Le spine di Gesù intinte nel suo sangue risaneranno l’uomo e gli restituiranno la corona che il peccato gli aveva tolto

Dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta:

Il benedetto Gesù è ritornato con la corona di spine, tanto addentrata nella testa, che le spine parevano fin dentro la bocca, e mi ha detto: “Ah, figlia mia, eppure molti non credono che le spine penetrarono fin dentro la bocca. È tanto brutto il peccato della superbia, che all’anima è veleno che la uccide; e così come una cosa che [si] tiene nella bocca impedisce che passi alcun cibo nel corpo per dargli vita, così la superbia impedisce la vita di Dio nell’anima; perciò volli soffrire tanto per la superbia umana; e con tutto ciò, la creatura giunge a tanta superbia che, ubriaca di superbia, perde la conoscenza di se stessa e giunge ad uccidere il corpo e l’anima”.  (Vol. 7°, 5-3-1906)

Questa mattina, il mio sempre amabile Gesù è venuto crocifisso e mi partecipava le sue pene; e mi ha tirata tanto a sé nel mare della sua Passione, che quasi passo per passo la seguivo. Ma chi può dire tutto ciò che comprendevo? Sono tante cose che non so da dove cominciare. Dico solo che, nel vedergli strappare la corona di spine, le spine mantenevano il sangue per non farlo tutto uscire. Nello strappargli la corona di spine, quel sangue è sboccato fuori da quei piccoli fori e pioveva a larghi rivi sulla faccia, sopra i capelli e poi andava scendendo su tutta la persona di Gesù. E Gesù: “Figlia, queste spine che mi pungono la testa pungeranno l’orgoglio, la superbia, le piaghe più nascoste dell’uomo, per fare uscire fuori il pus che contengono, e le spine intinte nel mio sangue lo risaneranno e gli restituiranno la corona che il peccato gli aveva tolto”. (Vol. 11°, 10-4-1914)

Trovandomi nel solito mio stato, stavo pensando quanto soffrì il benedetto Gesù nell’essere coronato di spine, e Gesù, facendosi vedere, mi ha detto: “Figlia mia, i dolori che soffrii furono incomprensibili a mente creata; molto più dolorosi di quelle spine, nella mia mente s’inchiodavano tutti i pensieri cattivi delle creature, in modo che, di tutti questi pensieri, nessuno mi sfuggiva, tutti li sentivo in Me. E non solo sentivo le spine, ma anche il ribrezzo delle colpe che quelle spine infiggevano in Me.”

Onde io ho fatto per guardare l’amabile Gesù e vedevo la sua SS. testa circondata come da una raggiera di spine che gli usciva da dentro. Tutti i pensieri delle creature andavano da Gesù a loro e da loro a Gesù, e restavano come concatenati insieme: i cattivi pensieri delle creature coi pensieri SS. di Gesù… Oh, come soffriva Gesù! Poi ha soggiunto: “Figlia mia, solo le anime che vivono nella mia Volontà possono darmi vere riparazioni e raddolcirmi spine sì pungenti, perché vivendo nella mia Volontà e trovandosi la mia Volontà dappertutto, loro, trovandosi in Me ed in tutti, scendono nelle creature e salgono a Me, mi portano tutte le riparazioni e mi raddolciscono, e fanno cambiare nelle menti le tenebre in luce”.  (Vol. 11°, 24-4-1915)

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