Il vero Regno di Dio: fino a dove arriva (o deve arrivare) “la comunione dei santi”?
Il primo decreto eterno del Volere Divino fu che il Verbo s’incarnasse, si facesse Creatura per amore del Padre. In questa sua Umanità il Padre Celeste ha visto, ha voluto noi e tutte le creature; per prima ha visto Colei che doveva essere sua Madre, perfetta imitatrice del Padre Divino. Quindi, in Gesù ha conosciuto, ha amato, ha creato tutti gli altri figli che avrebbero formato il Corpo Mistico del Figlio: “In Lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci ad essere suoi figli adottivi” (Ef 1, 4-5). E per loro tutte le altre creature: “Tutto è vostro, ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio” (1 Cor 3, 22-23).
Siamo stati concepiti nell’atto dell’Incarnazione del Verbo:
“… Sai tu dove sfolgorò tutto il mio Amore, tutta la mia Potenza e Sapienza? Non appena la Potenza Divina formò questa piccolissima Umanità, tanto piccola che potrebbe paragonarsi alla grossezza di una nocella, ma con le membra tutte proporzionate e formate, e il Verbo restò concepito in essa. L’immensità della mia Volontà, racchiudendo tutte le creature passate, presenti e future, concepì in Essa tutte le vite delle creature e, come cresceva la mia, così crescevano loro in Me. Sicché, mentre apparentemente parevo solo, visto col microscopio della mia Volontà si vedevano concepite tutte le creature. Succedeva di Me come quando si vedono acque cristalline, che mentre compariscono chiare, viste col microscopio, quanti microbi non si vedono? Il mio Concepimento fu tale e tanto grande, che la gran ruota dell’Eternità restò colpita ed estatica, nel vedere gli innumerevoli eccessi del mio Amore e tutti i prodigi uniti insieme. Tutta la mole dell’Universo restò scossa nel vedere rinchiudersi Colui che dà vita a tutto, restringersi, impiccolirsi, rinchiudere tutto…, per fare che cosa? Per prendere le vite di tutti e far rinascere tutti” (Vol. 15°, 16.12.1922)
Così è avvenuto nell’atto dell’Immacolato Concepimento di Maria: tutti siamo stati concepiti allo stesso modo nel suo Cuore materno:
(…) “È tale e tanto il nostro amore per chi vuol vivere e vive nel nostro Volere Divino, che lo vogliamo far partecipe di tutte le opere nostre, per quanto a creatura è possibile, dandogli anche il merito delle nostre opere divine. Come la creatura entra nella nostra Volontà, Essa chiama in atto il suo operato divino, come se in quell’istante lo stesse operando, ed immedesimandola nell’atto suo, le fa vedere e ricevere i prodigi del suo operato per confermarla nel bene, facendole sentire la nuova vita dell’atto suo. Tu hai visto il concepimento della Sovrana Regina e come tu, stando nella mia Volontà, ti sei trovata concepita nel suo materno Cuore. Vedi la gran differenza per chi vive nel mio Volere? I prodigi dell’Immacolato concepimento furono inauditi. La mia Volontà, che animava questo concepimento al quale nessuno può sfuggire, chiamò presenti tutte le creature, perché restassero concepite nel suo vergine Cuore e ricevessero la sua maternità, il suo aiuto, la sua difesa, e trovassero il rifugio, l’appoggio in questa Madre Celeste. Ora, chi vive nel nostro Volere, si trova nell’atto del concepimento, è la figlia che di sua spontanea volontà cerca la Mamma sua e prende il suo posto, si chiude nel suo materno Cuore, per[ché le] faccia da Mamma la Celeste Regina. Ora questa prenderà parte alle ricchezze della Sovrana Regina, ai suoi meriti, al suo amore, sentirà in sé la nobiltà, la santità di Lei, perché conosce a chi appartiene, e Dio la renderà partecipe dei beni infiniti e dell’amore esuberante che ebbe nel concepimento di questa santa Creatura.” (Vol. 34°, 21.04.1936)
Dio accentrò tutte le sue opere nell’Immacolato concepimento di Maria, a sua volta concepita nell’Incarnazione del Verbo suo Figlio, concepita nella vita, nelle opere e nelle pene del Redentore:
“Voglio onorare la mia Madre Celeste, voglio narrare la storia del suo Immacolato Concepimento. Solo Io posso parlarne, perché Autore di un sì grande prodigio. Ora, figlia mia, il primo atto di questo concepimento fu un nostro «Fiat», pronunziato con tale solennità e con tale pienezza di grazie da racchiudere tutto e tutti. Tutto accentrammo in questo concepimento della Vergine. Il nostro «Fiat» Divino, in cui non esiste passato né futuro, tenne presente l’Incarnazione del Verbo e la fece essere concepita ed incarnarsi nella stessa Incarnazione di Me, futuro Redentore. Il mio sangue, che stava in atto, come se lo stessi spargendo, la innaffiava, la abbelliva, la confermava, la fortificava continuamente in modo divino. Ma non bastava al mio amore; tutti i suoi atti, parole e passi prima erano concepiti negli atti, parole e passi miei e poi avevano la vita. La mia Umanità era il rifugio, il nascondiglio, l’incorporamento di questa celeste Creatura. Sicché se ci amava, il suo amore era incarnato e concepito nel mio amore, ed oh, come ci amava! Il suo amore racchiudeva tutto e tutti. Posso dire che amava come sa amare un Dio, aveva le nostre stesse follie d’amore per Noi e per tutte le creature, e amando una volta, ama, ama sempre, senza mai cessare. La sua preghiera era concepita nella mia preghiera e perciò aveva un valore immenso, una potenza sul nostro Essere Supremo, e chi poteva negarle nulla? Le sue pene, i suoi dolori, i suoi martiri, che furono tanti, prima furono concepiti nella mia Umanità e poi sentiva in sé la vita delle pene e dei martiri strazianti, tutti animati da forza divina. Onde si può dire fu concepita in Me, da Me uscì la sua vita; tutto ciò che Io feci e soffrii si schierò intorno a questa santa Creatura per corteggiarla e per riversarmi continuamente su di Lei e poterle dire: «sei la vita della mia vita, sei tutta bella, sei la prima redenta, il mio «Fiat» Divino ti ha plasmata, ti ha fiatata e ti ha concepito nelle opere mie, nella mia stessa Umanità».
Ora, figlia mia, questo concepire questa celeste Creatura nel Verbo Incarnato, fu fatto da Noi con somma sapienza, con potenza inarrivabile, con amore inesauribile e con il decoro che conviene alle opere nostre. Dovendo Io, Verbo del Padre, scendere dal Cielo per incarnarmi nel seno di una Vergine, non era sufficiente alla santità della mia Divinità la sola verginità e l’averla fatta esente dalla macchia d’origine; perciò fu necessario al nostro amore e alla nostra santità che questa Vergine prima fosse concepita in Me, con tutte quelle prerogative, virtù e bellezza che doveva possedere la vita del Verbo Incarnato; perciò poi potetti incarnarmi in chi era stata concepita in Me e trovai in Essa il mio Cielo, la santità della mia vita, il mio stesso sangue che l’aveva generata ed innaffiata tante volte, trovai la mia stessa Volontà che, comunicandole la sua fecondità divina, formò la vita al Figlio suo e di Dio. Il mio «Fiat» Divino, per farla degna di potermi concepire, la tenne investita e sotto il suo impero continuo, che possiede tutti gli atti come se fossero un atto solo; per darle tutto, chiamava in atto i miei meriti previsti, tutta la mia vita, e la versava continuamente dentro la sua bell’anima. Perciò solo Io posso dire la vera storia dell’Immacolato concepimento e di tutta la sua vita, perché la concepii in Me e sono a giorno di tutto, e se la santa Chiesa parla della Celeste Regina, può dire solo le prime lettere dell’alfabeto della sua santità, della grandezza e dei doni di cui fu arricchita. Se tu sapessi il contento che provo quando parlo della mia Madre Celeste, chissà quante domande mi faresti, per darmi la gioia di farmi parlare di chi tanto amo e che tanto mi ha amato!” (Vol. 34°, 08.12.1936)
Nel concepimento della Vergine, la Divina Volontà concepì allo stesso tempo tutte le creature nel suo Cuore, per poter vedere tutte in Lei, e concepì la Vergine in ogni creatura perché ognuno la avesse come Madre. Dio la dotò di tutte le sue qualità divine, e vivendo in Dio Lo conosce in modo unico. Nella sua Maternità ha coperto ogni creatura con i suoi atti e vittorie, dandole come dote a ognuno:
“Figlia mia benedetta, i prodigi sono inauditi, le sorprese che ti narrerò faranno strabiliare tutti. Sento il bisogno d’amore di far conoscere che cosa abbiamo fatto con questa Madre Celeste e il gran bene che hanno ricevuto tutte le generazioni. Onde tu devi sapere che nell’atto di concepire questa Vergine Santa, la nostra Volontà Divina –che possiede tutto e con la sua immensità abbraccia tutto, che possiede l’onniveggenza di tutti gli esseri possibili ed immaginabili e con la sua virtù tutta propria quando opera fa sempre opere universali–, come la concepì, con la sua virtù creatrice chiamò tutte le creature ad essere concepite nel cuore di questa Vergine.
Ma non bastò al nostro amore; dando negli eccessi più incredibili, fece concepire questa Vergine in ciascuna creatura, affinché ciascuna avesse una Madre per sé, tutta sua, e tutte sentissero nel fondo delle loro anime la sua Maternità, il suo amore, che mentre li tiene concepiti in sé più che figli, bilocandosi, si concepisce in ciascuna creatura, per mettersi a loro disposizione, per crescerli, guidarli, liberarli dai pericoli, e con la sua potenza materna imboccarli con il latte del suo amore e col cibo con cui si nutrì Lei stessa, qual è il «Fiat» Divino.
La nostra Volontà, avendo vita libera in Lei, il suo dominio totale, mentre con la sua potenza chiamava tutti in questa celeste Creatura per avere la gioia di vedere tutti racchiusi in Essa e sentirsi dire: «sono già in me tutti i miei ed i tuoi figli, perciò ti amo per tutti», la bilocava poi in tutti ed in ciascuno, per sentire in ciascun’anima l’amore di questa nostra Figlia, tutta bella e tutta amore. Possiamo dire che non vi è creatura per la quale Essa non prese l’impegno di amarci.” (Vol. 34°, 20.12.1936)
Quindi il Padre Divino trova tutti e tutto in Gesù, il Primogenito, e trova Gesù e tutti e tutto in Maria. E così vuole trovare Gesù e Maria, e tutti e tutto, in ogni suo figlio, in ognuno di noi.
Il sole, che è unico, si moltiplica tante volte quanti sono i vetri delle finestre di una città dove riflette. E come esso si moltiplica per quanti e in quanti lo ricevono (e non è che se io prendo il sole sto togliendo un po’ di sole agli altri, esso si dà interamente a uno come si dà a tutti), così l’Atto unico del Volere Divino si dà interamente ad ogni creatura che lo accoglie, come si dà a tutti. Gesù e la Mamma Celeste si moltiplicano per darsi interamente a ognuno di noi: perciò ognuno ha “il suo” Gesù e “la sua” Mamma. E ognuno di noi deve accoglierli e averli in sé, e con Gesù e Maria tutti gli altri suoi fratelli e tutte le creature, deve dare a tutti da parte di Dio e rispondere a Dio a nome di tutti.
Questa Comunione dei Santi deve crescere in ognuno di noi, affinché il Padre Divino trovi in noi, anche da parte nostra (non solo da parte Sua), tutti gli altri, a cominciare da suo Figlio Gesù Cristo e dalla sua e nostra Mamma, la Vergine, in modo da poter dire: “chi vede me, vede Gesù”, come Egli ha detto: “chi vede Me, vede il Padre”; e poi, possa trovare tutti i nostri fratelli, senza che manchi nemmeno uno. Vuole trovare in noi la risposta di amore che tutti Gli devono: amore che adora, che glorifica, che ringrazia. E anche un amore che sostituisce e ripara per chi non lo fa. Vuole trovare, insomma, tutto in tutti, tutti in ognuno di noi, tutte le sue opere e le sue creature in noi.
L’unità delle sue creature è l’ideale di Dio, il suo decreto, il suo programma. “Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti” (Ef 4,4-6).
L’unità è la suprema petizione di Gesù al Padre: “Che siano una cosa sola, come Noi… Io in loro e Tu in Me, perché siano perfetti nell’unità” (Gv 17,11 e 23).
In questo consiste il suo Regno. In questo sta la Somiglianza con Dio. In questo consiste IL VIVERE NELLA DIVINA VOLONTÀ.
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