La creatura non è altro che il respiro di Dio

Dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta:

Continuando il mio povero stato, secondo il mio solito cercavo di fondermi nel mio dolce Gesù, ma per quanto mi sforzavo mi riusciva inutile; lo stesso Gesù mi distraeva e sospirando forte mi disse:

“Figlia mia, la creatura non è altro che il mio respiro. Come respiro, così do vita a tutto. Tutta la vita sta nel respiro; se manca il respiro, il cuore più non palpita, il sangue più non circola, le mani restano inerti, la mente sente morire l’intelligenza, e così di tutto il resto; sicché tutta la vita umana sta nel ricevere e nel dare questo respiro. Ma mentre col mio respiro do vita e moto a tutte le creature e col mio santo respiro le voglio santificare, amare, abbellire, arricchire, ecc., esse, nel darmi il respiro che ricevono, mi mandano offese, ribellioni, ingratitudini, bestemmie, sconoscenze e tutto il resto. Sicché mando il respiro puro e mi viene impuro, lo mando benedicendo e mi viene maledicendo, lo mando tutto amore e mi viene offendendomi fin nell’intimo del mio Cuore; ma l’Amore mi fa continuare a mandare il respiro, per mantenere queste macchine di vite umane, altrimenti non funzionerebbero più e andrebbero a sfascio. Ah, figlia mia, hai sentito come viene mantenuta la vita umana? Dal mio respiro. E quando trovo un’anima che mi ama, come è dolce il suo respiro, come mi ricrea e mi rinfranca! Tra essa e Me si forma un eco d’armonie, che restano distinte dalle altre creature e saranno distinte anche in Cielo. Figlia mia, non potevo contenere il mio Amore e ho voluto sfogarmi con te”.

Così oggi non ho potuto fondermi in Gesù,  perché  Lui stesso  mi  ha  tenuta occupata nel suo respiro. Quante cose ho compreso, ma non so dirle bene e taccio. (10.05.1917)

Quando Gesù trova che tutte le cose dell’anima Gli appartengono, la consuma nell’unità con Sé.  Solo l’amore unifica

Trovandomi nel solito mio stato, mi lamentavo col mio dolce Gesù delle sue privazioni e gli dicevo: “Che amara separazione! Separata da Te, tutto è finito; sono rimasta la più infelice creatura che può esistere”.

E Gesù, interrompendo il mio dire, mi ha detto: “Figlia mia, che separazione vai trovando? L’anima resta separata da Me quando fa entrare in sé qualche cosa che a Me non appartiene. Perciò Io entro nell’anima, e se trovo mia la sua volontà, e i suoi desideri, i suoi affetti, i pensieri, il cuore, tutto mio, Io l’assorbo in Me e vado liquefacendo col fuoco del mio Amore la sua volontà nella Mia e ne faccio una sola; liquefaccio i suoi desideri coi miei, gli affetti e pensieri suoi coi miei, e quando ne ho formato un solo liquido, lo riverso su tutta la mia Umanità come celeste rugiada, la quale, formandosi in tante stille di rugiada per quante offese ricevo, mi bacia, mi ama, mi ripara, mi imbalsama le piaghe inasprite. E siccome sto in atto di far bene a tutti, questa rugiada scende a bene di tutte le creature. Se poi trovo nell’anima qualche cosa di estraneo, che a Me non appartiene, allora non posso sciogliere il suo nel mio, perché solo l’amore è quello che ha virtù di sciogliersi e di farsi uno solo; le cose simili sono quelle che possono scambiarsi insieme e che hanno lo stesso valore. Quindi, se nell’anima c’è il ferro, le spine, le pietre, come si sciolgono? E allora ci sono le separazioni, l’infelicità. Onde, se nel tuo cuore non è entrato nulla, come posso separarmi?” (07.06.1917)

2 risposte a La creatura non è altro che il respiro di Dio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *