La Bibbia: “una lettera d’amore” che Dio, nostro Papà del Cielo, ha scritto per noi
Che cosa è la Bibbia?
Possiamo considerarla come “una lettera d’amore” che Dio, nostro Papà del Cielo, ha scritto per noi, “affinché abbiamo Vita, e l’abbiamo in abbondanza” (Gv. 10,10). La Bibbia o Sacra Scrittura contiene la Rivelazione di Dio. In essa, Dio si manifesta e si comunica a noi, per stabilire con noi rapporti d’amore e darci la sua Vita. Dio rivolge a noi la Sua Parola con il linguaggio accessibile a noi, un linguaggio umano variopinto, affinché noi impariamo, poco alla volta, il Suo linguaggio divino.
Qual è la finalità della Bibbia?
Scrive San Paolo al suo discepolo Timoteo: “…Fin dall’infanzia conosci le Sacre Scritture: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in Gesù Cristo. Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia [alla santità], perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona”. (2 Tim. 3,15-16).
Di Chi parla la Bibbia?
“Voi scrutate le Scritture –dice Gesù ai Giudei– credendo di avere in esse la Vita eterna; ebbene, sono proprio esse che Mi rendono testimonianza… Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a Me, perché di Me egli ha scritto. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?” (Gv. 5,39.46-47)
L’attenzione degli studiosi della Bibbia si è centrata praticamente nei cosiddetti “generi letterari”, nei vari documenti o tradizioni che i diversi libri conterrebbero, nei problemi di chi sia l’autore o autori e dove e quando siano stati scritti. Tali questioni, pur essendo autentiche e valide, sono senz’altro secondarie. La prima questione è molto più semplice e necessaria: riguarda la semplice conoscenza del testo della Sacra Scrittura e la sua immediata lettura. È in questo modo, che Gesù e gli Apostoli fanno dei riferimenti o citazioni dell’Antico Testamento nel Nuovo Testamento.
Come si deve leggere o intendere la Bibbia?
QUALI SONO I SENSI POSSIBILI della sua lettura, da applicare nei vari casi?
–Il senso letterale, di regola. Il contrario di “letterale” è “figurato, metaforico”. Una cosa è leggere brani storici (quantunque si tratti molte volte di modi di tramandare la storia molto diversi dai modi nostri di oggi), e un’altra è leggere le parabole di Gesù oppure le immagini a cui ricorrono i Profeti.
–Il senso letterale storico.
–Il senso letterale, sì, ma non sempre materiale; anzi, molte volte soltanto nel senso della realtà spirituale. Allo stesso modo come il Verbo Incarnato, Gesù Cristo, l’Uomo-Dio, ha istituito i Sacramenti, dotandoli di una realtà sensibile e materiale e di un’altra realtà invisibile e spirituale (soprannaturale), e così come le realtà materiali della Creazione sono ombra fedele ed espressione delle realtà soprannaturali o spirituali, così il senso letterale materiale della Sacra Scrittura è (quando esso è possibile) inseparabile del corrispondente senso spirituale.
San Paolo dice: “Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che Lo amano. Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato. Di queste cose noi parliamo, non con un linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. L’uomo naturale però non comprendere le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito. L’uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno” (1 Cor. 2,9-15).
– Il senso letterale, ma ben sapendo che il linguaggio che adopera è il linguaggio comune, basato sulla esperienza comune dei sensi.
– Altre volte, il senso allegorico (come quando Gesù dice di essere Lui “la Vite” e noi “i tralci”).
– Altre volte, ancora, il senso “tipico” (inteso come relativo ad una persona-tipo o modello esemplare. Così, Giona inghiottito dal pesce è figura di Cristo morto e risorto il terzo giorno).
– Altre volte, infine, il senso “mistico” (cioè, in riferimento ad una realtà o cosa raffigurata spesso da una persona. Così, “la sposa” del Cantico dei cantici, è figura dell’anima innamorata di Cristo).
– E tutto ciò deve essere sempre d’accordo con il senso che ne dà la Chiesa: quando riguarda le verità di Fede o della Legge morale, l’interpretazione deve essere sempre coerente con i dati della Fede rivelati nella stessa Sacra Scrittura; e quando è stato precisato dal Magistero della Chiesa o dal criterio unanime dei Santi Padri.
Così, per esempio, la Chiesa insegna il carattere letterale storico della GENESI, in concreto i primi undici capitoli (le origini del mondo e dell’uomo). Rimane aperta la questione di come interpretarli, rispetto al senso spirituale (soltanto?) o anche (e fino a che punto?) in senso materiale.
Perché ci interessa la Bibbia?
Gli esegeti sono coloro che studiano i testi della Bibbia, come sono stati redatti o formati e analizzano le parole, per dedurre da tutto ciò come si formò la Bibbia, come fu scritta, quali autori umani ha avuto, quali sono i generi letterari presenti in essa, i vari manoscritti e altre questioni in rapporto con la scienza, con l’archeologia, ecc. Per così dire, li passano ai raggi X. Altri li esaminano dal punto di vista della storia, dell’archeologia, della cultura, dell’arte, ecc. A noi non interessa tanto sapere tutte queste cose, anche se possono essere utili, quanto, in realtà, l’utilità spirituale: “Le mie parole sono spirito e vita”, dice il Signore (Gv. 6,63). “Queste cose, dice San Giovanni, sono state scritte perché crediate che Gesù è il Cristo e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome” (Gv. 20,31).
Conosciamo la Bibbia?
Piccolo corso iniziale per comprendere le fondamenta della nostra Fede.
Per poter leggere è necessario il Libro. Ma basta il libro senza gli occhi? E bastano gli occhi senza la Luce? E si può avere la Luce senza la Lampada? E la Lampada darebbe luce senza l’Elettricità?
Se il Libro è la Sacra Scrittura, e “gli occhi” sono la buona volontà, “la Luce” è la Fede che ci trasmette “la Lampada”, cioè la Chiesa, accesa dall’Amore Divino, che è lo Spirito Santo.
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