Novena dell’ Immacolata
negli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta,
“la piccola Figlia della Divina Volontà”
A cura di P. Pablo Martín
Primo giorno – 29 Novembre
“Figlia mia, ascoltami, è il mio Cuore materno che ti ama tanto e che vuole versarsi sopra di te… Tu devi sapere che conobbi la mia volontà umana solo per tenerla sacrificata in omaggio al mio Creatore; la mia vita fu tutta di Volontà Divina. Dal primo istante del mio Concepimento fui plasmata, riscaldata e messa nella sua Luce, la quale purificò con la sua potenza il mio germe umano, così che restai concepita senza macchia originale. Perciò, se il mio Concepimento fu senza macchia e così glorioso da formare l’onore della Famiglia Divina, fu solo perché il FIAT onnipotente si riversò sul mio germe, e pura e santa restai concepita. Sicché, se il Volere Divino non si fosse riversato sopra il mio germe più che una tenera madre, per impedire gli effetti del peccato originale, avrei incontrato la triste sorte delle altre creature, di essere concepita col peccato originale. Perciò, tutta la causa primaria fu la Divina Volontà. Ad Essa sia l’onore, la gloria, il ringraziamento d’essere tutta concepita senza macchia d’origine”. [La Regina del Cielo, 1° giorno]
… “Non appena il Volere Divino si riversò sul mio germe umano per impedire i tristi effetti della colpa, la Divinità sorrise, si mise in festa nel vedere nel mio germe quel germe umano puro e santo, come uscì dalle loro mani creatrici nella creazione dell’uomo. Ed il FIAT Divino fece il secondo passo in me, col portare questo mio germe umano, da Esso purificato e santificato, innanzi alla Divinità, affinché si riversasse a torrenti sulla mia piccolezza in atto di essere concepita, e la Divinità, scorgendo in me bella e pura la loro opera creatrice, sorrise di compiacimento e, volendomi festeggiare, il Padre Celeste versò su di me mari di potenza, il Figlio mari di sapienza, lo Spirito Santo mari d’amore. Sicché Io restai concepita nella luce interminabile della Divina Volontà ed in mezzo a questi mari divini, che la mia piccolezza non poteva contenere, formavo onde altissime per rimandarle come omaggi d’amore e gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. E la Trinità era tutt’occhio su di me, e per non farsi vincere da me in amore, sorridendomi e vezzeggiandomi mi mandava altri mari, i quali mi abbellivano tanto che, come fu formata la mia piccola umanità, acquistai la virtù rapitrice di rapire il mio Creatore. E si faceva veramente rapire, tanto che tra me e Dio fu sempre festa, nulla ci negammo a vicenda; Io non Gli negai mai nulla e Lui neppure. Ma sai tu chi mi animava con questa forza rapitrice? La Divina Volontà, che come vita regnava in me. Perciò la forza dell’Ente Supremo era la mia e perciò avevamo uguale forza per rapirci a vicenda”. [idem, 2° giorno]
Secondo giorno – 30 Novembre
“Figlia mia, l’Immacolato Concepimento della mia diletta Mamma fu prodigioso e in tutto meraviglioso, tanto che Cieli e terra ne stupirono e fecero festa. Tutte e Tre le Divine Persone fecero a gara: il Padre fece sboccare un mare immenso di Potenza; Io, Figlio, un mare infinito di Sapienza, e lo Spirito Santo un mare immenso d’eterno Amore, che confondendosi in un solo mare formarono uno solo, ed in mezzo a questo mare fu formato il Concepimento di questa Vergine, eletta fra le elette. Sicché la Divinità somministrò la sostanza di questo Concepimento. E non solo era centro di vita di questa mirabile e singolare creatura, ma questo mare le stava d’intorno, non solo per tenerla difesa da tutto ciò che potesse ombrarla, ma per darle in ogni istante nuove bellezze, nuove grazie, potenza, sapienza, amore, privilegi, eccetera. Sicché la sua piccola natura fu concepita nel centro di questo mare, e si formò e crebbe sotto l’influsso di queste onde divine.
Tanto che, non appena fu formata questa nobile e singolare creatura, [Dio] non volle aspettare come il solito delle altre creature; voleva i suoi amplessi, il ricambio del suo amore, i suoi baci, godersi i suoi innocenti sorrisi; e perciò, non appena fu formato il suo Concepimento, le diedi l’uso di ragione, la dotai di tutte le scienze, le feci conoscere le nostre gioie e i nostri dolori a riguardo della Creazione; e fin dal seno materno Lei veniva nel Cielo, ai piedi del nostro trono, per darci gli amplessi, il ricambio del suo amore, i suoi teneri baci, e gettandosi nelle nostre braccia ci sorrideva con tale compiacenza di gratitudine e di ringraziamento, da strappare i nostri sorrisi. Oh, come era bello vedere questa innocente e privilegiata creatura, arricchita di tutte le qualità divine, venire in mezzo a Noi, tutta amore, tutta fiducia, senza paura, perché solo il peccato è quello che mette distanza tra Creatore e creatura, spezza l’amore, sperde la fiducia ed incute timore. Sicché Lei veniva in mezzo a Noi come Regina, che col suo amore, dato da Noi, ci dominava, ci rapiva, ci metteva in festa e si faceva rapitrice di altro amore; e Noi la facevamo fare, godevamo dell’amore che ci rapiva e la costituimmo Regina del Cielo e della terra.
Cielo e terra esultarono e fecero festa insieme con Noi, nell’avere dopo tanti secoli la loro Regina… Il sole sorrise nella sua luce e si credette fortunato nel dover servire la sua Regina col darle la luce. Il cielo, le stelle e tutto l’universo sorrisero di gioia e fecero festa, perché dovevano allietare la loro Regina, facendole vedere l’armonia delle sfere e della loro bellezza. Sorrisero le piante, ché dovevano nutrire la loro Regina; e anche la terra sorrise e si sentì nobilitata nel dover dare l’abitazione e farsi calpestare dai passi della sua Imperatrice. Solo l’inferno pianse e si sentì perdere le forze dal dominio di questa Sovrana Signora.
Ma sai tu quale fu il primo atto che fece questa Celeste Creatura quando si trovò la prima volta innanzi al nostro trono? Lei conobbe che tutto il male dell’uomo era stato la rottura tra la volontà sua e quella del suo Creatore, e Lei ebbe un tremito e, senza frapporre tempo in mezzo, legò la sua volontà ai piedi del mio trono, senza neppure volerla conoscere; e la mia Volontà si legò a Lei e si costituì centro di vita, tanto che tra Lei e Noi si aprirono tutte le correnti, tutti i rapporti, tutte le comunicazioni, e non ci fu segreto che non le affidammo. Fu proprio questo l’atto più bello, più grande, più eroico che fece, il deporre ai nostri piedi la sua volontà, e che a Noi, come rapiti, ce la fece costituire Regina di tutti. Vedi, dunque, che significa legarsi con la mia Volontà e non conoscere la propria?
Il secondo atto fu offrirsi a qualunque sacrificio per amore nostro. Il terzo, restituirci l’onore, la gloria di tutta la Creazione, che l’uomo ci aveva tolto col fare la sua volontà; e fin dal seno materno pianse per amore nostro, ché ci vide offesi, e pianse per dolore dell’uomo colpevole… Oh, come ci intenerivano queste lacrime innocenti ed affrettavano la sospirata Redenzione! Questa Regina ci dominava, ci legava, ci strappava grazie infinite; ci inclinava tanto verso il genere umano, che non potevamo né sapevamo resistere alle sue replicate istanze. Ma donde le veniva un tale potere e tanta ascendenza sulla stessa Divinità? Ah, tu l’hai capito: era la potenza del nostro Volere che agiva in Lei, che mentre la dominava, la rendeva dominatrice di Dio medesimo. E poi, come potevamo resistere a sì innocente creatura, posseduta dalla Potenza e Santità del nostro Volere? Sarebbe stato resistere a Noi stessi. Noi scorgevamo in Lei le nostre qualità divine; come onde affluivano su di Lei i riverberi della nostra Santità, i riverberi dei modi divini, nel nostro Amore, della nostra Potenza, eccetera, e il nostro Volere, che ne era il centro, a cui attirava tutti i riverberi delle nostre qualità divine, si faceva corona e difesa della Divinità abitante in Lei. Se questa Vergine Immacolata non avesse avuto il Volere Divino come centro di vita, tutte le altre prerogative e privilegi di cui tanto l’arricchimmo sarebbero stati un bel nulla a confronto di questo. Fu questo che le confermò e le conservò i tanti privilegi, anzi, in ogni istante moltiplicava dei nuovi.
Ecco, perciò, la causa perché la costituimmo Regina di tutti, perché quando Noi operiamo lo facciamo con ragione, sapienza e giustizia: perché mai diede vita al suo volere umano, ma fu sempre integro il nostro Volere in Lei. Come potevamo dire ad un’altra creatura: “Tu sei regina del cielo, del sole, delle stelle, ecc.”, se invece di avere il nostro Volere per dominio, fosse dominata dal suo volere umano? Tutti gli elementi, cielo, sole, terra, si sarebbero sottratti al regime e dominio di questa creatura; tutti avrebbero gridato nel loro muto linguaggio: “Non la vogliamo! Noi siamo superiori a lei, perché mai ci siamo sottratti dal tuo eterno Volere”. “Quale mi creasti, tale sono”, avrebbero gridato il sole con la sua luce, le stelle col loro scintillio, il mare con le sue onde, e così tutto il resto.
Invece, come tutti sentirono il dominio di questa Vergine eccelsa, che, quasi come loro sorella, non volle mai conoscere la sua volontà, ma solo quella di Dio, non solo fecero festa, ma si sentirono onorati di avere la loro Regina e corsero intorno a Lei a farle corteggio e a tributarle gli ossequi, col mettersi la luna come sgabello ai suoi piedi, le stelle come corona, il sole come diadema, gli angeli come servi, gli uomini come attendendo… Tutti, tutti le fecero onore e le resero i loro ossequi. Non c’è onore o gloria che non si possa dare al nostro Volere, sia che agisca in Noi, nella sua propria sede, sia che abiti nella creatura.
Ma sai tu quale fu il primo atto che fece questa nobile Regina quando, uscendo dal seno materno, aprì gli occhi alla luce di questo basso mondo? Mentre Ella nacque, gli angeli le cantarono le ninne alla Celeste Bambina, ed essa restò rapita e la sua bell’anima uscì dal suo corpicino, accompagnata da schiere angeliche, e girò terra e Cielo, andando a raccogliere tutto l’Amore che Dio aveva sparso in tutto il Creato, e penetrando nell’Empireo venne ai piedi del nostro trono e ci offrì il ricambio dell’amore di tutto il Creato e pronunciò il suo primo “grazie” a nome di tutti. Oh, come ci sentimmo felici nel sentire il “grazie” di questa Bambinella Regina, e le confermammo tutte le grazie, tutti i doni, da farle superare tutte le altre creature unite insieme. Poi, gettandosi nelle nostre braccia, si deliziò con Noi, nuotando nel pelago di tutti i contenti, restando abbellita di nuova bellezza, di nuova luce e di nuovo amore; supplicò di nuovo per il genere umano, pregandoci con lacrime che scendesse il Verbo Eterno per salvare i suoi fratelli. Ma mentre ciò faceva, il nostro Volere le fece conoscere che scendesse alla terra, e Lei subito lasciò i nostri contenti e gioie e si partì, per fare… che cosa? Il nostro Volere.
Quale calamita potente era il nostro Volere, abitante in terra in questa neonata Regina! Non ci pareva più estranea la terra, non ci sentivamo più di colpirla facendo uso della nostra Giustizia; avevamo la Potenza della nostra Volontà, che in questa innocente Bambina ci spezzava le braccia, ci sorrideva dalla terra e cambiava la Giustizia in grazie e in dolce sorriso, tanto che, non potendo resistere al dolce incanto, il Verbo Eterno affrettò il suo corso. O prodigio del mio Volere Divino, a Te tutto si deve, per Te si compie tutto, e non c’è prodigio più grande del mio Volere abitante nella creatura!” (15°, 8-12-1922)
Terzo giorno – 1° Dicembre
Stavo pensando all’Immacolato Concepimento della mia Mamma Regina, e il mio sempre amabile Gesù, dopo aver fatto la santa Comunione, si faceva vedere nel mio interno, come dentro di una stanza tutta luce, e in questa luce faceva vedere tutto ciò che aveva fatto in tutto il corso della sua vita. Si vedevano schierati in ordine tutti i suoi meriti, le sue opere, le sue pene, le sue piaghe, il suo sangue, tutto ciò che conteneva la vita di un Uomo e Dio, come in atto di prevenire un’anima a Lui tanto, tanto cara, da qualunque minimo male che potesse ombrarla.
Io stupivo nel vedere tanta attenzione di Gesù, e Lui mi ha detto: “Alla mia piccola neonata voglio far conoscere l’Immacolato Concepimento della Vergine, concepita senza peccato.
Tu devi prima sapere che la mia Divinità è un atto solo. Tutti gli atti si concentrano in uno solo. Questo significa essere Dio, il portento più grande della nostra Essenza Divina, non essere soggetto a successione di atti; e se sembra alla creatura che ora facciamo una cosa e ora un’altra, è piuttosto che facciamo conoscere ciò che c’è in quell’atto solo, che essendo la creatura incapace di conoscerlo tutto di un solo colpo, glielo facciamo conoscere a poco a poco. Ora, tutto ciò che Io, Verbo Eterno, dovevo fare nella mia assunta Umanità, formava un solo atto con quell’atto solo che contiene la mia Divinità. Sicché prima che questa nobile creatura fosse concepita, esisteva tutto ciò che doveva fare sulla terra il Verbo Eterno. Onde nell’atto che questa Vergine fu concepita, si schierarono intorno al suo concepimento tutti i miei meriti, le mie pene, il mio sangue, tutto ciò che conteneva la vita di un Uomo e Dio, e restò concepita negli interminabili abissi dei miei meriti, del mio sangue divino, nel mare immenso delle mie pene. In virtù di essi restò immacolata, bella e pura. Al nemico restò sbarrato il passo dagli incalcolabili meriti miei, e non potette recarle nessun nocumento. Era giusto che chi doveva concepire il Figlio di un Dio dovesse essere prima Lei concepita nelle opere di questo Dio, per poter avere la virtù di concepire quel Verbo che doveva venire a redimere il genere umano. Sicché Lei prima restò concepita in Me ed Io restai concepito in Lei. Non restava altro che a tempo opportuno farlo conoscere alle creature, ma nella Divinità era come già fatto. Perciò, quella che più raccolse i frutti della Redenzione, anzi, che ebbe il frutto completo, fu questa eccelsa creatura, che, essendo concepita in essa, amò, stimò e conservò come roba sua tutto ciò che il Figlio di Dio operò sulla terra. Oh, la bellezza di questa tenera piccina! Era un prodigio della Grazia, un portento della nostra Divinità. Crebbe come figlia nostra, fu il nostro decoro, la nostra allegrezza, l’onore e la gloria nostra”.
Onde, mentre ciò diceva il mio dolce Gesù, io pensavo nella mia mente: “È vero che la mia Regina Mamma fu concepita negli interminabili meriti del mio Gesù, ma il sangue e il corpo furono concepiti nel seno di S. Anna, la quale non era esente dalla macchia d’origine; dunque, come può essere che nulla ereditò dai tanti mali che tutti abbiamo ereditato dal peccato del nostro primo padre Adamo?”
E Gesù: “Figlia mia, tu non hai capito ancora che tutto il male sta nella volontà. La volontà travolse l’uomo, cioè, la sua natura, non la natura travolse la volontà dell’uomo, sicché la natura restò al suo posto, quale fu da Me creata; nulla cambiò, fu la sua volontà che si cambiò e si mise, niente meno, contro una Volontà Divina, e questa volontà ribelle travolse la sua natura, la debilitò, la contaminò e la rese schiava di vilissime passioni. Successe come ad un recipiente pieno di profumi o di cose preziose: se si svuota di ciò e si riempie di marciume o di cose vili, forse cambia il recipiente? Cambia ciò che si mette dentro, ma esso è sempre quello che è. Al più si rende più o meno apprezzabile a seconda di ciò che contiene. Tale fu dell’uomo. Ora, alla mia Mamma l’essere concepita in una creatura della razza umana non le recò nessun nocumento, perché la sua anima era immune da ogni colpa. Tra la sua volontà e quella del suo Dio non c’era divisione, le correnti divine non trovavano intoppo né opposizione per riversarsi su di Lei e in ogni istante stava sotto la pioggia dirotta di nuove grazie. Onde con questa volontà e quest’anima tutta santa, tutta pura, tutta bella, il recipiente del suo corpo che prese dalla sua madre restò profumato, riabilitato, ordinato, divinizzato, in modo da restare esente anche da tutti i mali naturali di cui è invasa la natura umana.
Ah, sì, fu proprio Lei che ricevette il germe del «FIAT VOLUNTAS TUA, come in Cielo, così in terra», il quale la nobilitò e la restituì al suo principio, quale fu da Noi creato l’uomo prima che peccasse, anzi, glielo fece sorpassare, la abbellì di più ancora ai continui flussi di quel ‘FIAT’, il solo che ha virtù di riprodurre immagini tutte simili a Colui che le ha creato. E in virtù di questa Volontà Divina che agiva in Lei, si può dire che ciò che Dio è per natura Lei lo è per grazia. La nostra Volontà tutto può fare e dovunque giungere, quando l’anima ci dà libertà di agire e non interrompe con la sua volontà umana il nostro operato”. (16°, 8-12-1923)
Quarto giorno – 2 Dicembre
Stavo pensando all’Immacolato Concepimento della Sovrana Regina Mamma. Nella mia mente affluivano i pregi, le bellezze e i prodigi del suo Immacolato Concepimento, prodigio che supera tutti gli altri prodigi fatti da Dio in tutta la Creazione.
Ora, mentre ciò pensavo, dicevo tra me: “Grande è il prodigio dell’Immacolato Concepimento, ma la mia Mamma Celeste non ebbe nessuna prova nel suo Concepimento; tutto Le fu propizio, tanto da parte di Dio, quanto da parte della sua natura, creata da Dio così felice, così santa, così privilegiata. Dunque, quale fu il suo eroismo e la sua prova? Se non fu escluso l’Angelo nel Cielo, Adamo nell’Eden, solo la Regina di tutti doveva essere esclusa dall’aureola più bella che la prova doveva mettere sul suo capo augusto di Regina e di Madre del Figlio di Dio?”
Mentre ciò pensavo, il mio amabile Gesù, movendosi nel mio interno, mi ha detto: “Figlia mia, nessuno può essere a Me accettabile senza la prova. Se non ci fosse stata la prova, avrei avuto una Madre schiava, non libera, e la schiavitù non entra nei nostri rapporti, né nelle nostre opere, né può prendere parte al nostro libero amore. La mia Mamma ebbe la sua prima prova fin dal primo istante del suo Concepimento. Non appena ebbe il suo primo atto di ragione, conobbe la sua volontà umana da una parte e la Volontà Divina dall’altra, e fu lasciata libera, a quale delle due volontà doveva aderire, e Lei, senza perdere un istante e conoscendo tutta l’entità del sacrificio che faceva, ci donò la sua volontà, senza volerla conoscere, e Noi le facemmo dono della nostra. Ed in questo scambio di donazione di volontà d’ambo le parti, affluirono tutti i pregi, le bellezze, i prodigi, i mari immensi di grazia nell’Immacolato Concepimento della più privilegiata di tutte le creature. È sempre la volontà che sono solito di provare. Tutti i sacrifici, anche la morte, senza la volontà, mi farebbero schifo e non attirerebbero neppure uno dei miei sguardi.
Ma vuoi sapere tu quale fu il più grande prodigio operato da Noi in questa Creatura sì santa e il più grande eroismo, che nessuno potrà mai eguagliare, di sì bella creatura? La sua vita la incominciò con la nostra Volontà, la seguì e la compì. Sicché si può dire che compì da dove incominciò e cominciò da dove compì. E il nostro più grande prodigio fu che in ogni suo pensiero, parola, respiro, palpito, moto e passo, il nostro Volere sboccava su di Lei e Lei ci offriva l’eroismo di un pensiero, di una parola, di un respiro, di un palpito divino ed eterno, operante in essa. Questo la elevava tanto, che ciò che Noi eravamo per natura Lei lo era per grazia. Tutte le altre sue prerogative, i suoi privilegi, il suo stesso Immacolato Concepimento sarebbero stati un nulla a confronto di questo grande prodigio, anzi, fu questo che la confermò e la rese stabile e forte in tutta la sua vita. La mia Volontà continua, sboccante su di Lei, le partecipava la Natura Divina, e il suo continuo riceverla La rese forte nell’amore, forte nel dolore, distinta fra tutti. Fu questa nostra Volontà operante in Lei quella che attirò il Verbo sulla terra, che formò il seme della Fecondità Divina, per poter concepire un uomo e Dio senza opera umana, e la fece degna di essere Madre del suo stesso Creatore”. (17°, 8-12-1924)
Quinto giorno – 3 Dicembre
“Figlia mia, la mia Mamma fu concepita senza macchia originale per poter impetrare il sospirato Redentore, perché era giusto e decoroso che in chi doveva essermi Madre, neppure il germe della colpa avesse avuto mai esistenza in Lei, e doveva essere la più nobile, la più santa di tutte le creature, ma di una nobiltà divina e di una santità tutta simile al suo Creatore, per poter trovare in Lei tanta grazia e capacità, da poter concepire il Santo dei santi, il Verbo Eterno. Molte volte si fa anche questo dalle creature, che se devono conservare cose preziose e di grande valore, preparano vasi tersissimi e di un valore equivalente alle cose preziose che si devono conservare in essi. Invece, se sono cose ordinarie e di poco valore, si preparano vasi di creta e di pochissimo valore, non si ha cura di tenerli sotto chiave come il vaso tersissimo, ma li tengono esposti, sicché dalla preziosità del vaso e da come si tiene custodito si può conoscere se le cose che contiene sono preziose e di grande valore. Ora, dovendo Io ricevere il suo sangue per essere concepito nel suo seno, era giusto che tanto l’anima quanto il suo corpo fossero tersissimi e Lei fosse arricchita di tutte le grazie, privilegi e prerogative possibili ed immaginabili che Dio può dare e la creatura ricevere…” (19°, 19-3-1926)
Sesto giorno – 4 Dicembre
“Figlia mia, l’Immacolata Maria, piccola luce della stirpe umana, perché l’umana terra le diede l’origine, fu sempre figlia della luce perché nessuna macchia entrò in questa luce; ma sai tu dove sta tutta la sua grandezza? Chi le diede la sovranità? Chi formò i mari di luce, di santità, di grazia, d’amore, di bellezza, di potenza, dentro e fuori di Lei? Figlia mia, l’umano non sa fare mai cose grandi né dare cose grandi, sicché la Regina Celeste sarebbe rimasta la piccola luce, se Lei non avesse messo da parte il suo volere, che era la piccola luce, non facendosi investire dal mio Volere Divino e sperdendo la sua piccola luce in esso, il quale non è piccola luce ma Sole interminabile, che, investendola tutta, formò intorno a Lei mari di luce, di grazia, di santità; la abbellì tanto da renderla tutta bella, con tutte le tinte della bellezza divina, da innamorare Colui che la aveva creata.
L’Immacolato suo concepimento, per quanto bello e puro, era sempre piccola luce, non avrebbe avuto né potenza, né luce sufficiente per poter formare mari di luce e di santità, se il nostro Volere Divino non avesse investito la piccola luce per convertirla in sole, e [se] la piccola luce, qual era la volontà della Sovrana Celeste, non si fosse contentata di sperdersi nel Sole del «FIAT» Divino per farsi dominare da esso. Fu questo il gran portento, il regno della mia Volontà Divina in Lei. Con questa tutto ciò che faceva diventava luce, si nutriva di luce, niente usciva da Lei che non fosse luce, perché aveva in suo potere il Sole del mio Volere Divino, per cui quanta luce voleva attingere tanta ne attingeva. E siccome la proprietà della luce è diffondersi, dominare, fecondare, illuminare, riscaldare, ecco perciò che l’altezza della Sovrana Regina, col Sole della mia Volontà Divina che possedeva, si diffuse in Dio e, dominandolo, lo piegò a farlo scendere sulla terra, restò feconda del Verbo Eterno, illuminò e riscaldò il genere umano. Si può dire che fece tutto in virtù del regno del mio Volere che possedeva; tutte le altre prerogative si possono chiamare ornamenti di questa Madre Regina, ma la sostanza di tutti i suoi beni, della sua altezza, bellezza, grandezza e sovranità, fu che possedette il regno della mia Volontà. Perciò di Lei si dice il meno, e del più non fanno parola. Ciò significa che della mia Volontà poco o nulla conoscono, perciò sono quasi tutti muti per essa.” (23°, 8-12-1927)
Settimo giorno – 5 Dicembre
“Figlia mia, il germe dal quale fu concepita la Sovrana Celeste fu preso dalla stirpe umana, perché anche Lei ebbe la sua vita umana come tutte le altre creature, come l’ebbi anch’Io; però c’è questa gran differenza, non concessa a nessun’altra creatura: che in questo germe umano, prima che venisse concepita[1] la sua bell’anima, il mio «Fiat» accentrò con la sua onnipotenza i suoi raggi in esso e con la sua luce e calore annientò e fece morire ciò che di male c’era in esso, purificandolo del tutto e rendendolo puro, santo ed esente dalla macchia d’origine, e poi fu concepita in questo germe l’Immacolata Bambina. Sicché tutto il portento dell’Immacolato concepimento fu operato dalla mia Divina Volontà[2]; non fece un altro germe umano né lo distrusse, ma lo purificò, e col suo calore e luce gli tolse tutti gli umori che questo germe aveva contratto dal peccato d’Adamo, e fece ritornare il germe umano in Lei come era uscito dalle nostre mani creatrici.
Perciò, come fu concepita la piccola Vergine Regina, così fu concepito in Lei e nelle umane generazioni il regno della mia Divina Volontà, perché Noi, nel formare e dare ad una creatura grazie sorprendenti, guardiamo in Lei tutta l’umanità dell’umana famiglia[3], come se fosse una sola. Vedi dunque: come fu concepita la Vergine in questo germe esente da ogni macchia, che fu tutta opera del «Fiat» Divino, così restò concepito di nuovo nell’umanità il suo regno divino, e come nacque l’Immacolata Verginella, così fu restituito il diritto di poterlo possedere.
Ora, venendo Io sulla terra a prendere umana carne, mi servii del germe della Sovrana del Cielo, e si può dire che insieme con Lei lavorammo per formare di nuovo questo nostro regno nelle umane generazioni. Quindi non resta altro che conoscerlo per possederlo. E perciò sto manifestando ciò che appartiene al regno e alla mia Volontà Divina, affinché la creatura batta le sue vie, segua i nostri passi ed entri in possesso di Essa, e la mia Divina Volontà col suo calore e luce ripeterà il prodigio di togliere gli umori cattivi che possiede il germe umano. E per essere sicura metterà il germe della sua luce e calore e si costituirà vita del germe; così si scambieranno il possesso, la mia Divina Volontà prenderà possesso del germe per formarvi la sua vita di luce, di calore e santità, e la creatura ritornerà a prendere di nuovo possesso del regno del mio «Fiat» Divino. Vedi dunque, figlia mia, tutto sta preparato, non ci vuole altro che farlo conoscere, e perciò Io ho tanta premura che si conosca ciò che riguarda il mio Divin Volere, per gettare nelle creature il desiderio di possedere un sì gran bene, affinché la mia Volontà, attirata dai loro desideri, possa accentrare i suoi raggi luminosi e compiere col suo calore il prodigio di restituire il diritto di possedere il suo regno di pace, di felicità e di santità.” (24°, 16.09.1928)
Ottavo giorno – 6 Dicembre
“Figlia mia, il concepimento della Vergine Immacolata fu un atto nuovo della nostra Volontà, nuovo nel modo, nuovo nel tempo, nuovo nella grazia; in Lei fu rinnovata tutta la Creazione. Nella nostra onniveggenza ed immensità, chiamammo tutte le creature, tutti i loro atti buoni presenti, passati e futuri come se fossero uno solo, affinché su tutti e su tutto fosse formato questo concepimento, per dare il diritto a tutti e su tutto, non con le parole, ma coi fatti. Quando la nostra Volontà fa un atto che deve servire al bene universale di tutti, non mette nessuno da parte e, facendo uso della sua onnipotenza, riunisce tutto insieme, creature ed atti di esse, tranne il peccato, perché il male non entra negli atti nostri, e compie l’atto che vuol fare.
Vedi, anche i tuoi atti contribuirono; mettesti la tua parte, perciò con diritto sei la figlia sua e la Vergine Regina con diritto è la Mamma tua. Ma sai perché tenemmo questo modo nel [far] uscire alla luce questa santa creatura? Per rinnovare la Creazione tutta, per amarla di nuovo amore e per mettere al sicuro tutti e tutto, come sotto le ali di questa creatura e Madre Celeste. Le nostre opere non le facciamo mai isolate, ma partiamo sempre dal nostro atto unico e solo, e mentre è unico unisce tutto e fa tutto come se fossero una sola [opera]. È questa la nostra onnipotenza, la nostra forza creatrice: in un solo atto fare tutto, trovare tutto e far bene a tutti.” (31°, 09.10.1932)
Nono giorno – 7 Dicembre
Stavo pensando: perché tutta la Creazione esultò di gioia e tanto festeggiò l’Immacolata Regina nel suo Immacolato concepimento?
Ed il mio sempre amabile Gesù, movendosi nel mio interno, mi ha detto: “Figlia mia, vuoi sapere il perché? Perché la Divina Volontà ebbe il principio della sua vita nella bambinella celeste, quindi il principio di tutti i beni in tutte le creature. Non c’è bene che nella mia Divina Volontà non incominci, scenda e salga alla sua sorgente. Quindi questa celeste bambina, avendo cominciato la sua vita fin dal suo Immacolato concepimento nel «Fiat» Divino ed essendo Lei della stirpe umana, con la mia Volontà acquistò la Vita divina e con la sua umanità possedette l’origine umana. Onde ebbe la potenza di unire il divino e l’umano e diede a Dio ciò che l’umano non Gli aveva dato e [Gli aveva] negato, qual era la sua volontà, e diede agli uomini il diritto di poter salire agli amplessi del suo Creatore. Con la potenza del nostro «Fiat» che aveva in suo potere legava Dio e gli uomini. Sicché tutta la Creazione, Cielo e terra, e perfino l’inferno, sentirono nell’Immacolato concepimento di questa Vergine bambinella, neonata appena nel seno della sua mamma, la forza dell’ordine che Lei metteva in tutta la Creazione, con la mia Volontà si affratellava con tutti, si abbracciava con tutti, amava tutto e tutti e tutti la sospiravano, l’amavano e si sentivano onorati di adorare in questa privilegiata creatura la Divina Volontà. Come non doveva festeggiare tutta la Creazione? Perché fino allora l’uomo era stato il disordine fra tutte le cose create. Nessuno aveva avuto il coraggio, l’eroismo di dire al suo Creatore: «non voglio conoscere la mia volontà, te ne faccio un dono, voglio come vita solo il tuo Volere Divino». Invece questa Vergine Santa donò la sua volontà per vivere della Divina, e perciò la Creazione tutta sentì la felicità dell’ordine che per mezzo suo le veniva restituito, e a gara fecero il cielo, il sole, il mare e tutti, per onorare Colei che, possedendo il mio «Fiat», dava il bacio dell’ordine a tutte le cose create. E il mio Volere Divino le metteva in mano lo scettro di Regina divina e le cingeva la fronte con la corona del comando, costituendola Imperatrice di tutto l’universo.” (…)
“Figlia mia, (…) oggi è la festa dell’Immacolato concepimento. Mari d’amore, di bellezza, di potenza e di felicità straripano dalla Divinità su questa celestiale creatura, e ciò che impedisce che le creature possano entrare in questi mari è l’umana volontà. Ciò che Noi facciamo una volta, rimane nell’atto continuato di [essere] fatto sempre, senza mai cessare. Nella Divinità è natura dare, senza che mai finisca l’atto. Quindi questi mari stanno straripando ancora e la Regina Madre aspetta le sue figlie, per farle vivere in questi mari e farle tante piccole regine. Però è vietato entrare [al]l’umana volontà, non c’è luogo per essa, e solo può avere accesso chi vive di Volontà Divina. Perciò, figlia mia, puoi entrare quando vuoi nei mari della Mamma tua. La mia Divina Volontà ti garantisce e con Essa avrai libero il passo e l’entrata, anzi Lei ti aspetta, ti vuole. E renderai Noi e Lei doppiamente felici, per causa della tua felicità. Noi ci sentiamo più felici nel dare, e quando la creatura non prende i nostri beni soffoca in Noi la felicità che vogliamo darle. Perciò non voglio che [tu] stia oppressa: oggi è la festa più grande, perché la Divina Volontà ebbe vita nella Regina del Cielo; fu la festa di tutte le feste, fu il primo bacio, il primo amplesso divino che la creatura dava al suo Creatore, in virtù del nostro «Fiat» che la Sovrana bambina possedeva, la creatura che si sedeva a mensa col suo Creatore. Quindi oggi è anche la festa tua, in modo speciale per la missione data [a te] della mia Divina Volontà. Perciò vieni nei mari dell’Immacolata Regina a godere la sua e la tua festa.”
Onde mi son sentita trasportare fuori di me stessa in questi mari interminabili, ma mi mancano i vocaboli per dire ciò che ho provato, perciò faccio punto e passo avanti. Dopo ciò, il giorno [d’oggi] il Confessore ha letto pubblicamente ciò che sta scritto nel 15º Volume sull’Immacolato concepimento, e il mio amato Gesù, come sentiva leggere, faceva festa nel mio interno e mi ha detto: “Figlia mia, come ne sono contento! Oggi si può dire che la mia Mamma Sovrana riceve dalla Chiesa gli onori divini, onorando in Lei come primo atto della sua vita la vita della Divina Volontà. Questi sono gli onori più grandi che si possano dare, ché il volere umano non ebbe mai vita in Lei, ma sempre, sempre la Divina Volontà. Questo fu tutto il segreto della sua santità, della sua altezza, potenza, bellezza, grandezza e simili; fu il mio «Fiat» che col suo calore estinse la macchia d’origine e la concepì Immacolata e pura. E la mia Chiesa, invece di onorare la mia Volontà Divina, causa primaria e atto primo, onorava gli effetti di Essa e la proclamava Immacolata, concepita senza peccato. Si può dire che la Chiesa le dava gli onori umani e non gli onori divini, quale giustamente si merita, perché una Volontà Divina ebbe vita continua in Lei. E questo era un dolore per Me e per Lei, perché né Io ricevevo dalla mia Chiesa gli onori di una Volontà Divina abitante nella Regina del Cielo, né Lei gli onori dovuti perché diede in Lei luogo di formare la vita del «Fiat» Supremo. Perciò oggi, col fare conoscere che il prodigio del mio Volere fu tutto in Lei, [e] tutte le altre sue prerogative e privilegi furono in ordine secondario e come conseguenza degli effetti di quella Volontà Divina che la dominava, si può dire che oggi si festeggia con decoro, gloria divina e magnificenza la festa dell’Immacolato concepimento, che si può chiamare con più verità «il concepimento della Divina Volontà nella Sovrana del Cielo». E questo concepimento fu conseguenza di tutto ciò che è e fece e dei grandi prodigi di questa Celeste Bambina.”
Dopo ciò, con un’enfasi più tenera, ha soggiunto: “Figlia mia, com’era bello, dilettevole, vedere questa Celeste bambinella fin dal suo Immacolato Concepimento! Si guardava e si vedeva la sua piccola terra, presa dalla stirpe umana, e dentro questa piccola terra si vedeva il Sole del nostro Eterno Volere, che non potendolo contenere straripava fuori di Lei e si allungava [tanto] che riempiva Cielo e terra. Facemmo un prodigio della nostra onnipotenza, per fare che la piccola terra della piccola Reginetta, potesse racchiudere il Sole del nostro Volere Divino. Sicché si vedeva terra e sole, quindi tutto ciò che faceva [era luce], se pensava, se parlava, se operava, se camminava, i suoi pensieri erano raggi di luce, le sue parole si convertivano in luce, tutto era luce che usciva da Lei, perché essendo la sua piccola terra più piccola del Sole immenso che racchiudeva, i suoi atti si sperdevano nella sua luce. E siccome questa piccola terra della Sovrana Celeste era vivificata, animata e conservata continuamente dal Sole del mio «Fiat», si vedeva sempre fiorita, ma delle più belle fioriture che davano frutti dolcissimi, da attirare i nostri sguardi divini e restare rapiti, ma tanto, che non potevamo fare a meno di guardarla, tanta era la bellezza e la felicità che Ci dava. Tutta bella era la Verginella Immacolata, la sua bellezza era incantevole e rapitrice; basta dire che era un prodigio del nostro Volere, per poter dire tutto. Oh, se le creature conoscessero che significa vivere di Volontà di Dio, metterebbero la vita per conoscerla e vivere in Essa.” (25°, 08.12.1928)
Note:
[1] – L’anima non è mai concepita dai genitori, che generano solo il corpo, ma direttamente creata da Dio. Trattandosi dell’anima di Maria, essa è stata “concepita nei mari di Potenza, Sapienza e Amore che uscirono dalle Tre Divine Persone” (cfr. 8 e 16.12.1922; Pro. 8,22-25), “concepita negli interminabili meriti del Redentore, nelle opere di Dio” (cfr. 8.12.1923). “Il germe umano”, che Dio purificò da ciò che aveva di male, è quello che nell’umanità si trasmette in ogni generazione e nel quale ogni volta Dio infonde l’anima.
[2] – Quindi, Dio creò l’anima immacolata di Maria e purificò il suo “germe umano”, nel quale la infuse; ma il suo corpo lo creò per mezzo dei suoi santi genitori, affinché appartenesse al genere umano.
[3] – Cioè, tutti i membri dell’umana famiglia.