Come si alimenta la vita della Divina Volontà?

Si alimenta con la conoscenza: per questo il Signore ha voluto che Luisa scrivesse durante 40 anni e più. Se non leggiamo e rileggiamo i suoi Scritti, masticandoli bene –oltre alla Parola di Dio che è la base– questa vita della Divina Volontà in noi non si forma.

Dalla conoscenza prende vita la preghiera e gli stessi Sacramenti allora danno frutto. Prima s’incomincia chiamando la Volontà Divina ad essere la protagonista e la vita di alcuni atti nostri, che in questo modo si cambiano in atti divini (“Vieni, Divina Volontà, a fare questo o l’altro in me…”, ecc.) E per questo è sufficiente “l’atto preventivo” all’inizio del giorno, anche se conviene che diventi “atto attuale”: “tutti e due sono necessari: il preventivo dà la mano, dispone e forma il piano all’attuale; l’attuale conserva e allarga il piano del preventivo” (27-05-1922).

È questione di intenzione e di attenzione.

Dopo si passa a condividere i momenti della vita di Gesù e di Maria (per esempio, nei misteri del S. Rosario o nelle Ore della Passione), facendo nostri quei momenti. Si tratta di conoscere la nostra preziosissima Eredità, ripercorrendola (è infinita!) per prenderne possesso, per porre la nostra firma dove Dio ha messo la Sua, il nostro piccolissimo e doveroso atto di riconoscenza, di adorazione, di ringraziamento e di amore dove Dio ha messo il Suo, il nostro “FIAT” nel suo “FIAT” infinito, eterno, divino. Ecco il perché di quel “girare” nella Divina Volontà, profeticamente annunciato nel libro di Giosuè, cap. 6; e ricordiamo Chi è “l’Arca dell’Alleanza”, Maria, e chi è “la Tromba”, Luisa, secondo le dice il Signore: “Sii attenta, figlia mia, tu sarai la portavoce, la tromba per chiamarli e riunire questa generazione, tanto a Me prediletta e sospirata” (27-10-1922):

“Gerico era saldamente sbarrata dinanzi agli Israeliti; nessuno usciva e nessuno entrava. Disse il Signore a Giosuè: «Vedi, io ti metto in mano Gerico e il suo re. Voi tutti prodi guerrieri, tutti atti alla guerra, girerete intorno alla città, facendo il circuito della città una volta. Così farete per sei giorni. Sette sacerdoti porteranno sette trombe di corno d’ariete davanti all’arca; il settimo giorno poi girerete intorno alla città per sette volte e i sacerdoti suoneranno le trombe. Quando si suonerà il corno dell’ariete, appena voi sentirete il suono della tromba, tutto il popolo proromperà in un grande grido di guerra, allora le mura della città crolleranno e il popolo entrerà, ciascuno diritto davanti a sé».

Giosuè, figlio di Nun, convocò i sacerdoti e disse loro: «Portate l’arca dell’alleanza; sette sacerdoti portino sette trombe di corno d’ariete davanti all’arca del Signore». Disse al popolo: «Mettetevi in marcia e girate intorno alla città e il gruppo armato passi davanti all’arca del Signore». Come Giosuè ebbe parlato al popolo, i sette sacerdoti, che portavano le sette trombe d’ariete davanti al Signore, si mossero e suonarono le trombe, mentre l’arca dell’alleanza del Signore li seguiva; l’avanguardia precedeva i sacerdoti che suonavano le trombe e la retroguardia seguiva l’arca; si procedeva a suon di tromba. Al popolo Giosuè aveva ordinato: «Non urlate, non fate neppur sentire la voce e non una parola esca dalla vostra bocca finché vi dirò: Lanciate il grido di guerra, allora griderete». L’arca del Signore girò intorno alla città facendo il circuito una volta, poi tornarono nell’accampamento e passarono la notte nell’accampamento.

Di buon mattino Giosuè si alzò e i sacerdoti portarono l’arca del Signore; i sette sacerdoti, che portavano le sette trombe di ariete davanti all’arca del Signore, avanzavano suonando le trombe; l’avanguardia li precedeva e la retroguardia seguiva l’arca del Signore; si marciava a suon di tromba. Girarono intorno alla città, il secondo giorno, una volta e tornarono poi all’accampamento. Così fecero per sei giorni. Al settimo giorno essi si alzarono al sorgere dell’aurora e girarono intorno alla città in questo modo per sette volte; soltanto in quel giorno fecero sette volte il giro intorno alla città. Alla settima volta i sacerdoti diedero fiato alle trombe e Giosuè disse al popolo: «Lanciate il grido di guerra perché il Signore mette in vostro potere la città.

Dove dobbiamo girare? Come dobbiamo girare?

Dobbiamo girare “nel seno del Padre”, nel suo Cuore, nella sua Volontà, altrimenti non troviamo niente. A questo proposito, pensiamo allo schema più semplice di un motore: c’è un primo componente, fisso, immovile, nell’interno del quale (“nel suo seno”) c’è un secondo componente più piccolo che “gira” perché entrambi componenti sono circondati, abbracciati da un filo elettrico che è il terzo elemento del motore. Non ci ricorda forse il mistero delle Tre Divine Persone?

Cosa troviamo “nel seno del Padre”? I Decreti eterni del suo Volere, in primo luogo il Figlio: “Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, Lui lo ha rivelato” (Gv 1,18), e con il Verbo Incarnato, inseparabilmente unita, sua Madre, Maria. Quindi, a partire da loro due, le tre Opere Divine “ad extra”: la Creazione, la Redenzione e la Santificazione. Ecco la nostra Eredità, il nostro Regno!

Gesù parla di “far girare” gli atti fatti nel suo Volere nella ruota interminabile dell’Eternità, perché diventino vita, luce e calore di tutti, e dice a Luisa:

“Non hai detto tutti i giri che fa la rotella della tua volontà nella gran ruota dell’Eternità”.

Ed io: “Come potevo dirli, se non lo so?” E Lui: “Come l’anima entra nella mia Volontà, e anche una semplice adesione, un abbandono, io le do la corda per farla girare. E sai quante volte gira? Gira per quante intelligenze pensano, quanti sguardi danno le creature, quante parole dicono, quante opere e quanti passi fanno. Girano ad ogni atto divino, ad ogni moto, ad ogni grazia che dal Cielo scende… Insomma, in ciò che si fa in Cielo e in terra, loro formano il giro. I giri di queste rotelle sono veloci, rapidi, sicché sono incalcolabili a loro stesse, ma io li numero tutti; prima, per prendermi la gloria, l’amore eterno che Mi danno, e poi per fondere tutto il bene eterno, per dar loro la capacità di farli sorpassare tutto, per poter abbracciare tutti e farsi corona di tutto”. (04-02-1922, ultimo capitolo del Vol. 13°).

Dopo quasi 33 anni Gesù ha completato la formazione di Luisa come un’altra sua Umanità, e a questo punto lei può attuare come l’Umanità di Gesù, perché “vivere nella Divina Volontà” è vivere con Gesù la sua stessa vita interiore. E non solo è vivere la vita interiore di Gesù, ma dare con Lui vita al suo Corpo Mistico. E le dice:

“Io d’ora in poi darò a tutti i tuoi atti, fatti nel mio Volere, virtù di essere circolazione di vita per tutto il Corpo Mistico della Chiesa. Come circolazione di sangue nel corpo umano, i tuoi atti, estesi nell’immensità del mio Volere, si estenderanno su tutti e copriranno come pelle queste membra, dando loro la debita crescita” (11-01-1922).

Gesù le dice come deve far passeggiare tutti i suoi atti, pensieri, parole, opere, ecc., nel suo Volere: “La tua via è lunghissima, è tutta l’Eternità che devi percorrere” (20-01-1922).

Siamo alla fine del 13° Volume. Finito questo periodo, sta per iniziare uno nuovo, è ormai tempo di attuare: “Per ora l’incisione l’ho fatta, il suggello l’ho messo; poi penserò a svolgere ciò che ho fatto” (02-02-1922). Solo adesso Gesù incomincia a parlare di far girare gli atti fatti nel suo Volere nella ruota interminabile dell’Eternità, per diventare vita, luce e calore di tutti.

Fin qui abbiamo trovato il “fare”, “operare nel Divin Volere”, “entrarvi”, “vivere in Esso”; d’adesso in poi sarà “girare” nella gran ruota dell’Eternità. Col fondersi nel Divin Volere, la creatura forma la sua vita in Esso e viene a possedere l’Atto continuo di Gesù, per fare insieme a Lui ciò che Egli fa (Vol. 14°, 28-03-1922):

“Tutta la mia mira su di te non era la santità umana, sebbene era necessario che prima facessi le cose piccole in te, e perciò tanto Mi dilettavo. Ora, avendoti fatto passare oltre e dovendoti far vivere nel mio Volere, vedendo la tua piccolezza, il tuo atomo, abbracciare l’Immensità per darmi per tutti e per ciascuno amore e gloria, per ridarmi tutti i diritti di tutta la Creazione, questo Mi diletta tanto, che tutte le altre cose non Mi danno più gusto” (06-06-1922).

“Figlia mia, elevati, elevati di più, ma tanto, da giungere nel seno della Divinità; fra le Divine Persone sarà la tua vita. Vedi, per farti giungere a questo ho formato la mia Vita in te, ho racchiuso il mio Volere eterno in ciò che tu fai e vi scorre in modo meraviglioso e sorprendente, ed il mio Volere è agente in te in continuo atto immediato. Ora, dopo aver formato la mia Vita in te, col mio Volere agente in te, nei tuoi atti, il tuo volere è restato inzuppato, trasfuso, in modo che il mio Volere tiene una Vita sulla terra. Ora è necessario che ti elevi e porti con te la mia Vita, il mio Volere, onde dopo scenderai di nuovo sulla terra portando la potenza e i prodigi del mio Volere… Ciò sarà il principio che il mio Regno venga sulla terra e che il mio Volere abbia l’ultimo compimento” (10-07-1922).

“Non c’è cosa che ho fatto che non abbia per primo scopo che l’uomo prenda possesso del mio Volere ed Io del suo. Nella Creazione fu questo il mio primo scopo. Nella Redenzione lo stesso. I Sacramenti istituiti, le tante grazie fatte ai miei santi, sono stati semi, mezzi per far giungere a questo possesso del mio Volere. (…) Da questo solo puoi conoscere che è la cosa più grande, la più importante, quella che più Mi interessa, il vivere nel mio Volere: dai tanti preparativi che l’hanno preceduta” (11-09-1922).

“Non finiranno le generazioni se non ritorna l’uomo nel mio seno, bello, dominante, come uscì dalle mie mani creatrici. Non sono contento di averlo redento; anche a costo di aspettare, avrò pazienza ancora, ma deve ritornare a Me come lo feci, in virtù della mia Volontà. Col fare la sua volontà scese nell’abisso e si trasformò in bruto; col fare la mia Volontà salirà e acquisterà la nuova trasformazione nella natura da Me creata, e allora potrò dire: Tutto ho compiuto, l’ordine di tutta la Creazione Mi è ritornato e Mi riposerò in essa” (11-11-1922).

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