Come si sviluppa la vita nella Divina Volontà?
Si può dire che gli scritti di Luisa presentano come due fasi. Nella prima si evidenzia la sua condizione di vittima e quindi, insieme al grande lavoro asceticomistico della Grazia in lei, c’è tutta la formazione riguardante le virtù, la corrispondenza alla Grazia, la terribile realtà del peccato (la separazione della volontà umana dalla Volontà di Dio) con tutte le sue conseguenze, i pregi della Croce, ecc.
Nella seconda, il tema è, appunto, la Divina Volontà ed il suo Regno. Qui l’anima s’inoltra nell’immenso compito universale al quale è chiamata insieme a Gesù, vivendo nel Volere Divino, per preparare ed ottenere la venuta e il trionfo del suo Regno.
Le due fasi hanno in certo modo come caratteristica, rispettivamente, la Misericordia Divina, che fa di tutto per salvare l’uomo (compresi i castighi), e “il Regno di Dio e la sua Giustizia” o la Santità delle santità. Nei primi dieci volumi troviamo la prima fase; dalla metà del 12° in poi si svolge la seconda fase. Non sono divise in modo netto, insieme le troviamo nei volumi 11° e 12°, cioè negli anni che vanno all’incirca dal 1912 al 1921.
Alla fine della sua vita, Gesù spiega a Luisa quello che ha fatto in lei nei primi tempi e come tutto quell’intensissimo lavoro della Grazia nella sua anima fu per prepararla a deporre in lei le verità della sua Divina Volontà:
“Figlia mia…, ciò che ha fatto il tuo Gesù era necessario al mio Amore e all’importanza di ciò che ti dovevo manifestare sulla mia Divina Volontà. Posso dire che doveva servire alla mia stessa Vita e a farmi compiere l’Opera della Creazione. Perciò era necessario che al principio di questo tuo stato usassi con te tanti stratagemmi d’amore; usai tante intimità con te, che ha dell’incredibile come Io giunsi a tanto e ti feci pure tanto soffrire, per vedere se tu ti sottoponevi a tutto, e poi ti affogavo con le mie grazie, col mio Amore, e ti sottoponevo di nuovo alle pene, per essere sicuro che tu non Mi avresti negato nulla; e questo per vincere la tua volontà. Oh, se io non ti avessi mostrato quanto ti amo, non ti avrei elargito tante grazie! Credi tu che era facile, che ti saresti sottoposta a questo stato di pena e per sì lungo tempo? Era il mio Amore, erano le mie verità, che ti tenevano e ti tengono ancora come calamitata in Chi tanto ti ama. Però, tutto ciò che ho fatto al principio di questo tuo stato era necessario, perché doveva servire come fondo, come decenza, decoro, preparazione, santità e disposizione alle grandi verità che ti dovevo manifestare sulla mia Divina Volontà. Perciò, degli scritti avrò più interesse io che tu, perché sono i miei, ed una sola verità sul mio FIAT Mi costa tanto, che supera il valore di tutta la Creazione, perché la Creazione è opera mia; invece la mia verità è vita mia, è vita che voglio dare alle creature; e lo puoi comprendere da ciò che hai sofferto e dalle grazie che ti ho fatto per giungere a manifestarti le mie verità sul mio santo Volere”. (19-05-1938)
Se nella prima fase della vita di Luisa (fase preparatoria) Gesù si manifesta a lei abitualmente come il Divin Redentore, nella seconda lo fa soprattutto come il Re, che viene a prendere possesso di quanto Gli appartiene e a stabilire sulla terra il suo Regno, il Regno del suo Volere, come è in Cielo. Le innumerevoli volte che Gesù viene sensibilmente a trovare Luisa, sono segno della sua venuta gloriosa come Re alla fine dei tempi, e segnano anche le diverse tappe della sua vita, nelle quali la va trasformando ed unendo sempre di più a Sé.
È ammirabile seguire la pedagogia divina in Luisa e lo sviluppo del Dono supremo del Divino Volere. Luisa è il modello di ciò che Gesù vuole fare di noi.
Già nel 2° Volume, il 12-08-1899, per la prima volta negli scritti, troviamo che Gesù vuole “uniformare” Luisa a Sé stesso. E’ quello che più avanti lei chiama “fondersi in Gesù”, nella sua SS. Umanità. Gesù e l’anima, da “possedersi” a vicenda passano a “rispecchiarsi” a vicenda: crocifisso Lui e quindi crocifissa anche lei sulla stessa croce; così diventa indissolubile l’unione dei loro voleri. (Vol 3°, 02-03-1900). Il 21-05-1900 Gesù dichiara a Luisa la sua intenzione: fare di lei l’esemplare perfetto di uniformità col suo Volere; questo, le dice, è il miracolo dei miracoli. L’anima non solo deve vivere per Dio, ma in Dio; questa è la vera virtù, che dà all’anima la stessa forma della Divina Persona in cui dimora (09-07-1900).
E il 16-11-1900 Gesù racchiude il cuore di Luisa nel suo Sacratissimo Cuore e le dà come cuore il suo Amore Divino. Nello sviluppo del Dono del suo Volere, Gesù prosegue ciò che aveva fatto undici anni prima (1° Volume, 08-09-1889) e ancora lo riprenderà, sotto la stessa immagine del cuore, undici anni dopo (Vol. 10°, 02-11-1911). Passeranno ancora altri dieci anni e Gesù dirà: “Il lavoro è fatto” (Vol. 13°, 05-12-1921).
Quello che Gesù ha fatto –le dice–, cioè, mettere il cuore di Luisa nel Suo, è per farla passare dallo stato di unione allo stato di consumazione nell’unità. (18-11-1900), perché tutte le virtù e tutta la vita spirituale tendono alla consumazione della volontà umana nella Divina, per vivere in Essa (17-06-1904).
Per giungere a questo, il primo passo necessario è la rassegnazione ad Essa (08-11-1905). Solo così l’anima vive in Gesù Cristo e per mezzo suo, e Gesù Cristo vive nella creatura e per mezzo di lei. Non è soltanto unione intenzionale, ma personale (08-02-1904). La SS. Umanità di Gesù copre la sua Divinità: è il modello di come dobbiamo fare tutto con Lui, con la sua stessa Volontà, come se Lui stesso dovesse fare le nostre azioni (17-10-1904).
La creatura è chiamata a diventare un’altra Umanità di Gesù: così Egli vive in Luisa (07-05-1906), e così lei soffre, affinché Lui possa riposare (18-05-1906). E nel Vol. 8° troviamo delle indicazioni precise di come fare per “fonderci” in Gesù nel fare la Comunione:
“Voglio insegnarti il modo come devi stare con Me: Primo: devi entrare dentro di Me, trasformarti in Me e prendere ciò che trovi in Me. Secondo: quando ti sei riempita tutta di Me, esci fuori ed opera insieme con Me, come se Io e tu fossimo una sola cosa, in modo che se Mi muovo Io, muoviti tu; se penso Io, pensa tu alla stessa cosa pensata da Me; insomma, qualunque cosa faccio Io la farai tu.
Terzo: con questo operato che abbiamo fatto, allontanati un istante da Me e va’ in mezzo alle creature, dando a tutte ed a ciascuna tutto ciò che abbiamo operato insieme, cioè dando a ciascuna la mia Vita divina, ritornando subito a Me per darmi a nome di tutti tutta quella gloria che dovrebbero darmi, pregando, scusandoli, riparando, amando…” (09-02-1908).
“Nel mio Volere non puoi esimerti dal fare ciò che faccio io. La cosa è connaturale, ed è proprio questa la Santità nel mio Volere: nulla fare di proprio, ma fare ciò che fa Dio… Così la Volontà mia e la tua sono le due acque fuse insieme, e ciò che fa l’una lo deve fare l’altra”. (12-05-1922)
Al posto della nostra volontà deve esserci la Volontà Divina e allora i nostri atti diventeranno divini. Con gli atti completi di Volontà Divina, l’anima va formando in sé un Sole, che diventa sempre più grande, simile al Sole Divino (27-11-1913).
Per fare di noi un’Ostia vivente per Gesù, occorre far morire del tutto la nostra volontà, sostituendola in tutto il nostro essere con la Volontà Divina, la quale farà una vera e perfetta consacrazione, cosa per cosa, creando in noi la Vita stessa di Gesù (17-12-1914).
A questo punto, Luisa è invitata ad operare come Gesù, nel suo Volere: “Vieni nella mia Volontà, per fare ciò che faccio io” (25-07-1917). “Ora, volendoti insieme con Me nel mio Volere, voglio il tuo atto continuo” (28-12-1917). Poi, “ripetendo” gli atti nel Volere Divino, Gesù vuole che l’atto dell’anima sia continuo, in modo che non siano già “atti”, ma “vita”.
Il Signore sa che sta proponendo all’anima di agire in modo sovrumano, anzi, divino, e le dice: “Lo so anch’io che non puoi fare perfettamente ciò che ti dico, e dove tu non giungi ti supplisco io; ma è necessario che ti alletti e che comprenda ciò che devi fare, affinché, se non fai tutto, faccia quello che puoi” (Vol. 12°, 22-02-1921). Così avviene che tutto ciò che Luisa sente e fa è la Vita di Gesù, che Egli ripete in lei (25-12-1918).
Tutto ciò non è riservato soltanto a Luisa. Gesù aspetta le creature che vengano a vivere nel suo Volere e che ripetano nella sua Volontà ciò che Egli ha fatto (29-01-1919).
A tale proposito ci sono due scritti di Luisa, che caratterizzano rispettivamente la tappa di formazione come un’altra Umanità per Gesù e quella della Vita di Gesù nella Volontà del Padre: “Le Ore della Passione” e “Il Giro dell’anima nella Divina Volontà”.
“Le Ore della Passione” non sono una narrazione o semplice meditazione della Passione di Gesù, come è stata raccontata da tanti autori spirituali. Sono preghiera, come una palestra o una scuola di vita, in cui ci uniamo a Gesù per imparare a fare con Lui e come Lui quello che Egli faceva interiormente per la nostra Redenzione.
“Il Giro dell’anima” è, come Luisa dice, il “modo pratico ed efficacissimo per fare il giro nella SS.ma Volontà di Dio, per impetrare il Regno del FIAT Divino sulla terra”. È la continua preghiera con cui l’anima si unisce alla Divina Volontà in tutte le sue opere (la Creazione, la Redenzione, la Santificazione), per adorarla, benedirla, ringraziarla ed amarla per tutti, e per chiedere in tutto, a nome di tutti, che venga il suo Regno.
Gesù spiega a Luisa le varie tappe del suo cammino spirituale: incominciò portandola nel mare della sua Passione –poiché si parte sempre dalla sua SS. Umanità–, poi la mise nel mare della sua Volontà e quando lei fu disposta e cedette a Gesù il suo volere, il Volere Divino prese vita in lei, sempre in aumento, e dopo molto tempo incominciò a parlarle della sua Divina Volontà, per offrire questo bene agli altri (Vol. 13°, 23-10-1921).
Prima Gesù ha portato Luisa in Sé tutta la vita, per profumare la sua anima, per distendere su di lei un nuovo Cielo e per prepararla ad essere degna abitazione della sua Persona; e adesso vuole che sia lei a portarlo nel suo interno, e questo è necessario, perché Gesù è in Luisa quello che l’anima è nel corpo. In questo modo Lui può darle la Vita della sua Volontà (27-10-1921).
Per tanto Luisa, completandosi ormai la sua trasformazione come un’altra Umanità di Gesù, deve attuare come Lui nella sua Divinità, e questo agire dovrà sorgere dalla Divina Volontà (04-02-1919). Per questo, per la prima volta le dice alla fine del capitolo: “Perciò sii attenta”, e questo è segno che sta per iniziare una tappa nuova. In effetti, Gesù chiede a Luisa un nuovo “sì”, per farla passare dallo stadio di formazione come una Sua Umanità a quello di attuare come Lui e con Lui nella sua Divina Volontà (10-02-1919, 24-02-1919). Questo “sì”, questa decisione (che lei in genere chiama il “FIAT” e che per noi potrebbe essere una rinnovata consacrazione alla Divina Volontà), il Signore glielo chiede in diverse occasioni, ogni volta che deve passare ad una nuova tappa.
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