Insegnamenti di Gesù sulla preghiera che è un’incontro d’amore con Dio

preghiera incessante

La vera preghiera è l’incontro d’amore con Dio, è l’incontro della nostra volontà con la Volontà Divina. Vediamo alcuni degli insegnamenti di Gesù sulla preghiera:

  • La prima condizione per pregare è il silenzio interiore: “Questo mormorio continuo nella tua mente è d’impedimento a farti sentire più chiara la   mia voce, a farti sentire in te le mie grazie, a farti innamorare totalmente di Me”. (1° Volume)
  • La seconda è la pace, anche quando è difficile raccogliersi:  “Hai fatto male a startene così turbata. Non sai tu che Io sono Spirito di pace e che la prima cosa che ti ho raccomandato è stata di non funestarla mai nel tuo cuore? In quanto all’orazione, poi, quando non ti senti raccolta, non devi pensare ad altro, se non a startene tranquillamente in essa, ma non al motivo perché non   ti sia riuscita. Facendo come tu dici, vieni tu stessa a procurarti la stessa distrazione…” (1° Vol.) 
  • È necessaria la costanza nella preghiera: “Ti raccomando, prima di ogni altra cosa, la costante preghiera, ancorché avessi a soffrire pene di morte, non tralasciando quelle preghiere che sei solita di fare; anzi, quanto più prossima ti vedrai al precipizio, tanto più nella preghiera fidente m’invocherai, nella piena certezza di essere da Me aiutata”. (1° Volume)
  • Spirito di continua preghiera: “Quello che ti raccomando è lo spirito di continua preghiera. Questo cercar sempre l’anima di conversare con Me, sia col cuore, sia con la mente, sia con la bocca e anche con la semplice intenzione, la rende tanto bella al mio cospetto, che le note del suo cuore armonizzano con le note del Cuor mio (…) Non solo è questo, ma è tanta la bellezza che fa acquistare lo spirito di continua preghiera, che il demonio resta colpito come da folgore e resta frustrato nelle insidie che tenta (per) nuocere a quest’anima”. (28-07-1902)
  • Coraggio, fedeltà e attenzione nel fare o seguire l’operato della Divina Volontà:  (Gesù) “si faceva vedere da dentro il mio interno, prima Lui solo, poi tutte e tre le Divine Persone, ma tutte in profondo silenzio, ed io continuavo   alla Loro presenza il mio solito lavoro interno; e pareva che il Figlio si unisse    a me ed io non facevo altro che seguirlo. Ma tutto era silenzio e altro non si faceva in quel silenzio che immedesimarmi con Dio; e tutto l’interno, affetti, palpiti, desideri, respiri, diventavano profonda adorazione alla Maestà Suprema.  Onde, dopo aver passato qualche poco in questo stato, pareva    che  tutti e Tre parlavano, ma una voce sola formavano, e mi hanno detto: “Figlia diletta nostra, coraggio, fedeltà ed attenzione somma nel seguire ciò che la Divinità opera in te, perché tutto quello che fai non lo fai tu; (tu) non fai altro che dare la tua anima per abitazione alla Divinità. Succede a te come ad una povera che, avendo un tugurio, il Re (glie)lo chiede per abitazione, e quella glielo dà e in tutto fa ciò che vuole il Re. Onde, abitando il Re in quel piccolo tugurio, (esso) contiene ricchezza, nobiltà, gloria e tutti i beni; ma di chi sono? Del Re”. (06-06-1904).
  • La nostra preghiera deve essere fatta insieme con Gesù (26-04-1904), anzi “uniformandoci” con Lui, con le sue stesse intenzioni, con il suo stesso Amore: “Figlia mia, questa mattina voglio uniformarti tutta a Me: voglio che pensi con la mia stessa mente, che guardi coi miei stessi occhi, che ascolti  con le mie stesse orecchie, che parli con la mia stessa lingua, che operi con le stesse mie mani, che cammini coi miei stessi piedi e che mi ami col mio stesso Cuore”. Dopo ciò Gesù univa i suoi sensi, nominati sopra, ai miei, e vedevo  che mi dava la sua stessa forma; non solo, ma mi dava la grazia di farne quell’uso che fece Egli stesso. (12-08-1899)
  • A che serve pregare “immedesimandoci” con Gesù, “fondendoci” in Lui?  Scrive Luisa: «Mentre pregavo stavo unendo la mia mente a quella di Gesù, gli occhi miei a quelli di Gesù, e così tutto il resto, intendendo fare ciò che faceva Gesù con la sua mente, coi suoi occhi, con la sua bocca, col suo Cuore, e così di tutto. E siccome pareva che la mente di Gesù, gli occhi, ecc. si diffondevano a bene di tutti, così pareva che anch’io mi diffondevo a bene di tutti, unendomi e immedesimandomi con Gesù. Ora, pensavo tra me: Che meditazione è questa? Che preghiera? Ah, non sono più buona a nulla!  Non so pure riflettere nulla! 

Ma mentre ciò pensavo, il mio sempre amabile Gesù mi ha detto: “Figlia mia, come, ti affliggi di questo? Invece di affliggerti dovresti rallegrarti, perché quando tu altre volte meditavi e tante belle riflessioni sorgevano nella tua mente, tu non facevi altro che prendere parte di Me, delle mie qualità e delle mie virtù. Ora, essendoti rimasto solo di poterti unire ed immedesimarti (con) Me, mi prendi tutto e, non essendo (tu) da sola buona a nulla, con Me sei buona a tutto, perché il desiderare, il volere il bene, produce nell’anima una fortezza che la fa crescere e la stabilisce nella Vita Divina. Poi, con l’unirsi con Me ed immedesimarsi con Me, si unisce con la mia mente (e) così tante vite di pensieri santi produce nelle menti delle creature; come si unisce coi miei occhi, così produce nelle creature tante vite di sguardi santi; così, se si unisce con la mia bocca, darà vita alle parole; se si unisce al mio Cuore, ai miei desideri, alle mie mani, ai (miei) passi, cosi ad ogni palpito darà una vita, vita ai desideri, alle azioni, ai passi… Ma vite sante, perché contenendo in Me la Potenza Creatrice, insieme con Me l’anima crea e fa ciò che faccio Io”» (12-06-1913).

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