Avvisi importanti a chi parla di Divina Volontà
Tratto da libro di p.Pablo Martin Sanguiao “Avvisi importanti a chi parla di Divina Volontà”
La grande Notizia della Divina Volontà, che adesso Dio ci offre come vita e non solo come Legge, ha bisogno di essere trasmessa in un primo momento “da persona a persona”: “la fede dipende dunque dalla predicazione e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo” (Rom 10,17). Dopo, in un momento posteriore, si potrà dare uno scritto affinché l’altra persona entri personalmente in contatto con queste meravigliose verità, tenendo presente la promessa di Gesù alla fine del suo “Appello del Re Divino”: “Vi prego, figli miei, di leggere con attenzione queste parole che vi metto davanti e sentirete il bisogno di vivere della mia Volontà. Io Mi metterò vicino a voi quando leggerete e vi toccherò la mente, il cuore, perché comprendiate e risolviate di volere il Dono del mio Fiat Divino”.
Così si propagò il Vangelo, prima ancora che fosse scritto. I discepoli sentirono il bisogno di essere “apostoli”, evangelizzatori, vangelo vivo, e la gente vedeva e diceva: “Guarda, come si amano!” Poi arrivarono gli Apostoli e poi arrivarono i Vangeli scritti. Così avviene con gli scritti di Luisa. Altrimenti si rischia di farne “ideologia” e non Verità vissuta, indiscutibile perché vissuta.
Tutto è necessario, ogni volume. Tutti vanno preceduti dalla meravigliosa sintesi del Messaggio, che sono i tre Appelli. Inoltrandoci nei volumi (per esempio, il 15° e oltre) incominciamo a comprendere perché inizia il primo con “la novena del Natale”, perché in realtà il Tutto inizia con il decreto eterno dell’Incarnazione del Verbo, che a causa del nostro peccato (volere umano) ha dovuto incarnarsi come Redentore e “Uomo dei dolori”. I primi volumi fanno vedere tutti i guai causati dal volere umano separato dal Divino, e conducono al vero morire a noi stessi, se vogliamo dare vita in noi al Volere Divino, che incomincia a splendere, come l’aurora, a partire dall’undicesimo…
Perdere il nostro volere umano e acquistare il Volere Divino è quello che San Giovanni Battista disse: “conviene che Egli cresca ed io diminuisca”, Lui deve riempire tutto il mio essere e la mia vita, io devo lasciare totalmente il posto a Gesù, devo essere come una veste che Lo copre, come un’altra Sua umanità. In questo modo io non devo avere la mia vita per conto mio, di mia iniziativa, ma devo lasciare che sia il Signore che viva in me. Io sono la sua dimora, Lui dev’essere il padrone di casa; io devo essere il contenitore, Egli il contenuto. Allora il Signore così umile, così buono, così misericordioso, si adatta a noi, al contenitore, si adatta alla nostra capacità, al nostro modo di pensare, di agire, ecc., come un liquido si adatta al volume e alla forma del recipiente che lo contiene. Egli si adatta alla nostra piccolezza, ai nostri limiti, alla nostra mentalità, al nostro modo di sentire, di reagire, di parlare… Egli si adatta a noi, ma questo è solo l’inizio, perché per giustizia vuole che anche noi facciamo lo stesso, che anche noi ci adattiamo a Lui. Noi siamo il contenitore ed Egli è il contenuto, Lui accetta di prendere la nostra condizione umana, la nostra forma e i nostri limiti, ma vuole che anche noi perdiamo la nostra forma di pensare, di amare, di sentire, di soffrire, di pregare, di tutto; perdere la nostra forma umana per acquistare la Sua divina, perché anche Lui vuole essere il nostro contenitore, la nostra dimora.
Nel primo Volume Luisa racconta la Novena del Santo Natale, che fece quando aveva 17 anni. Nella quarta ora Gesù le diceva: “Figlia mia, vorrei abbracciarti, ma non posso, non c’è lo spazio, sono immobile, non lo posso fare; vorrei venire da te, ma non posso camminare. Per ora abbracciami e vieni tu a Me; poi, quando uscirò dal seno materno, verrò Io a te”.
Queste parole accennano ad un insegnamento fondamentale, che il Signore svilupperà poi lungo i suoi scritti. Sono come due tempi della vita spirituale. Nel primo, l’anima, aiutata dalla Grazia, è protagonista nel suo cercare Dio; nel secondo, poi, Gesù è il Divino protagonista, quando verrà all’incontro dell’anima. Ciò riguarda sia la singola anima, sia l’insieme delle anime: l’umanità.
Prima Egli, il Re, viene ad abitare nel nostro misero tugurio e si adatta con tanta umiltà, con tanto amore, con tanta pazienza a vivere in noi, a fare insieme con noi le nostre piccole cose, a condividere la nostra vita. Così noi lo invitiamo ogni giorno dicendo: “vieni, Divina Volontà, a pensare nella mia mente, a parlare nella mia voce, ad operare nelle mie mani”, ecc. Il Signore si abbassa a fare questo, ma poi Egli dice: “bene, figlio mio, adesso vieni tu a vivere con Me nel mio palazzo, nella mia reggia; perciò dimentica il tuo piccolo tugurio, vieni a prendere possesso del mio Regno, vieni a vedere ciò che faccio Io per imparare da Me e accompagnarmi in tutto”…
Tuttavia noi non andiamo subito ad abitare in modo definitivo; lo facciamo alcune volte al giorno, due, tre, cinque volte, quando ci ricordiamo, e queste volte ci affacciamo appena un po’… Poi piano, piano, sempre più, fino a quando staremo più tempo nel Suo palazzo che non nella nostra misera catapecchia, fino a quando la dimentichiamo, perché ormai viviamo sempre abitualmente nel palazzo del Re come figli suoi… A questo punto dobbiamo adattarci al modo Suo: vestire come Lui si veste, mangiare il suo Cibo, operare come Lui, avere cura di tutto, comandare, amare come Lui.
Prima è la Divina Volontà che, chiamandola, viene a fare in noi ogni cosa che dobbiamo fare, quindi si adatta a noi, si fa protagonista; ma dopo, quando già ci ha preparato sufficientemente e noi sempre più vogliamo visitare il Suo palazzo, quando le abbiamo dato sufficienti prove sicure di non volere altro che la sua Volontà e sentiamo già di non saper vivere fuori di Essa, allora siamo noi che ci adattiamo al modo Suo. Soltanto allora è veramente il tempo in cui nella preghiera spontaneamente si fanno i famosi “giri dell’anima”, cioè a quel punto incominciamo con Gesù a ripercorrere tutto quello che Egli ha fatto, le sue opere, la Creazione, la Redenzione, la Santificazione, per conoscere e possedere tutte le meraviglie che sono già nostre. Dio ce le ha date e noi dobbiamo onorarle, e nel ripercorrere tutte queste sue opere, vediamo che sono fatte con tanto amore per noi e che noi dobbiamo dargli la nostra risposta di amore in quelle stesse cose, ringraziarlo con il suo stesso ringraziamento, abbracciarlo con la sua Immensità, lodarlo con la sua Sapienza, glorificarlo con la sua stessa Gloria, amarlo con il suo stesso eterno Amore. Così, prima Lui si adatta a noi, dopo vuole che noi ci adattiamo a Lui.
Ecco la prima parte, è quel tipo di preghiera: “Vieni, Divina Volontà, a pensare nella mia mente, a camminare nei miei passi”, ecc., Sì, tutto questo è bello, è importante, è necessario, ma è solo l’inizio. Dopo, quando si va crescendo come Gesù (che cresceva in età, sapienza e grazia) dobbiamo crescere in conoscenza, in sapienza, in amore. Ecco perché è necessario leggere molto gli scritti di Luisa e condividere con Gesù tutto ciò che è Suo. Solo allora cominciamo a sentire che tutte quelle cose del Signore, le opere di Dio, ci appartengono, sono nostre e perciò le riconosciamo e amiamo, ed ecco, solo così si può parlare di “fare i giri”; ma se questo ancora non c’è, è inutile, non serve a niente dire che facciamo “i giri”. Il Signore dice: “ma quali giri, se ancora tu non mi conosci, se non conosci le mie opere, se ancora vivi nella tua piccola capanna? Tu non sai che cosa c’è nel palazzo del Re, finché non lasci veramente la tua capanna, la tua volontà, e vieni a vivere nella mia Reggia, nel palazzo regale, non sai che cosa c’è nel mio Regno”.
Il Signore dice: è vero che Io te lo voglio dare, ma tu ancora non lo ricevi; quando tu mi chiedi la mia Volontà, Io te la do, ma tu la ricevi solo quando mi dai davvero la tua. Invochiamo il Signore per molto tempo, ed Egli forse per una vita intera ci chiede, ci domanda in molti modi: “Mi vuoi dare davvero la tua volontà, vuoi rinnegare te stesso, prendere la tua croce e seguirmi”, come ho detto nel Vangelo? Davvero vuoi non dare niente a te stesso per dare tutto a Me?
Avvisi importanti a chi parla di Divina Volontà
Gesù vuole essere il Protagonista di ogni pagina della nostra vita, come il Padre lo è di ogni pagina della sua Vita: “il Padre, che è in Me, compie le sue opere” (Gv 14,10). Questo lo hanno saputo bene tutti i Santi: “Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20). Ma adesso è arrivato il momento in cui vuole che anche noi viviamo in Lui, che diventiamo partecipi e co-protagonisti di ogni pagina della sua Vita, cominciando dalla prima, che ci uniamo consapevolmente a Lui fin dalla sua incarnazione, quando “entrando nel mondo” Egli ha detto: “Eccomi, o Padre, che vengo per fare la tua Volontà” (Ebrei, 10,7).
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