Luisa Piccarreta e la sua missione di preparare il Regno della Divina Volontà alle umane generazioni

missione di Luisa Piccarreta

La Serva di Dio Luisa Piccarreta, “la Piccola Figlia della Divina Volontà”, è la creatura che Gesù ha scelto per dare inizio in lei al compimento del suo ideale, del suo Decreto eterno, e perché sia conosciuto nella Chiesa e nel mondo intero: che il suo Divin Volere sia in noi quello che è in Dio, la sua Vita, la sua Felicità, la Sorgente di tutte le sue opere.

San Annibale di FranciaNella sua bella testimonianza, Sant’Annibale Maria Di Francia ha scritto: “Nostro Signore, che di secolo in secolo accresce sempre di più le meraviglie del suo Amore, pare che di questa vergine, che Egli chiama la più piccola che abbia trovato sulla terra, destituita da ogni istruzione, abbia voluto formare uno strumento adatto per una missione così sublime, che nessun’altra le si possa paragonare, cioè il trionfo della Divina Volontà sull’universo orbe, in conformità con quanto è detto nel Pater Noster: Fiat Voluntas tua, sicut in coelo et in terra”.

Gesù stesso le disse: “La tua missione è grande, perché non si tratta della sola santità personale, ma si tratta di abbracciare tutto e tutti e preparare il Regno della mia Volontà alle umane generazioni”.

Per questo motivo Gesù ha chiamato Luisa ad essere la Capostipite della “seconda generazione dei Figli della Luce”: lei è “la Tromba” –le dice– che deve chiamare a raccolta la nuova generazione prediletta e così ardentemente sospirata; lei è “la figlia primogenita”, “la segretaria e la scrivana di Gesù”, “la maestra della scienza più sublime”, qual è la DIVINA VOLONTÀ, ecc… Tutti titoli con cui Gesù frequentemente la nomina. Luisa è, insomma, “la Piccola Figlia della Divina Volontà” (Titolo con cui lei stessa firma le sue lettere e che si legge sulla sua tomba, nella sua parrocchia, Santa Maria Greca, di Corato).

Sembrerebbe come se in Luisa ci fossero due persone, come due spiritualità diverse, due dimensioni, due mondi, due realtà così grandi che ci sfuggono…

Una, per così dire, sembra più alla nostra portata, al meno per farci un’idea: quella che parla di ubbidienza, della croce… Ma poi c’è l’altra, quella del “vivere nella Divina Volontà”. Sono le due vocazioni o missioni di Luisa: la prima, come “Vittima” insieme con Gesù nell’Opera della Redenzione, e l’altra, che Gesù le presenta dopo, come la depositaria delle verità sulla Divina Volontà, come la capostipite della nuova generazione sospirata da Gesù, che avrà tutto in comune con Lui, la Divina Volontà come vita…

Gesù dice a Luisa: “Finora ti ho tenuta insieme con Me per placare la mia Giustizia e impedire che castighi più duri piovessero sulla terra; ora (…) voglio che tu, insieme con Me, nel mio Volere, ti occupi a preparare l’era della mia Volontà. Come ti inoltrerai nella via del mio Volere, si formerà l’iride di pace, che formerà l’anello di congiunzione tra la Volontà Divina e l’umana, dal quale avrà vita la mia Volontà sulla terra e avrà principio l’esaudimento della preghiera mia e di tutta la Chiesa: venga il Regno tuo e sia fatta la Volontà tua, come in Cielo, così in terra”. (02-03-1921)

Da quanto Gesù dice a Luisa risulta in modo evidentissimo:

– 1°,  che il Regno di Dio è che la sua Volontà si compia;

– 2°, che la Volontà del Padre ha stabilito il suo Regno nella SS. Umanità di Gesù, dandole tutti i suoi attributi e diritti divini;

– 3°, che tutto quello che Gesù possiede nella sua Adorabile Umanità vuole darlo al suo Corpo Mistico. Le parole “come in Cielo, così in terra”, in Gesù e Maria sono perfetta realtà: “come è nel Padre così è nel Figlio”. Perciò, fino a quando Gesù e Maria sono statti sulla terra il Regno di Dio è stato sulla terra. In noi invece debbono essere un desiderio ardente, una invocazione incessante, poiché sono una Promessa divina. Sant’Agostino dice: “Sia fatta nella Chiesa come nel Signore nostro Gesù Cristo; sia fatta nella Sposa, che a Lui è stata fidanzata, come nello Sposo, che ha compiuto la Volontà del Padre”.

– 4°, Questa Promessa divina del Regno ancora si deve compiere sulla terra così come già si compie in Cielo. Questo implica due cose:

  • che non solo dobbiamo andare al Regno di Dio dopo la morte, ma che il Regno di Dio deve venire ancora nel tempo storico, e non può certo finire il mondo se prima non si compie in pienezza (Questo è il ripristino dell’ordine della Creazione, prima che ci fosse il peccato);
  • e che il Regno di Dio non è ancora venuto, perché non lo si deve confondere con la Redenzione o con la Chiesa.

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