Divina si stende a tutto il suo Corpo Mistico, per fare per ognuno di noi ciò che ha fatto per suo Figlio. Così, “quando venne la pienezza del tempo Dio mandò il suo Figlio, nato dalla Donna, nato sotto la Legge, per riscattare coloro che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli” (Gal 4,4-5)

Lei ci ha concepiti nel suo Cuore materno Immacolato insieme con suo Figlio e ci ha dato alla luce con dolore immenso, sotto la Croce. E come Gesù ha risposto al Padre a nome di tutti noi (“eccomi, o Padre, che vengo per fare la tua Volontà”), così Maria ha risposto all’Annuncio dell’Angelo, e si è fatta portavoce e rappresentante di tutta l’umanità e di tutte le creature: “eccomi, sono la Serva del Signore, sia fatta in me la tua Volontà”. E noi solo così possiamo prendere parte a questo trionfo dell’Amore Divino, a questo trionfo del Cuore Immacolato di Maria, accogliendo come Lei nel nostro cuore il Dono del Padre, l’Incarnazione del Figlio di Dio. In noi vuole rinnovare la sua Venuta nel mondo, il prodigio della sua Incarnazione e della sua Vita. Perciò ognuno di noi dica con Gesù e Maria: “eccomi, sono figlio della Serva del Signore, sia fatta in me la tua Volontà; eccomi, o Padre, che vengo per fare la tua Volontà”. Il pieno compimento del Progetto Divino deve avvenire ugualmente in noi, con il nostro “Fiat”, “come in Cielo così in terra”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *