Nella Divina Volontà l’anima deve morire a tutto per risorgere a Vita Divina
Per accogliere il Dono della Divina Volontà, occorre darsi a Gesù e fare in tutto il suo Volere (20-03-1912). Nella Divina Volontà l’anima deve morire a tutto, come in una tomba, chiusa dall’Amore, per risorgere a Vita Divina:
Gesù a Luisa: “Figlia mia, che c’è? Vuoi perdere il tempo? Vuoi uscire dal tuo nulla? Mettiti al tuo posto, al tuo nulla, affinché il Tutto possa tenere il posto in te. Sappi però, che tutta devi morire nella mia Volontà: al patire, alle virtù, a tutto. Il mio Volere deve essere la tomba dell’anima; e come nella tomba la natura si consuma fino a scomparire affatto, e dalla stessa consumazione risorgerà a vita più bella e novella, così l’anima, sepolta nella mia Volontà come dentro una tomba, morirà al patire, alle sue virtù, ai suoi beni spirituali, e risorgerà in tutto alla Vita Divina” (04-07-1912).
E Gesù indica il modo pratico e reale di morire a noi stessi e di consumare il nostro essere umano nell’Essere Divino: “Figlia mia, Io voglio la vera consumazione in te, non fantastica, ma vera; ma in modo semplice ed attuabile. Supponi che ti viene un pensiero che non è per Me; tu devi distruggerlo e sostituirlo col divino, e così avrai fatto la consumazione del pensiero umano e avrai acquistato la vita del Pensiero divino. Così, se l’occhio vuole guardare una cosa che mi dispiace o che non si riferisce a Me, e l’anima si mortifica, ha consumato l’occhio umano e ha acquistato l’occhio della Vita divina; e così il resto del tuo essere. Oh, come queste novelle Vite divine me le sento scorrere in Me e prendono parte a tutto il mio operare!” (21-05-1913).
Chi veramente ama Gesù e in tutto fa il suo Volere forma con Lui un solo palpito: ma per questo ci vuole uno spogliamento perfetto: “Deve essere più vita di Cielo che di terra, più Divina che umana” (01-04-1916).
Lo spogliamento dell’anima e il convincimento della sua nullità fanno agire Gesù in lei: “Figlia mia, quanto più l’anima si spoglia di sé, tanto più la vesto di Me; quanto più crede che può far nulla, tanto più agisco Io in lei ed opero tutto. Mi sento mettere in atto dalla creatura tutto il mio Amore, le mie preghiere, le mie riparazioni, ecc.; e per fare onore a Me stesso, sento che cosa vuol fare: amare? Vado da lei ed amo insieme. Vuole pregare? Prego insieme. Insomma, il suo spogliamento e il suo amore, che è mio, mi legano e mi costringono a fare insieme ciò che vuol fare, ed Io do all’anima il merito del mio Amore, delle mie preghiere e riparazioni. Con sommo mio contento mi sento ripetere la mia Vita e faccio scendere a bene di tutti gli effetti del mio operato, perché non è della creatura, che è nascosta in Me, ma mio” (14-06-1917).
In una parola, per vivere nel Divin Volere, dice Gesù: “Voglio il ‘sì’ della creatura e prestarsi come una molle cera a ciò che voglio fare di lei” (06-03-1919).
“…Ma pochi sono quelli che si dispongono a questo, perché nella stessa santità le anime vogliono qualcosa di proprio bene; invece, la santità del vivere nel mio Volere nulla ha di proprio, ma tutto di Dio. E per disporsi a ciò le anime, spogliarsi dei beni propri, troppo ci vuole; perciò non saranno molti” (15-04-1919). “Se leggeranno queste verità e sono indisposti, non capiranno un’acca; resteranno confusi e abbagliati dalla luce delle mie verità…” (23-10-1921).
Per entrare nel Divin Volere basta togliere l’ostacolo –la volontà umana–, basta volerlo, e tutto è fatto: “Figlia mia, per entrare nel mio Volere non ci sono vie, né porte, né chiavi, perché il mio Volere si trova dappertutto, scorre sotto i piedi, a destra e a sinistra, sopra il capo e dovunque. La creatura non deve fare altro che togliere la pietruzza della sua volontà, che, ad onta che sta nel mio Volere, non prende parte né gode dei suoi effetti, rendendosi come estranea nel mio Volere, perché la pietruzza della sua volontà le impedisce come all’acqua di scorrere dal lido per correre altrove, perché le pietre glielo impediscono; ma se l’anima toglie la pietruzza della sua volontà, nel medesimo istante lei scorre in Me ed Io in lei; trova tutti i miei beni a sua disposizione, forza, luce, aiuto, ciò che vuole. Ecco perché non ci sono vie, né porte, né chiavi; basta che si voglia e tutto è fatto. Il mio Volere prende l’impegno di tutto e di darle ciò che le manca, e la fa spaziare nei confini interminabili della mia Volontà” (16-02-1921).
“Siccome la Volontà nostra ha modi infiniti, purché trovi un’anima che si presti a fare agire il nostro Volere, subito viene a rifarsi dal fallimento di tutte le altre volontà umane” (27-12-1921).
Una volta ricevuta la notizia, l’anima deve aprire le porte e disporsi per conoscere le verità della Divina Volontà: “Ecco perciò tutte le premure con te, per fare che tra Me e te i voleri corressero insieme e stessero sempre in sommo accordo, perché per fare che l’anima possa aprire le porte e rendersi disposta per conoscere le verità che la mia Volontà contiene. La prima [porta] è voler vivere del mio Volere, la seconda è volerlo conoscere, la terza è apprezzarlo” (25-01-1922).
“Sollevate, porte, i vostri frontali; alzatevi, porte antiche, ed entri il Re della Gloria!” (Salmo 23).
Piccolo Catechismo sulla Divina Volontà
Questo “Piccolo Catechismo sulla Divina Volontà” è un sussidio destinato a quanti desiderano conoscere il “messaggio” spirituale della Serva di Dio Luisa Piccarreta, “la Piccola Figlia della Divina Volontà” nella sua vita e nei suoi Scritti per la loro formazione basica nella Fede e come guida nella loro vita.
Padre Pablo Martín Sanguiao, Civitavecchia
25 Marzo 2015
Solennità dell’Annunciazione e festa del “Fiat” Divino di Gesù e di Maria.
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