Una piccola lezione di preghiera nella Divina Volontà

Qui riportiamo alcune preghiere che si trovano nel­le pagine dei volumi di Luisa e che sono il suo modo spontaneo di pregare. A noi servono come lezione e modello di preghiera nella Divina Volontà e di rap­porto con Gesù.

“Dolcissimo Amor mio, Vi offro questi movimenti del mio corpo che Voi stesso mi avete dato e tutti gli altri che posso fare io per il solo fine di piacervi e glorificarvi. Ah, sì! Vorrei anche che i movimenti delle palpebre dei miei occhi, delle mie labbra e di tutta me stessa fossero fatti al solo fine di piacere a Voi solo. Fate, o buon Gesù, che tutte le mie ossa, i miei nervi, risuonassero tra loro e a chiare voci Vi attestassero il mio amore”.  (Vol. 3°, 06.11.1899).

“Volete qualche riparazione? Facciamola insieme; così le mie riparazioni unite alle vostre avranno i loro effetti, che da me sola credo che Vi disgusterebbero di più”.

Così ho preso la sua mano, grondante sangue, e baciandola ho recitato il “Laudate Dominum” col “Gloria Patri”, Gesù una parte ed io l’altra, per riparare le tante opere cattive che si commettono, mettendo l’intenzione di tante volte lodarlo per quante offese riceve per le cattive opere. Come era commovente veder pregare Gesù! E poi ho seguitato a fare lo stesso all’altra mano, mettendo l’intenzione di tan­te volte lodarlo per quante offese riceve per i peccati di causa. Indi i piedi, con l’intenzione di tante volte lodarlo per quanti passi cattivi e per (le) tante vie storte battute, anche sotto l’aspetto di pietà e santità. (Per) ultimo il cuore, con l’intenzione di tante volte lodarlo per quante volte il cuore umano non palpita, non ama, non desidera Dio. Il mio diletto Gesù pareva tutto ristorato con queste ripara­zioni fatte insieme con Lui.  (Vol. 4°, 05.01.1901).

“Ah, Signore, (per) quante gocce di sangue e lacrime versa­ste, quante spine soffriste, quante ferite sosteneste, tanta gloria intendo darvi per quanta gloria dovrebbero darvi tutte le creature, se non ci fosse il peccato di superbia, e tante grazie intendo chiedervi per tutte le creature, per fare che questo peccato si distrugga”… “Signore, tutta quella gloria che le creature dovrebbero darvi con la bocca e non vi danno, io intendo darvela con la mia ed impetro (per) loro di fare buono e santo uso della bocca, unendomi sempre con la stessa bocca di Gesù”.  (Vol. 4°, 9 e 10.09.1901).

Ora ricordo che una notte stavo facendo l’adorazione al mio Crocifisso Gesù e Gli dicevo: “Amor mio, nel tuo Volere trovo tutte le generazioni, ed io, a nome di tutta l’u­mana famiglia, Ti adoro, Ti bacio, Ti riparo per tutti. Le tue piaghe, il tuo sangue lo do a tutti, affinché tutti trovino la loro salvezza. E se le anime perdute non possono più frui­re del tuo SS. Sangue né amarti, lo prendo io per loro, per fare ciò che dovrebbero far loro. Il tuo Amore non voglio che resti defraudato in nulla da parte delle creature;  per tutti voglio supplire, ripararti, amarti, dal primo fino all’ultimo uomo…”

Mentre ciò dicevo ed altro, il mio dolce Gesù mi stese le braccia al collo e, stringendomi tutta, mi disse: “Figlia mia, eco della mia Vita, mentre tu pregavi, la mia Miseri­cordia si raddolciva e la mia Giustizia perdeva l’asprezza, e non solo nel tempo presente, ma anche nel tempo futuro, perché la tua preghiera rimarrà in atto nella mia Volontà e, in virtù di essa, la mia Misericordia raddolcita scorrerà più abbondante e la mia Giustizia sarà meno rigorosa. Non solo, ma sentirò la nota dell’amore delle anime perdute, ed il mio Cuore sentirà verso di te un amore di speciale tene­rezza, nel trovare in te l’amore che mi dovevano queste anime, e verserò in te le grazie che tenevo prepara­te per loro”.  (Vol. 12°, 06.12.1919).

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