“Vita e morte si sono affrontate in un prodigioso duello”

Stiamo meditando, specialmente in questi giorni, la Passione del Signore, con la “Via Crucis”, con “le Ore della Passione”, nei misteri dolorosi del Rosario, ecc., e molti si fermano nel fatto “esterno” storico della Passione di Gesù. Ma quello fu il traboccare della Passione interiore che Egli ha vissuto fin dal primo istante della sua Vita, fin dall’Incarnazione.

E allora pensiamo a come gli astronauti possono contemplare la Terra dalla loro navicella. Ad una distanza sufficiente la possono vedere intera: una sfera, il nostro pianeta… Laggiù, milioni di esseri umani, attualmente più di 7000 milioni (sette miliardi), affannati, ognuno con la propria storia, grande o piccola, ognuno con la propria lotta, con le sue fatiche, i suoi progetti, le sue angustie, la propria croce (anche se non è cristiano, oppure è ateo)… e il dramma del suo destino eterno, che momento per momento va decidendo, va concretizzandosi…

Ma occorre considerare che laggiù, sulla Terra, in questo puntino assolutamente insignificante “sperduto dell’immensità dell’universo”, stanno succedendo tragedie inimmaginabili, lotte tremende, sofferenze inaudite, anche se grazie a Dio non mancano eroismi e gesti straordinari di generosità, di amore e di bontà…

E pensare che, appena a pochi metri sotto la sua superficie, più o meno disfatti nella polvere giacciono altri miliardi di esseri umani che vissero sulla stessa Terra, o, per meglio dire, i loro corpi, mentre invece il loro spirito immortale è ormai assegnato al proprio destino eterno: quanti di loro si saranno salvati grazie alla Redenzione? Quanti invece, malgrado la Redenzione, si saranno dannati per sempre? Questa è la vera definitiva tragedia, che non ammette confronti!

Che ne è dei loro sogni, delle loro ambizioni, dei loro esiti e dei loro fallimenti? Cercavano la felicità, l’immortalità, qualche soddisfazione, come ogni essere umano? Che hanno lasciato sulla Terra, ai loro posteri? “Vanità delle vanità”. Veramente la vita si riassume e concretizza in un punto definitivo di Luce o di tenebre. Quaggiù, il gioire o il patire non è ancora “sul serio”. Sul serio viene dopo questa vita.

Sono tutte le generazioni che, dal nostro punto di vista che è il tempo, appartengono al passato. Ma davanti a Dio tutti siamo assolutamente presenti, dal primo padre Adamo fino all’ultimo uomo che vivrà alla fine del mondo, quando Dio dichiarerà compiuta la storia. Quanti miliardi di esseri umani, creati da Dio per l’immortalità, per la Vita eterna? Da quelle creature che non sono andate oltre la loro tappa iniziale di embrioni e quelli morti oppure uccisi ancora prima di nascere, fino a quelli che hanno raggiunto eccezionalmente età di secoli, come attesta la Parola di Dio riguardo alle prime generazioni.

Ora, proviamo a calcolare quanti saranno stati i giorni della vita di ogni uomo, e quante le ore, e i minuti, e gli istanti… Quanti saranno i battiti di ogni cuore, e quanti i respiri, e i movimenti, e i pensieri, e i desideri, e le parole… ecc. di ogni essere umano?

Ebbene: Gesù Cristo, il Figlio di Dio fattosi Uomo, Lui, il Motivo, l’Autore e il Destinatario di tutto quanto esiste, il vero Capo del genere umano, contempla tutto questo “panorama” dell’intera umanità, dall’inizio alla fine, in ogni particolare, in ogni minimo atto di esistenza, perché Gli appartiene, perché tutto da Lui dipende, perché tutto e tutti siamo collegati a Lui.

Immaginiamo come, dalla Mente di Gesù, parte come “un raggio” di sole che collega con Lui la mente di ogni creatura e dà vita ad ogni pensiero. E così, dal suo Cuore un altro “raggio” di luce lo collega ad ogni cuore e dà vita ad ogni palpito… La stessa cosa, dai suoi occhi, dalla sua bocca, dalle sue mani, insomma da tutto il suo Essere, dalla sua Umanità dipende in tutto e per tutto la nostra. Quei “raggi” di Sole, di Luce, sono in realtà di AMORE…

Veramente ognuno di noi è per Gesù come un suo piccolo fratellino “gemello”, anzi, “siamese”! Inseparabilmente uniti a Lui. Chi si separa da Lui muore. Anzi, no, la nostra esistenza non dipende da noi, ma sì la nostra vita. Chi da Lui si separa continua a esistere in uno stato orribile di morte. E a Lui Gli fa sentire questa pena della morte, questo strappo crudele, a Lui che è la Vita.

Quel raggio di Luce e di Amore che parte da Gesù e raggiunge ognuno di noi ci dà l’esistenza, istante per istante. Tutto è Amore che per giustizia chiede risposta d’amore, perché tutto ciò che esce da Dio deve ritornare a Dio. E Dio ci ha fatti come dei piccoli specchi, nei quali vuole vedere il riflesso fedele del suo Volto di Luce, piccoli specchi nei quali vuole “bilocarsi”, in un certo modo “incarnarsi”, trasformarli in piccoli “soli”. “Partecipi della Natura Divina”, dice San Pietro. “Voi siete Dei”, dice pure la Scrittura. In questo modo lo vuole fare. Amore si paga con amore. E che può dire lo specchietto al Sole? “Ti amo”. “Ti amo, perché Tu per primo eternamente mi hai amato. Ti amo, con il tuo stesso raggio d’Amore”.

E allora, comprendiamo che cosa significa per Gesù, per Dio, questo ricambio di amore che Gli viene negato? Che ingiustizia, che dolore??? Ecco da dove proviene la sua Passione!

Si comprende allora come l’essenza della Redenzione non è tanto l’aver pagato Gesù il debito di ogni creatura con la sua stessa Giustizia Divina, quanto il re-incorporare a Sé “…per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi” (Gv 11,52).

Quel vuoto d’amore, quei vuoti d’amore, qualcuno li deve riempire: dobbiamo riempirli, facendo nostro il suo stesso Amore! È infinito, è tutto a nostra disposizione!

 

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