Il Giro dell’anima nella Divina Volontà

Luisa Piccarreta “la Piccola Figlia della Divina Volontà”

La continua preghiera con cui l’anima si unisce alla Volontà Divina in tutte le sue opere per adorarla, benedirla, ringraziarla e amarla, domandando il suo Regno

Responsabile di questa trascrizione, del sottotitolo di copertina, delle note a piè di pagina: Pablo Martín

Il Confessore di Luisa diede il titolo di “Pio Pellegrinaggio dell’anima nella Divina Volontà”

Dichiaro che il testo che segue è trascrizione assolutamente fedele delle pagine originali autografe di  Luisa  Piccarreta. Le correzioni di ortografia, puntuazione, maiuscole, ecc. non sono evidenziate in questa copia. La suddivisione del testo in 24 parti o sezioni si trova già, in qualche modo, nell’originale, fatta con un semplice numero che delle volte si vede sbagliato e corretto; è una divisione evidentemente  posteriore e non sempre segue la logica del contenuto. È difficile dire se i  numeri sono di Luisa. Li ho conservati soltanto  in buona parte:  qualche volta  li ho spostati di qualche rigo e ho dovuto aggiungere i due ultimi,  che mancavano. Ho sottolineato infine alcune parole per aiutare a seguire l’idea principale del paragrafo.

 

Fiat !!!

I.M.I.

Modo pratico ed efficacissimo per fare il giro nella SS.ma Volontà di Dio, per impetrare il Regno del «Fiat» Divino sulla terra

L’anima si eleva nelle braccia del suo Creatore e, gettandosi nel suo seno divino, per unirsi con Lui in tutti gli atti che fece nella Creazione per amor suo, non vuole lascialo solo, ma lo vuole seguire in tutto. Perciò sale alla sua origine, per trovare il suo Principio; fa tutto presente, come se in atto Iddio stesse creando tutte le cose, per dargli in ogni cosa il suo piccolo amore e la sua gloria. E mentre dà il suo primo amore, vuol ricevere tutto l’amore che il suo Creatore sprigiona dal suo seno col suo ‘Fiat’ onnipotente in tutta la Creazione, vuole ricevere il deposito di tutto l’amore e la potenza di Esso nell’anima sua. Perciò, in ogni ‘Fiat’ del suo Creatore corre per ricevere il deposito, per poter dare amore per amore, gloria, adorazione a Colui che tanto la ama e che la vuole sempre con Lui in ogni cosa che fa.

Quindi si porta nell’Eden, per ricevere il primo Fiato di Dio, quell’Alito rigeneratore che sempre genera. Gira per tutti i secoli, per abbracciarli tutti, per supplire per tutti. Gira nei mari della Regina Mamma, per ripetere gli atti suoi e dare al suo Dio, come se fossero suoi, gli atti della Mamma sua. Vola nel concepimento del Verbo e in tutti gli atti che fece nella sua vita, per dare ad ogni atto un atto suo, fosse pure un piccolo atto d’amore, un ‘grazie’, e chiedergli il suo Regno. Lo segue passo passo fino alla sua morte, lo segue fin nel limbo, lo aspetta sul sepolcro per chiedergli il trionfo del Regno della sua Volontà Divina, per la virtù e gloria della sua Resurrezione. Finalmente lo accompagna nella sua Ascensione al Cielo, per pressarlo che ritorni il Regno del ‘Fiat’ Divino sulla terra.

Fiat!  Fiat!  Fiat!

1

Gesù, Vita mia, palpito del mio povero cuore, respiro della piccola anima mia, centro della mia intelligenza, la mia piccolezza s’inabissa in Te, si sperde, e qual piccola bambinella che sono, che non so dare un passo, mi avvinco a Te, mi stringo alla tua mano ed insieme con Te entro nella luce interminabile del tuo Fiat’ Divino.

Andiamo insieme nel seno del nostro Padre Celeste, quando pronunziò il primo Fiat’ e sprigionò tanta luce che non si vedono i confini. Mio Gesù, deh, fa che la tua piccola figlia riceva tutta la virtù, la potenza, la santità, la luce del tuo adorabile Fiat’, affinché non senta in me che la vita di Esso e con la sua vita possa abbracciare tutto, dargli tutto, supplire per tutti e rapirlo sulla terra, perché ritorni di nuovo trionfante a regnare in mezzo alle creature.

Ecco perché, Amor mio, giro nel tuo Volere, per seguire tutti i suoi atti.

Oh, come è bello vedere che la vostra Maestà Suprema pronunzia un Fiat’ e distende il cielo azzurro, con miliardi di stelle smaglianti di luce, ne pronunzia un altro e vi crea il Sole, ne dice un altro ancora e vi crea il vento, l’aria, il mare e tutti gli elementi insieme, con tale ordine ed armonia che rapisce. Mio Gesù, mio Bene, oh, come voglio ricevere in me tutto l’amore che il tuo Fiat’ Divino ebbe nel creare il cielo tempestato di stelle, per poter avere io tanto amore quanto ne ebbe Esso nel crearlo, per poter distendere il mio cielo d’amore verso il Fiat’, ed investendo tutte le stelle col mio amore voglio dare la mia voce al cielo e a tutte le stelle, affinché tutte dicano insieme con me “ti amo”! Venga presto il tuo Regno sulla terra!”. E a gloria perenne del tuo Volere Divino vengo nel cielo, sorvolo tutte le stelle, per adorare e decantare la fermezza divina, il suo Essere incrollabile, affinché renda le creature ferme nel bene e affinché si dispongano a ricevere il Regno della tua Volontà.

Amor mio, seguo il mio giro e vengo nel sole, nell’atto quando il tuo Fiat’ sprigionò tanta luce dal seno della Divinità, che formò questo globo di luce, che doveva abbracciare tutta la terra con tutti i suoi abitatori, per dare a tutti il tuo bacio di luce e d’amore, e col quale doveva abbellire, fecondare, colorire, arricchire ed imperlare tutto con la sua luce. Questo Sole il tuo Fiat’ lo sprigionò per me dal suo seno, per mio amore, ed io voglio ricevere in me tutta questa luce e questo calore con tutti i suoi effetti, per darti anch’io il mio sole ed in esso decantare, amare, glorificare, benedire la tua luce eterna, il tuo amore inestinguibile, la tua rara bellezza, la tua dolcezza infinita, i tuoi gusti innumerevoli. Tutte queste sono proprietà che Tu hai messo nel sole, ed io voglio abbracciarti con la luce del sole, voglio darti i miei baci ardenti col suo calore, voglio animare tutta la sua luce e tutti i suoi effetti con la mia voce, e chiederti dall’alto della sua sfera e fin nel basso dove la luce discende il Regno del tuo Fiat’. Non senti, Amor mio, come la tua Volontà vorrebbe squarciare i veli della luce, per scendere a regnare in mezzo alle creature? Ed io sulle ali della luce del sole ti prego, ti presso, che venga il Regno del tuo Fiat’, e nel centro di questo sole ti prego che scenda la tua luce nei cuori delle creature e vi formi il suo Sole, che scenda il tuo amore e bruci tutto ciò che al tuo Volere non appartiene. Se la tua luce scende in loro acquisteranno la bellezza divina, cesseranno le ire, le amarezze, ed acquisteranno la tua dolcezza; la faccia della terra si cambierà. Come sono contenta, Vita mia, di poterti dire: Sole mi hai dato e sole ti do; ho un sole in mio potere che ti chiede il Regno del tuo Fiat’. Puoi Tu resistere a tanta luce che ti prega? Perciò, presto, presto, o Gesù! Questo sole è il tuo relatore divino. Deh, Amor mio, fa che come la sua luce tocchi le creature, riveli a tutti il Regno del tuo Fiat’, la sua santità, e come aspetta che tutti entrino in esso per renderli felici e santi.

 

2

Vita mia, Gesù, il tuo Fiat’ mi spinge a girare e già sono nel mare. Ma che sento? Sento un mormorio continuo, simbolo del tuo moto eterno, che mai si ferma, ed io entro in quel moto divino che mai cessa, per fare mio quel moto eterno, che col suo moto incessante fa tutto e dà vita a tutti, per dargli tutto e chiedergli per tutti il Regno del tuo Volere.

Vedi, o Gesù? Nel tuo Fiat’ sono nel tuo moto incessante, il quale mi porta al Cielo e mi fa scendere nell’abisso dell’oceano, in modo che dove c’è un moto, una vita, un mormorio, faccio dire a tutti: “ti amo, ti adoro, ti ringrazio, ti benedico, ti glorifico”, ed investendo con la mia voce tutti, il mormorio del mare, il guizzo dei pesci, le onde –ora tumultuanti ed ora pacifiche–, ti chiedo il tuo ‘Fiat’. Non senti, o Gesù, come tutte le gocce d’acqua, con il loro mormorio, come tanti voci dicono ‘Fiat, Fiat’?  Come le onde, con fragore, vorrebbero aprire il seno del mare per fare uscire la tua Volontà che le domina e rinchiudere dentro tutte le creature, perché tutte facciano regnare in loro il Regno del tuo ‘Fiat’? E perciò in questo mare vengo a decantare e ad amare nel suo mormorio il tuo moto incessante, nelle sue onde altissime la tua fortezza e giustizia, nelle acque cristalline la tua purità che non conosce macchia; nel mare tutta la tua Grazia e la tua immensità che tutto involge e nasconde, e ti prego di rendere l’uomo giusto, forte, puro, che viva nascosto e avvolto dalla tua SS. Volontà, affinché corra nel tuo stesso moto, donde uscì.

Vita mia, Gesù, giro nel vento, per amare, lodare, decantare, benedire l’impero della tua Volontà in esso, la sua freschezza refrigerante, la violenza ed impetuosità del vento che atterra, innalza, rapisce altrove ciò che investe… Ora pare che gema ed ora pare che urli, che parli: simbolo dell’amore del tuo Volere Divino che geme nel vento, perché vuole essere riconosciuto, e non vedendosi ascoltato urla, parla con voci arcane, perché vuol regnare, vuole il dominio in mezzo alle creature. Quante belle qualità divine nascondono i veli del vento! Perciò ti prego che con l’impero del tuo Supremo Volere venga il suo Regno in mezzo alle creature ed imperi in modo che nessuna gli possa resistere. Allettale con la sua freschezza, fa uso della sua violenza ed impetuosità, in modo di atterrare l’umano volere, ed innalza e rapisci tutto nel Tuo. Fa ascoltare i tuoi gemiti continui a tutti, che vuoi regnare in mezzo ad essi, e se non ti vedi ascoltato, urla pure, parla forte, con le arcane voci del tuo Volere,  affinché assordati da esse possano tutti arrendersi e riconoscere solo il tuo Santo Volere. Ed io, Amor mio, voglio correre sulle ali del vento, per chiederti in esso che venga il Regno del tuo Fiat’, ed in ogni sua ondata voglio portare a tutti il bacio, le carezze, gli abbracci del tuo Volere Divino, affinché venga la pace e l’uomo ritorni nell’ordine della Creazione, da Dio stabilito.

 

3

Mio Gesù, Cuor mio, tutta la tua Creazione è pregna della tua adorabile Volontà ed  i suoi atti sono innumerevoli in tutte le cose create. Ed io voglio girare in tutto: nell’aria, per imprimere il mio “ti amo” e, come le creature respirano, chiederti la vita del Regno del tuo Volere in esse. Voglio benedire, glorificare e suggellare il mio “ti amo” nell’ordine ed armonia di tutta la Creazione, per portare a tutti l’ordine e l’armonia del Regno della tua Volontà Divina. Voglio sorvolare tutta la terra, per imprimere il mio “ti amosul piccolo filo d’erba, sulle pianticelle, sopra i fiori tutti, sugli alberi più alti, sopra l’altezza dei monti, come nei più cupi abissi, per chiederti dovunque il Regno del tuo Fiat’. Voglio animare tutto, dare la mia voce a tutti, affinché tutti dicano: venga il tuo Volere a regnare!

Senti, o Gesù, la mia voce nel tuo Fiat’ che investe tutto e grida sopra ciascuna cosa creata, che ti prega, ti pressa che venga, venga il Regno tuo, e perciò giro ancora, imprimendo il mio “ti amonell’uccellino che canta, che trilla e gorgheggia, per chiederti insieme col suo canto il ‘Fiat’ del Regno tuo. Suggello il mio “ti amo” nell’agnellino che bela, per chiederti nei suoi belati il Regno tuo; nella tortora che geme, per gemere amandoti e chiederti il tuo Fiat’. Non c’è essere che non intenda investire per ripetere il mio ritornello: Fiat, Fiat’.

Voglio, mio Gesù, penetrare nel centro della terra per deporre il mio cuore in essa, affinché il mio palpito, come palpiti, ti ami per tutti, dia amore a tutti, abbracci tutti e gridi dal centro di essa: Venga il tuo Regno e domini la tua Volontà!

 

4

Gesù, Vita mia, sento che il tuo Amore mi spinge a girare ed il tuo Volere mi chiama e mi vuole insieme a tutti gli atti suoi. Mi pare che non sei contento, se non hai la piccola figlia tua insieme con gli atti della tua Volontà e, ancorché non sappia far nulla, ti contenti che sia spettatrice e ripeta il suo ritornello: “ti amo, ti adoro, ti benedico, ti ringrazio”.

Ed io continuo il mio giro e già sono nell’Eden e ti trovo nell’atto quando Tu, Amor mio, insieme con la Trinità Sacrosanta [1], stai formando il tuo caro gioiello, la bella statua dell’uomo. Con quanto amore lo formi! Quanta bellezza non gli infondi! Di quante tinte di sfumature divine non lo investi! E mentre lo vai formando, lo guardi e riguardi e dici: “Come è bella la statua mia!” E il vostro amore rigurgita, rigurgita forte e, non potendo contenerlo, abbracciate la bella statua, ancora inanimata, ve la stringete forte, forte, al seno e alitandola le date la vita, dandole la vostra somiglianza, riempiendola tanto di Voi stessi, che il vostro caro gioiello, non potendo contenerlo, straripa fuori di sé e forma i suoi mari per amare il suo Creatore. L’amore creato si tuffa con le sue onde altissime nell’Amore creante e si forma una gara d’amore, d’adorazione, di gloria tra il Creatore e la creatura.

Il mio amore freme in quest’atto sì solenne della creazione dell’uomo. Sento la vostra voce creatrice che non finisce di ripetere: “Come è bella la statua da Noi fatta! Come ci alletta e ferisce l’eco del suo amore! Come è dolce e risonante la sua voce! Come sono teneri e forti gli abbracci che ci dà! Come siamo contenti di avergli dato la vita! Sarà il nostro contento, la nostra gioia, il nostro gioco!”. Mio Gesù, nel mio fremito d’amore vengo proprio nell’atto in cui la vostra Maestà Suprema, rigurgitando d’amore, alitava l’uomo e fiatandolo gli infondeva la vita, dandogli la vostra somiglianza e come eredità il tuo Fiat’ Divino. Anch’io voglio ricevere il vostro alito rigeneratore; voglio amarvi e adorarvi con quella perfezione e santità con cui vi amò e adorò il mio primo padre Adamo; voglio i vostri mari d’amore e di luce e, sebbene sono piccola, anch’io voglio formare le mie onde altissime d’amore, con cui giungendo fin nel vostro seno mi tuffo nei vostri mari interminabili, per mettermi in gara col mio Creatore e dargli amore per ricevere altri mari d’amore, e per chiederti in queste onde che venga il tuo Regno, che il tuo Fiat’ sia conosciuto. Entro nell’unità della tua Volontà, in quella stessa unità che possedeva il tuo caro gioiello, affinché una sia la mia volontà con la Tua, uno l’amore, e in questa unità che abbraccia tutto, risuoni la mia voce nel Cielo, investa tutta la Creazione, penetri nei cupi abissi e dica e gridi forte: “Venga il Regno del tuo Volere Divino! Fiat, Fiat Voluntas tua, come in Cielo, così in terra!”. Ed in questa unità di Volontà Divina faccio mia la santità, la gloria, l’adorazione, il ringraziamento dei pensieri, degli sguardi, delle parole, opere e passi di Adamo innocente, per darti la ripetizione degli atti suoi, affinché vedendo in me la vostra Volontà Divina operante, mi concediate che venga il Regno vostro.

In questo Eden c’era sempre festa tra creatura e Creatore; l’uomo era diventato il trastullo divino, la gioia, la felicità più gradita del Padre Celeste. Nell’unità di Volontà Divina che possedeva godeva il primato su tutta la Creazione; quindi, tutto era armonia, ordine, e il cielo, le stelle, il sole, il mare, si sentivano onorati di servire e di ubbidire ai cenni di Adamo. Era il sorriso di tutti, la gioia, il desiderato da tutti. Lui tutto portava al suo Creatore e Dio era tutt’occhi su di lui, per fare che nulla mancasse alla pienezza della sua felicità. Guardandolo solo, lo volle rendere doppiamente felice e, facendolo addormentare nelle sue braccia, in una specie di estasi profonda, gli tolse una costola e formò la donna, dandogli la compagnia simile a lui, per dargli il colmo della felicità. Ed oh, come questa prima madre Eva, stando anch’essa nell’unità del Divin Volere, faceva a gara con Adamo, a chi più poteva formare onde altissime d’amore nel mare che possedevano, per tuffarle nell’interminabilità dei mari divini, per attingere altri mari d’amore, altre grazie divine, in modo che le onde salivano e scendevano e i loro mari si stendevano di più.

Mio Gesù, in questa unità di Volontà Divina immergo la povera anima mia, in queste stesse onde altissime con cui Adamo ed Eva con tanto amore amavano e glorificavano la vostra Maestà adorabile. Non uscirò giammai da dentro di esse, per fare che tutto sia mio: cieli, sole e terra, per deporre ai piedi del vostro trono altissimo tutto l’amore, tutte le lodi, gloria e adorazione che in tutta la Creazione sprigionaste   dal vostro seno adorabile. In queste onde avrò un grido continuo: “Venga il tuo Regno! La tua Volontà sia conosciuta!”

Amor mio, come mi sento felice in questo Eden! Sento la potenza dell’unità della tua Volontà Divina in queste prime creature, che fa uno l’atto loro con quello del Creatore. Questa unità mette in comune tutti i beni tra Dio e loro. Le tue gioie e felicità, o mio Gesù, sono anche loro, ed io, la piccola figlia del tuo Volere, voglio ricominciare la mia vita in questa unità del tuo Volere insieme con i miei padri Adamo ed Eva. In questi mari voglio formare la mia dimora, voglio formare le mie onde di gioie, di felicità, e tuffandole nei tuoi mari eterni voglio darvi gioie e felicità per vederti sempre sorridere, sempre contento.
 

5

Non uscirò mai da questa unità del tuo Fiat’. Voglio seguire passo passo i miei primi progenitori e quando, per loro somma sventura, uscirono da questa unità della tua Volontà per fare la propria e perciò caddero dal più alto nel più basso di tutte le miserie, tanto che Cielo e terra ne furono scossi, perché videro uscire le più belle creature da dentro la Volontà del loro Creatore. Tutti tremarono e Voi stessa, Maestà adorabile, ne aveste tal dolore che vi ammantaste di Giustizia contro di loro, nel vedervi strappare la bella statua, le vostre gioie e i trastulli che vi dava il vostro caro gioiello da dentro la vostra stessa Volontà. Ecco perché, Vita mia Gesù, non voglio uscire dall’unità del tuo Volere Divino, per supplire a ciò che perdettero le prime creature, per togliere loro il marchio del disonore che s’impresse sulla loro fronte perché fecero il proprio volere, e per mantenere con Te le gioie, le felicità, i trastulli che tenevi nei primi tempi della Creazione. Voglio mettere il mio bacio, la mia continua riparazione a quel dolore che fu tanto, che giunse fino a farci ammantare di Giustizia; ed io voglio togliervi il manto di essa e mettervi il manto di pace, di luce, dell’unità della vostra Volontà, e avere un solo grido: “Venga il Regno del tuo Fiat’, ritornino i primi tempi della Creazione, si aprano di nuovo le feste, le gioie, i trastulli tra Te e le creature!” Non ti lascerò, non scenderò dalle tue ginocchia, se non mi dai la parola che di nuovo farai ritornare il Regno della tua Volontà in mezzo alle creature.

Mio Gesù, Vita mia, Trinità adorabile, la vostra piccola figlia non vi lascerà soli nel vostro dolore, nell’unità del vostro Volere. Io non uscirò giammai; prometto e giuro di non fare mai la mia volontà, anzi, la lego ai piedi del vostro Trono per non volerla conoscere, affinché vi faccia solenne e continua riparazione della sottrazione che fecero Adamo ed Eva alla vostra adorabile Volontà. Ed io, nell’unità del tuo Volere, il solo che voglio riconoscere, ed immedesimandomi con Te, Vita mia dolcissima, voglio schierarmi dal primo pensiero che fece Adamo fino all’ultimo pensiero che si farà dalle creature sulla terra, per imprimere su ciascuno il mio ‘ti amo’, la mia riparazione, la gloria a Te, e ad ogni pensiero di esse chiederti il Regno della tua Volontà, che tutte le intelligenze comprendano che significa “Volontà di Dio” e tutti la facciano regnare e dominare.

Nell’unità del tuo Volere voglio schierarmi in ogni sguardo di creatura, bilocarmi in ciascuna parola e suggellare il mio ‘ti amo’ per Te e la mia riparazione, e chiederti il Regno tuo. In ogni opera, passo e palpito voglio dirti: “ti amo e ti riparo  tutti i peccati che fanno”, e chiederti il Regno del tuo Fiat’ Divino.

 

6

In questa unità voglio supplire a tutta la gloria e l’amore che ti avrebbero dato, se fossero vissuti in questa unità del tuo Volere, per tutti quelli che vissero dal principio del mondo fino al Diluvio, per chiederti a nome di queste creature il Regno tuo. Voglio sorvolare nel tuo Volere Divino per rintracciare tutto e tutti. Perciò imprimo il mio ‘ti amo’ nel sacrificio di Abramo e nell’ubbidienza di Isacco, per chiederti per questo sacrificio e per questa ubbidienza il Regno del tuo Volere Divino.

In questa unità del tuo Fiat’ trovo il dolore di Giacobbe, il dolore di Giuseppe e la sua gloria, ed io, suggellando il mio ‘ti amo’ in essi per Te, ti chiedo il Regno tuo. Sorvolo ancora e trovo la potenza dei miracoli di Mosè, la fortezza di Sansone, la santità di Davide, la pazienza di Giobbe –tutte ombre che la tua Volontà gettava sopra di essi–, ed io, suggellando il mio ‘ti amo’ ti domando per tutti questi che regni il tuo Volere Divino.

Vedi, Amor mio, sono gli atti della tua Volontà che vado rintracciando in tutte le creature, per chiederti, per mezzo dei loro stessi atti, che il tuo Fiat’ sia conosciuto, amato e voluto da tutti. Vita mia, Gesù, vedo che il tuo amabile Volere Divino si avvicina di più alle creature e gettando i suoi lampi di luce investe i Profeti e rivela a loro la tua venuta sulla terra, precisando a loro il tempo, il luogo e le circostanze che la avrebbero accompagnata, ed io, sorvolando su ciascun Profeta e su ciascuna rivelazione che Tu fai, investo tutto col mio “ti amo, ti benedico, ti ringrazio” e ti chiedo il Regno del tuo Volere. Ogni promessa che facevi, ogni rivelazione che manifestavi sulla tua venuta sulla terra era un compromesso che facevi, in cui al Regno della tua Redenzione veniva legato il Regno della tua Volontà. Perché dunque, Amor mio, non lo affretti? Tu non sai fare le opere a metà, né dare metà dei tuoi beni. Perciò, presto: se ci hai dato la metà dei tuoi beni compi tutto col far venire il Regno tuo. La tua piccola figlia del tuo Volere non Ti lascerà, giungerà fino a stancarti, e allora cesserà il mio dire, quando vedrò la tua Volontà regnante e dominante in mezzo alle creature.

 

7

Amor mio, sento il tuo Amore rigurgitante in me, vedo che deponi il manto di Giustizia e, atteggiandovi tutte e Tre le Divine Persone a nuova festa, forse più che non faceste nella creazione dell’uomo, mettete fuori di Voi stesse mari di potenza, di sapienza, d’amore e di bellezza indescrivibile, e accentrando tutti insieme questi mari, dal fondo di essi chiamate ed in virtù della vostra parola creatrice date la vita alla piccola Regina, creandola pura, senza macchia e tanto aggraziata di beltà, da rapire Colui stesso che la aveva creata.

Al concepimento di questa Immacolata Regina, le feste si aprono tra il Cielo e la terra, la Creazione tutta gioisce e piega le ginocchia, tutti la festeggiano come loro Regina e anch’io piego le mie ginocchia innanzi a Colei per la quale il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo fanno a gara, or l’uno, or l’altro, a chi la vuole trastullare di più, a chi se la vuole godere maggiormente [2]. E tutte e Tre le Divine Persone non fate altro che rigurgitare d’amore continuamente verso la neonata Regina, non cessate mai di dare nuovi sbocchi di grazie per rendere i suoi mari più estesi ed interminabili. In questa celeste creatura vedete Colei che tutto vi deve dare, di tutto riparare e restituirvi tutta la gloria della Creazione, e perciò, tenendola stretta sulle vostre ginocchia paterne, le manifestate la storia dell’uomo caduto, il vostro dolore, la vostra adorabile Volontà respinta da lui; tutto a Lei affidate. Ed io in questo momento tremo, mio Gesù, sento tanto dolore nel vedere il tuo amabile Volere respinto ed ammiro l’eroismo della piccola neonata Regina, che fa dono del suo volere, vi giura di non volerlo conoscere e, tuffandosi nel tuo Fiat’, lo prende per vita, gli dà il dominio e vi forma il primo Regno del tuo Volere nella sua anima; ed in essa sento il suo continuo ritornello: “Venga il Regno della Redenzione, venga il Verbo sulla terra, venga la pace tra Creatore e creatura! Non scenderò dalle vostre ginocchia paterne, se non mi concedete ciò che vi domando”. Ed ora piange, fino a bagnarvi le vostre mani paterne di pianto, ora vi sorride, ora vi prega e, tuffandosi nei mari da Voi dati, vi porta le gioie, la felicità della vostra Volontà per trionfare su di Voi ed ottenere il futuro Redentore. Oh, quanti stratagemmi d’amore vi faceva la mia Mamma Celeste! Come vi rapiva coi suoi modi incantevoli, tanto che Tu, Amor mio, cedesti alle sue suppliche e sospiri incessanti!

 

8

Vita mia dolcissima, Gesù, porta la piccola anima mia sulle ginocchia paterne del nostro Padre Celeste insieme con la mia Mamma Regina, affinché preghi, pianga, sospiri che venga il Regno del tuo Fiat’ Divino, e coi miei sorrisi d’amore, coi miei baci affettuosi e, vezzeggiando tutte e Tre le Divine Persone, le rapisca con la stessa forza rapitrice del tuo Volere, a concedermi il tuo Regno sulla terra. Anzi, tuffandomi nei mari della Mamma mia, la piccola figlia del tuo Volere Divino vuole formare i suoi piccoli mari nei mari della sua Mamma. La Mamma darà luogo alla figlia sua di poter entrare nei suoi mari, per poter formare i miei nei suoi stessi mari, per poter impetrare il Regno della Volontà Divina, come Lei impetrò il Regno della Redenzione. Perciò, Mamma Santa, dà la mano alla tua piccola figlia e Tu stessa fammi valicare il mare del tuo amore, affinché metta il mio incessante ‘ti amo’ nel tuo mare d’amore e vi formi il mio piccolo mare, per chiedere col mare d’amore della Mamma e della figlia il Regno del tuo Fiat’. Passo nel mare dell’adorazione della Mamma mia, per formare nel suo il mio piccolo mare d’adorazione verso il mio Creatore e chiedergli il suo Regno. Sorvolo nei mari delle sue preghiere, suppliche e sospiri, per formare i miei mari di preghiere, di suppliche e di sospiri, per chiedere con le stesse preghiere della Mamma Celeste il Regno del Fiat’. Mamma mia Regina, i tuoi mari sono interminabili; perciò c’è spazio per mettere i piccoli atti della piccola figlia tua. Perciò, aiutami Tu stessa a mettere nel mare delle tue pene e dei tuoi intensi dolori le mie piccole pene, i miei lunghi anni di letto, le tante privazioni e sacrifici, e poi la pena più trafiggente, delle ripetute privazioni di Gesù, che mi costano morte continua. Mamma mia, unisci tutte insieme queste mie pene, mettile nel mezzo del mare dei tuoi immensi dolori, affinché formi il mio piccolo mare di dolore e col tuo mare di dolore e col mio chieda incessantemente che venga presto il Regno del Volere Divino, che scenda in mezzo alle creature e, trionfante, regni e domini in mezzo a loro.

Mamma mia, non vuoi contentare la tua piccola figlia, di dire insieme con me, di avere un solo amore, una sola Volontà, un solo atto ed una sola voce: ‘Fiat Voluntas tua, come in Cielo, così in terra’? E come con questi mari Tu facesti muovere il Verbo dal Cielo per farlo scendere sulla terra, offrendo il tuo seno dove riceverlo, così con questi mari fai muovere il Fiat’ Supremo dalla sua sede celeste a venire sulla terra, ed io mi offro a riceverlo, affinché resti concepito nell’anima mia e formi il suo Regno in me e da me passi a regnare in tutte le creature.

 

9

Sovrana Mamma mia, sono troppo piccina; non voglio restare senza di Te, affinché in tutti gli atti tuoi unisca i miei per farne uno solo, per chiedere insieme con Te il Regno del Voler Divino. Perciò, nello stesso Fiat’ Divino seguo il Concepimento del Verbo nel tuo seno materno, per mettere in corteggio nel tuo seno tutti gli atti che ho fatto in Esso, il mio continuo ‘ti amo’, le mie piccole pene, affinché, mentre lo concepisci in Te, io gli somministri gli atti miei insieme ai tuoi per farlo concepire, e gli chiedo, per quel grande amore che ebbe nello scendere dal Cielo e chiudersi nella piccola prigione del tuo seno, il Regno della Volontà Divina.

Oh, come Mamma mia, voglio chiudermi nel tuo seno insieme col mio piccolo Gesù, per tenergli compagnia nella solitudine che soffre e guardare tutte le sue pene per seguirle col mio ‘ti amo, ti benedico, ti ringrazio’. E vedo che, siccome il mio Bambinello Gesù incomincia a soffrire agonie e morti continue per quante volte le creature hanno respinto la Volontà Divina non dandole vita nelle anime loro, Essa quindi subiva una morte, e Tu, Gesù, subito vorresti prendere su di Te tutte queste morti, per soddisfare alla Suprema Volontà. Perciò vedo che così piccino agonizzi; mi sento straziare il cuore nel vedere che stai in atto di morire, ed io, tenero mio Bambino, voglio tante volte dar vita al Fiat’ Divino nell’anima mia per quante volte le creature l’hanno respinto; tante volte voglio far morire il mio volere per quante volte esse gli hanno dato vita, e voglio far scorrere nella tua piccola Umanità questa vita della tua Volontà Divina che prendo in me, affinché sia meno straziante l’agonia e la pena di morte che Tu soffri, e chiederti la vita del tuo Fiat’ Divino in tutte le creature.

Carino Bambinello, quante pene Tu soffri nel seno materno della nostra Mamma Regina! Ti vedo immobile, senza poter muovere né un ditino, né un piedino; non hai spazio per poter aprire i tuoi begli occhi, non hai neppure uno spiraglio di luce; tutto è oscurità profonda in questa stretta prigione del seno materno. Ah, tutto mi dice le pene che Tu soffri, l’immobilità in cui hanno messo le creature la tua adorabile Volontà, come sono tutti ciechi per guardarla e conoscerla e come senza di Essa è notte profonda per le loro anime. Ed io, caro mio piccino Gesù, voglio portare la vita della tua Volontà nella prigione stretta della tua prima dimora sulla terra, per formare il giorno nell’oscurità profonda in cui ti trovi; voglio mettere il mio bacio, il mio ‘ti amo’ sulle tue tenere membra senza moto e chiederti, per queste tue pene, che il tuo Volere Divino abbia il moto nelle creature e che con la sua luce metta in fuga la notte dell’umano volere e formi in loro il giorno perenne del tuo Fiat’.

Amabile mio Bambinello, se non ti vinco adesso che sei piccino, per concedermi il Regno della tua Volontà Divina, dimmi Tu almeno, quando ti vincerò? Ma sai, caro Bambinello, questa piccola bambina dell’anima mia vuole vincerti col suo amore, con la potenza e fortezza del tuo Fiat’, e perciò in Esso chiamo in mio aiuto tutti gli atti della tua Volontà Divina, come un esercito formidabile intorno a Te; chiamo tutto il cielo, con tutto l’esercito delle stelle intorno a Te; chiamo il Sole con la forza della sua luce e del suo calore, chiamo il vento con l’impetuosità del suo impero, chiamo il mare con le sue onde fragorose, chiamo la Creazione tutta e, animando tutto con la mia voce, voglio seguire ed imprimere in tutti gli atti tuoi il ‘ti amo’ mio e di tutti, per chiederti il Regno del tuo Fiat’ Divino.

Vedi, mio tenero Bambinello, il corteggio che voglio farti trovare, mentre Tu esci dal seno materno? Tutte le opere tue, come un esercito ordinato intorno a Te, e a tutte fa dire questa piccola piccina: “ti amo, ti amo, ti amo! Ti benedico, ti ringrazio, ti adoro!”, ed insieme con tutti voglio imprimere il mio ‘ti amo’ e il mio primo bacio su quelle tue labbra tremanti, quando uscisti dal seno materno e ti rifugiasti tremante nelle braccia della Mamma Celeste, e Lei ti strinse al suo seno, ti baciò e dandoti il suo latte ti riscaldò e ti quietò il pianto. E come piccina che sono, voglio mettermi anch’io in braccio alla Mamma e sullo stesso suo bacio voglio imprimere il mio; voglio far scorrere il mio ‘ti amo’ nel suo latte, affinché se la cara Mamma ti nutre col suo latte, io ti nutrisco col mio amore. Tutto ciò che ti fa Lei voglio fartelo anch’io. Mio amato Bambino, vedi, non sono sola, ho qui tutto con me: il sole per riscaldarti, tutte le opere tue per quietarti il pianto. Perciò seguo i tuoi vagiti, i tuoi teneri singhiozzi, perché non ti vedi amato, e col mio ‘ti amo’ voglio farti la nenia di ‘ti amo, ti amo’, per farti prendere il sonno, per chiederti, non appena ti vedo svegliato, il Regno del tuo Fiat’.

Mamma mia, aiutami, dì insieme con me all’Infante Divino: “Contenta questa piccola figlia nostra, che non vuole altro e non sospira se non ché la tua Volontà sia conosciuta e regni sulla terra”.

 

10

[Qui segue un brano del 17° Volume e segue ciò che manca in quel Volume]

Mio tenero Bambinello, il mio ‘ti amo, ti benedico, ti ringrazio’ ti segue ovunque per chiederti il tuo Fiat’. In ogni tuo palpito e respiro, nella tua lingua, nella pupilla dei tuoi occhi, come si moltiplicano le gocce del tuo sangue nella tua piccola Umanità intendo imprimere il mio ‘ti amo’, il mio bacio sopra ciascuno dei tuoi santi pensieri, nelle braccia e nelle mani della Mamma Celeste e di S. Giuseppe, affinché quando ti stringono al loro petto Tu senta il mio ‘ti amo’ . Fin nell’alito delle bestie, che fiatandoti ti riscaldano e ti adorano, mute ai tuoi piedi, in quel fiato voglio che Tu senta il mio ‘ti amo’, che ti chiede il tuo Fiat’ Divino.

Mio vezzoso Bambinello, il mio ‘ti amo’ ti segue nel crudo taglio della circoncisione. Voglio lenirlo col mio ‘ti amo’ nel primo sangue che spargesti. In ogni goccia voglio suggellare il mio ‘ti amo’, nelle lacrime che versaste, Tu per la forza del dolore e la Sovrana Regina e San Giuseppe nel vederti soffrire. Quel sangue, quel dolore, quelle lacrime ti chiedono il trionfo del Regno tuo. Caro mio piccino Gesù, voglio stringerti al mio cuore, per mitigarti lo spasimo che soffri, voglio chiudere in questa ferita tutte le volontà umane delle creature, affinché non abbiano più vita e da questa ferita esca la tua Volontà Divina per regnare in mezzo a loro.

 

11

Mio amabile Bambino, mentre ancora ti sanguina la ferita della circoncisione, un altro dolore ti sopraggiunge: un uomo tiranno ti vuole morto, e Tu sei costretto a fuggire in Egitto, per metterti al sicuro; simbolo della perfidia della volontà umana, che perseguita la tua Volontà Divina per non farla regnare. Mio grazioso Bambino, voglio far scorrere il mio ‘ti amo’, i miei baci affettuosi, il mio volere in questo dolore, affinché non abbia più vita, per riconciliare e affratellare l’umana e la Divina Volontà e farne una sola, e per amore di questo tuo intenso dolore chiederti il tuo Fiat’. Perciò seguo i passi della Mamma mia, mentre ti porta fra le sue braccia, e sotto le sue piante, come cammina, voglio farti sentire il mio ‘ti amo’. Perciò lo imprimo passo passo in ogni atomo di terra, in ogni filo d’erba che calpesta, e animandoli con la mia voce voglio farti sentire, sotto le piante della Mamma mia ‘ti amo, ti adoro, ti benedico, ti ringrazio’. E come Tu fuggi per darmi la vita, io voglio mettere la mia per difendere la Tua e chiederti il trionfo della tua Volontà. Mentre Tu fuggi, Amor mio, mi sento straziare il cuore nel vederti piangere e singhiozzare amaramente, nel vederti cercato, non per darti alloggio, ma per farti morire, ed io voglio quietarti il pianto col mio amore; voglio bilocarmi in tutta la Creazione e, per rallegrarti, voglio farti sentire il mio ‘ti amo’ da dentro il mare. E animando con la mia voce tutte le gocce d’acqua, i guizzi dei pesci, voglio farti sentire il ‘ti amo’ dei muti abitatori del mare e la più bella musica d’amore col mio ritornello: voglio il tuo Fiat’. Voglio bilocarmi nella tua Volontà nei monti più alti e nelle valli più profonde, per animare piante, fiori, alberi     e tutto, e farti dire da tutti ‘ti amo, ti amo’. Sulle ali del vento voglio formare le voci più forti e farti sentire che ‘ti amo’, e nelle ondate del vento voglio scoccarti i miei baci ardenti, le mie carezze amorose.

Caro mio piccino, mentre Tu fuggi, di notte e di giorno, Tu sei sempre esposto all’aperto; è giusto che io ci pensi a chiamare tutte le cose create, perché rallegrino il loro Creatore. Perciò chiamo tutta la luce del sole, che bagnando [3] il tuo bel volto ti dice: ‘ti amo’. Chiamo tutti gli uccelli dell’aria, affinché coi loro canti e trilli ti formino le nenie d’amore. Insomma, voglio portarti in Egitto accompagnato col trionfo del mio amore e, per ritornello, ti chiedo il Regno della tua Volontà. Non sono sola, o Gesù, ma tutte le opere tue. Non senti come è bello il mare, il vento, il sole, le stelle che scintillano dicendo ‘ti amo, ti amo’? Il cielo, i monti, le piante, tutti inanimi tra loro gridano quanto più possono “ti amo, ti amo, vogliamo la tua Volontà regnante e dominante!”. E tutto quest’eco risuona nel petto della Mamma Regina e anch’Essa ti dice: “Figlio mio, il mio amore armonizza tutto, riunisce tutto, supera tutto e, penetrando fin nel tuo Cuore, ti chiede il tuo Fiat.

 

12

Mio caro Bambinello Gesù, mentre ti seguo sei già giunto in Egitto e vedo che dovunque ti accompagnano il dolore, le lacrime, l’oblio, l’abbandono di tutti, tanto che sei costretto a entrare in un piccolo abituro, mal riparato, esposto ai venti e alla pioggia; nessuno al mondo ti offre un piccolo alloggio. Oh, come singhiozzi, mio tenerissimo Bambino, nel vedere che la tua piccola Umanità subisce la stessa sorte della tua adorabile Volontà, che nessuno liberamente le offre l’abitazione della sua anima per farla regnare e dominare. Sebbene sta in mezzo a loro, Essa è come raminga e per ben seimila anni chiede alloggio e non lo ottiene, e Tu, Amor mio, piangi per il dolore del tuo Fiat’ Divino.

Ma vedo, mio Celeste piccino, che la nostra Mamma, mentre piange insieme con Te, nasconde le sue lacrime per quietare il tuo pianto ed offre la sua bell’anima come alloggio perenne della tua Divina Volontà. Anch’io seguo il tuo pianto; voglio rasciugare il tuo volto grazioso ed imprimere il mio ‘ti amo’ in ogni lacrima, su quelle labbra tremanti e, singhiozzando, il mio bacio amoroso. Voglio chiederti il tuo Fiat’ ed offro il mio cuore come alloggio perpetuo al tuo eterno Fiat’.

Mio amato Bambino, centro della mia vita, mentre Tu dimori in questo tugurio, voglio seguire tutti gli atti tuoi e quelli della Sovrana Celeste, e mentre ti culla voglio cullarti anch’io e riconciliarti il sonno con la cantilena del mio ‘ti amo, ti amo’. Mentre ti prepara l’abituccio per fasciarti, nel filo che scorre nelle sue dita materne voglio far scorrere il mio ‘ti amo, ti benedico, ti ringrazio, ti adoro’, affinché quando la nostra Mamma Divina ti vesta, Tu senta che la tua veste è tessuta insieme col mio ‘ti amo’ che Ti chiede il tuo Fiat’.

Cuore del mio piccolo cuore, quando moverai i tuoi primi passi vacillanti, voglio imprimere su quella terra il mio ‘ti amo’, affinché si stenda sotto i tuoi piedini, e voglio farti riparo con le mie braccia, affinché se vacilli ti abbracci e ti stringa al mio cuore. Vedo, mio Celeste Bambino, che non appena sei svezzato e da solo cammini [4], piccino, piccino qual sei ancora, ti apparti dalla tua Mamma e, piegando le tue piccole ginocchia sulla nuda terra, con le braccine aperte preghi e piangi per la salvezza di tutti e con sospiri ardenti chiedi il Regno della tua Volontà Divina; ed il tuo cuoricino batte forte, come se volesse scoppiare d’amore e di dolore. Piccolo mio Gesù, lasciami che metta il mio ‘ti amo’ sotto le tue piccole ginocchia, affinché il mio ‘ti amo’ rammollisca la terra e non sia tanto dura alle tue tenere membra; lasciami che imprima il mio ‘ti amo’ in mezzo alle tue manine aperte e sostenga le tue piccole braccia con le mie, affinché non soffra tanto; e mentre io sostengo Te, Tu, carino mio, prendimi fra le tue piccole braccia ed offrimi al Celeste Padre quale piccola figlia della tua Volontà, dandomi la grazia che regni in me ed in tutte le creature.

 

13

Mio Celeste Bambino, il tuo amore ti spinge ad uscire dal piccolo tugurio e i fanciulli d’Egitto, attirati dalla tua beltà, ti fanno ressa intorno, e Tu parli con tanto amore che rapiti ti ascoltano. Mentre li istruisci, finisci col benedirli e corri alla tua Mamma, perché il suo amore fa eco nel tuo Cuore e, chiamandoti, Tu corri nelle sue braccia. Amor mio, voglio seguirti in tutto, voglio far risuonare il mio ‘ti amo, ti adoro, ti benedico, ti ringrazio’ sotto i tuoi teneri passi, nel gestire delle tue manine, nelle tue parole dolci, amabili, rapitrici e piene di vita, nel tuo sguardo affascinante, e chiederti il Regno del tuo Fiat’; e mentre benedici i bambini, benedici la piccola figlia del tuo Volere, col suggellare con la tua benedizione la vita della tua Volontà nella piccola anima mia. Ti seguo, Bambinello Divino, mentre passeggi per i campi e Tu ti diletti a cogliere. Come stendi la mano per cogliere i fiori, ti amo, e sul fiore che cogli voglio ripetere il mio ritornello ‘ti amo, ti amo’ e ti prego di offrire al tuo Celeste Padre il piccolo fiore della piccola figlia della tua Volontà, affinché non conosca, né ami, né voglia che solo il tuo eterno Fiat’.

 

14

Vita mia, Bambino Gesù, vedo che il tuo esilio è finito e ritorni in Nazaret; ed io voglio seguirti passo passo, anzi voglio accompagnarti sotto una pioggia di ‘ti amo, ti adoro, ti benedico’. Perciò chiamo in mio aiuto la luce del Sole, a piovere come luce il ‘ti amo’; lo scintillio delle stelle, a piovere ‘ti amo’; l’impetuosità del vento, a che come geme, urla, fischia, piova ‘ti amo, ti amo’; chiamo tutti gli uccelli dell’aria, affinché ti accompagnino con le loro musiche, canti e trilli dicendo ‘ti amo, ti amo’; chiamo gli agnellini, affinché belino dicendo ‘ti amo’; chiamo il mare, affinché esca dal suo lido per accompagnarti con le onde del ‘ti amo’. Ma sai che vuole la tua piccola figlia con questa pioggia di ‘ti amo’? Che mi conceda il Regno della tua Volontà. E mentre ti chiudi in Nazaret, io mi chiudo con Te, facendo continuare la pioggia del mio ‘ti amo’ per vincerti a via d’amore per darmi ciò che Tu vuoi, ciò che vuole la Regina Mamma e ciò che voglio io: che la tua Volontà sia conosciuta e regni in mezzo alle creature.

Mia Vita, Gesù, già sono con Te nella casa di Nazaret e passo passo voglio seguirti per suggellare il mio ‘ti amo, ti adoro, ti benedico, ti ringrazio’ in ogni cosa che Tu fai e chiederti il Regno del tuo Volere. Se le correnti d’amore corrono tra Te e la tua Mamma, insieme corre il mio ‘ti amo’, per chiedere a Te e alla Mamma Celeste che la tua Volontà sia conosciuta. Se prendi il cibo, v’imprimo il mio ‘ti amo’, per chiederti con esso il cibo della tua Volontà per tutte le creature. Se bevi l’acqua, faccio scorrere il mio ‘ti amo’ in essa, per chiederti che scorra nelle nostre viscere l’acqua pura del tuo Volere, che formi in tutti la circolazione del sangue, che ci faccia sentire in tutte le nostre membra la vita del tuo Volere Divino. Se batti il legno con le tue mani creatrici, batti il legno della mia volontà umana, affinché si converta in luce di Volontà Divina.

Il mio ‘ti amo’ ti segue, se nei tuoi lavori fabbrili prendi nelle tue mani chiodi e martello, per dirti col mio ‘ti amo’: inchioda tutte le volontà umane, affinché diano libertà di vivere al tuo Volere. Se ti ritiri da solo nella tua stanzetta per pregare o per prendere sonno, io non ti voglio lasciare solo, ma voglio mettermi a Te vicino, e se non saprò dirti altro, ti sussurrerò all’orecchio ‘ti amo, ti amo, ti amo, ti adoro’ e ti chiederò con le tue stesse preghiere il Regno del tuo Fiat’ e che assonni col tuo sonno l’umana volontà, affinché non abbia più vita, per poter avere in ricambio la vita solo e sempre della tua Divina Volontà. Mio Divino Gesù, mi sentirei infelice se non ti seguissi in tutto e non ti tenessi occupato con la mia compagnia e a farti sentire il mio ritornello ‘ti amo, ti adoro, ti benedico, ti ringrazio’, per chiederti insieme con gli atti tuoi il Regno del tuo Volere, perché vicino a Te sento gli stessi palpiti tuoi che ciò vogliono e il tuo stesso Volere Divino, che vuol essere conosciuto e dominare in mezzo alle creature.

Perciò ti seguo nell’andare al Tempio, e Tu, involandoti [5] dalla tua Mamma, le desti l’acerbo dolore che per tre giorni Ti smarrì; ed io faccio correre il mio ‘ti amo’ nel dolore della tua Mamma e nel tuo smarrimento, per chiedere che si smarrisca l’umana volontà, in modo che non trovandola ci decidiamo a vivere di Volontà Divina, ed in quella gioia che Madre e Figlio provaste, quando di nuovo vi ritrovaste insieme, più stretti di prima. Il mio ‘ti amo’ ti chiede che le creature non più ti diano il dolore che continuamente ti dà l’umano volere, ma le pure gioie e i contenti ineffabili del tuo Fiat’ Divino regnante in loro.

 

15

Mio celeste sommo Bene, mi affretto a seguirti, altrimenti il tempo non mi basta a seguirti in tutto. Già ti vedo in atto di partire per andare al deserto e dando alla tua Mamma una stretta al tuo Cuore, spasimante d’amore, le dici: “Addio, rimani, o Mamma; ti lascio il mio Fiat Divino al mio posto, come tuo aiuto, come tua vita e come relatore e comunicazione tra Me e te [6]. Il mio Volere ti dirà tutto ciò che farà tuo Figlio e tu mi seguirai in tutto, in modo che, sebbene lontana, Esso ti terrà tanto vicina che ci sentiremo una sola cosa”.

Gesù, dammi la mano e portami con Te, affinché di ciò che Tu fai, nulla mi faccia sfuggire che io non chiuda nel mio ‘ti amo’ per Te, per chiederti il Regno della tua Divina Volontà sulla terra. Perciò, mentre Tu solo cammini, ti seguo passo passo col mio ‘ti amo, ti adoro, ti benedico, ti ringrazio’. In ogni tuo respiro voglio farti respirare il mio ‘ti amo’; ogni tua parola voglio chiuderla nel mio ‘ti amo’; in ogni tuo sguardo voglio farti incontrare il mio ‘ti amo’, e come giungi al Giordano, voglio far scorrere in quelle acque il mio ‘ti amo’, in modo che come S. Giovanni Te le fa scorrere sul capo per battezzarti, Tu senta che la tua piccola figlia non ti lascia solo, ti tiene compagnia col suo ‘ti amo’, facendolo scorrere in quelle acque per chiederti l’acqua battesimale della tua Divina Volontà per tutte le creature, affinché venga il principio del Regno suo. Amor mio, in quest’atto solenne del tuo battesimo, ti chiedo una grazia, che Tu certo non mi negherai: ti prego che con le tue sante mani battezzi la piccola anima mia nell’acqua vivificante e creatrice della tua Divina Volontà, affinché non senta, non veda, non conosca che solo la vita del tuo Fiat’. Ah, sì, ti prego che la mia esistenza non si altro che un solo atto di tua Volontà.

Mio Gesù, dolce mio Amore, ti seguo nel deserto. Il mio ‘ti amo’ non ti lascerà solo in questa solitudine; starò vicino a Te di notte e di giorno e quando ti vedrò afflitto, affannato, spasimante d’amore, pregare e rimpiangere l’isolamento della tua Divina Volontà, che come in un deserto l’hanno disertata la creature. Tu senti al vivo il dolore di questa tua Volontà Divina, che non solo non regna in mezzo alle creature, ma è stata messa come in esilio, e la tua Umanità Santissima piange e prega a nome di tutta l’umana famiglia che le due volontà, Divina e umana, si rappacifichino insieme. La volontà umana la chiama, per farla regnare, e la Divina perdona il lungo esilio in cui l’hanno tenuta le creature. Ed io faccio mie le tue lacrime, le tue preghiere, gli spasimi dell’ardente tuo Cuore, intrecciando tutto col mio ‘ti amo’ ti formo dolci catene d’amore e inanellando tutta la tua Divina Persona voglio costringerti a cedermi  il Regno della tua Divina Volontà sulla terra. Senti, Vita mia, sono i tuoi stessi palpiti, i tuoi sospiri, le tue lacrime, le tue pene, che vogliono e chiedono il Regno del tuo Fiat’; quindi, se non vuoi ascoltare me, ti prego, ascolta Te stesso e dammi la parola che usciamo da questo deserto, col dirmi: “Ah, sì, verrà il Regno del mio Volere sulla terra!”

Mio Gesù, Cuore del mio cuore, vedo che affretti il passo per uscire dal deserto; passi di nuovo dal Giordano, per dare un altro sguardo d’amore al tuo caro Giovanni, versi nel suo cuore torrenti d’amore e di grazie e, frettoloso, raggiungi la tua casa di Nazaret, dove l’amore della Mamma Celeste incessantemente ti chiama. Ed oh, che scena commovente! Madre e Figlio si slanciano, l’uno nelle braccia dell’altro, e fusi insieme formano un solo amore. Perché la Celeste Regina sentiva il bisogno estremo di rivedere suo Figlio; il suo Cuore materno era bruciato per la sua assenza e voleva riversarsi nel Figlio per ricevere la rugiada del suo amore, per non restare consumata nelle fiamme che la divoravano. Il mio Celeste Salvatore Gesù sentiva pure l’estremo bisogno dell’amore della Mamma e perciò corse nelle sue braccia, per dare e ricevere amore. Ed io, con la piccola fiammella del mio ‘ti amo’, investo i vostri casti abbracci, i vostri slanci, gli incendi d’amore di Figlio e Madre, e chiedo a Madre e Figlio il Regno del vostro Volere. Mamma Santa, ripeti insieme con me e prega che la Divina Volontà sia conosciuta e che regni, come in Cielo, così in terra. Ma mentre Madre e Figlio si rinfrancano nel loro amore e prendono vita, si dispongono a privazioni più lunghe. Già il mio Gesù, inarrivabile sempre nel suo amore, riprende la via per uscire nella sua vita pubblica e, dando una stretta più forte al suo Cuore alla Mamma sua per corroborarla, di nuovo parte solo, solo, per spezzare la sua divina parola ai popoli, per formarsi i discepoli ed annunziare il Santo Vangelo.

 

16

Amor mio e Vita mia, Gesù, vedo che prima di incominciare la tua vita pubblica, l’amore del tuo Cuore ardente ti porta ad assistere alle nozze di Cana, insieme con la Mamma tua, ed io seguo i tuoi passi col mio ‘ti amo’. Sento che il tuo Cuore palpita d’amore e di dolore, perché ricordi un altro sposalizio assistito e benedetto da Te nell’Eden, di Adamo ed Eva innocenti. Doppio sposalizio: sposalizio tra la tua Divina Volontà e l’umana; sposalizio tra l’uomo e la donna, in cui davi loro per dote tutta la Creazione e la tua Divina Volontà palpitante nei loro cuori ed in tutte le cose create. Sicché la tua presenza in questo sposalizio, cosa per Te insolita, mi dice che vuoi che la tua Divina Volontà regni e che tutto vuoi riordinare nelle creature. Ed io, o mio Gesù, voglio mettermi a Te vicino, per investire il tuo sguardo dolce, la tua voce melodiosa, i tuoi modi affascinanti col mio ‘ti amo, ti adoro, ti benedico, ti ringrazio’; e per quell’amore che ti spinse a cedere alle suppliche della Sovrana Regina, di fare il miracolo di cambiare l’acqua in vino, ti prego di fare il gran miracolo, anche per amore della tua Mamma Celeste, di cambiare la volontà umana nella Divina e questa regni, come in Cielo, così in terra.

Mamma Santa, tu che tanta premura avesti che Gesù cambiasse l’acqua in vino, per felicitare quegli sposi, deh, ti prego di non lasciar partire Gesù per la vita pubblica, se non ti concede che il suo Volere venga a regnare sopra la terra.

Dolce mio Bene, il mio ‘ti amo’ e la continua cantilena di dirti che voglio che la tua Divina Volontà regni, come in Cielo così in terra, non cesserà mai, e per costringerti voglio seguirti in tutto, per investire tutti gli atti tuoi col mio ‘ti amo’ e metterlo come un esercito formidabile intorno a Te e dentro di Te, che ti sussurri all’orecchio: Dammi il tuo Fiat’, che ti palpita nel Cuore; dammi il tuo Volere, che parla nella tua parola, che opera nelle tue mani, che cammina nei tuoi passi, ed in tutto Te ti dice: Voglio la tua Volontà regnante come in Cielo così in terra. Deh, ascolta la tua piccola figlia, ascolta Te stesso, che tanto ami che viviamo del tuo Fiat’!

 

17

Mio Gesù, cara mia Vita, vedo che parti dalla tua Mamma, ma i vostri voleri non si dividono, e solo, solo parti per incominciare la tua vita pubblica. I tuoi passi sono rivolti a Gerusalemme, per annunziare nel Tempio la tua divina parola e dire apertamente che Tu sei Colui che è il vero Messia, da loro sospirato. Ma quante strette al tuo Cuore, quanti dolori! Al tuo annunzio, invece di gettarsi ai tuoi piedi per riceverti come il loro Celeste Salvatore, ti guardano con occhi torvi, ti ascoltano brontolando, tanto che nessuno si avvicina a Te per dirti “vieni in casa mia”, e Tu resti solo; sei costretto dall’ingratitudine di quella gente a mendicare il pane e a ritirarti fuori dell’abitato solo, solo, di notte, avendo per letto la terra, per tetto il cielo stellato. Le stelle col loro mite scintillio ti fanno compagnia, e Tu passi le notti in lacrime e in preghiera per quelli stessi che non ti vogliono riconoscere. Gesù, Amor mio, vieni nelle mie braccia, affinché prenda ristoro. Voglio piangere e pregare insieme con Te, voglio mettere il corteggio del mio ‘ti amo, ti adoro, ti benedico, ti ringrazio’, nelle pene che soffri, nelle lacrime che versi, nelle tue parole non ascoltate, e il mio ‘ti amo’ davanti, dietro e sotto i tuoi passi, affinché non sentano la durezza della terra ingrata, ma la morbidezza del mio ‘ti amo’, e dirti: Vedi, o Gesù, come soffri? Perciò fa che regni la tua Divina Volontà e le tue pene cesseranno.

Mio Gesù, Vita del mio povero cuore, il tuo amore non si arresta; continui a ritornare nel Tempio e spezzi ai popoli la tua divina parola. E mentre i grandi e i dotti non vogliono riconoscerti, una turba di poveri, d’ignoranti e di sofferenti si stringe intorno a Te, attirati dai tuoi modi affabili e dolci, dalla tua voce rapitrice, ché come parli si sentono ferire il cuore. Sono questi poveri che aprono una vena di felicità nel tuo Cuore, perché Ti senti che almeno puoi consolare, istruire, sanare i poveri, che sono tenuti come il rifiuto della società, e Tu diventi l’amico, il maestro, il medico pietoso dei poveri. Per tutti hai parole di conforto, e non disdegni di toccare le loro membra sofferenti per guarirli.

Te ne vai di città in città, ed io voglio seguire i tuoi passi per segnare col mio ‘ti amo, ti adoro, ti ringrazio, ti benedico’ le vie, le città, e stringendoti spesso al mio cuore ti sussurrerò all’orecchio: dammi il Regno della tua Volontà, e per muoverti a darmelo te lo chiedo per amore degli stessi atti tuoi.

Ma mentre percorri vie e città, uno spettacolo commovente ti si para d’intorno: ciechi, muti, sordi, zoppi, paralitici, lebbrosi, e tutte le miserie umane trafiggono il tuo Cuore Divino. Oh, come fremi! Ti si schianta il Cuore, nel vedere trasformata in miserie e quasi orrida a vedersi quella stessa natura umana, che tanto bella e perfetta uscì dalle tue mani creatrici; tutto effetto della volontà umana degradata, che facendo straripare fuori i suoi cattivi effetti, rende l’umanità infelice.

Deh, Amor mio, ti prego che il tuo Fiat’ ritorni a regnare in mezzo a noi. Se Tu vuoi, puoi, ed Esso metterà in fuga le infelicità che ha prodotto l’umano volere. Perciò faccio scorrere il mio ‘ti amo’ nell’atto in cui dai la vista ai ciechi, affinché acquistino la vista per conoscere la tua Divina Volontà. Quanti ciechi del tuo Volere Divino! La terra è piena di questi poveri ciechi; perciò ti prego che tutti abbiano la vista per conoscere e guardare la tua SS.ma Volontà.

Ma vedo, Amor mio, che passo passo benefichi quella povera gente. Ti si presenta un sordo e Tu, con l’impero della tua voce, gli dai l’udito. Il mio ‘ti amo’ scorre nella tua voce imperante e Ti chiedo che dia l’udito a tanti sordi alla tua Divina Volontà. Un altro passo, e sciogli la lingua ad un muto; quanti muti che non hanno lingua per parlare del tuo ‘Fiat’ Divino! Ed io, prostrata ai tuoi piedi, mi avvinco alle tue ginocchia e, piccina qual sono, non mi distaccherò se non mi concedi il miracolo, che sciolga la lingua a tanti muti, affinché tutti parlino della tua adorabile Volontà. Mio Gesù, il tuo Cuore sente tali strette di dolore per le miserie umane, tutte prodotte dall’umano volere, che mi sembra che vai seminando miracoli per liberarli e darci la grazia di richiamare la tua Divina Volontà a regnare in mezzo alle creature, e perciò raddrizzi gli zoppi, mondi i lebbrosi, sani i paralitici, ed io, mio Celeste Salvatore, ti accompagnerò sempre col mio ‘ti amo, ti adoro, ti benedico, ti ringrazio’. E sai perché ti amo e ti seguo? Perché voglio che raddrizzi chi cammina zoppicando nel tuo Volere, che mondi le umane generazioni dalla lebbra dell’umana volontà, la quale le ha rese deformi d’anima e forse anche di corpo; che sani tanti che sono paralizzati dall’umano volere. Amor mio, l’umana volontà è la seminatrice di tutti i mali; perciò ti prego che Tu faccia il miracolo dei miracoli: che la tua Volontà regni, come in Cielo, così in terra, e tutti i mali cesseranno.

 

18

Amato mio Bene, Tu continui la tua vita pubblica e dovunque spezzi la tua divina parola e consoli gli afflitti. Senti una madre che piange per il suo figlio morto, che va a seppellire. Il tuo Cuore non regge alle lacrime di una madre che piange; ti avvicini alla bara, lo chiami a vita e lo dai alla madre sua. Mio Amore, il mio ‘ti amo’ non ti lascia in quest’atto di dare la vita ad un morto e ti prego di chiamare a vita tante anime morte al tuo Volere Divino e di rasciugare le lacrime della tua Divina Volontà, che sono anche le tue, che più che Madre per tanti secoli piange, che vede tanti figli morti per Essa [7]. Mio Gesù, Vita mia dolcissima, il tuo amore ti fa correre ovunque. Chiamato a risuscitare una fanciulla, non ti neghi e, prendendo la sua mano nella tua in atto di alzarla, la chiami a vita e dici: “La fanciulla non è morta, ma dorme”. Quanti, Amor mio, dormono nel sonno della loro volontà umana, ed io voglio far scorrere il mio ‘ti amo’ nell’atto che stendi la mano per risuscitare la fanciulla e chiederti che stenda la tua destra per richiamarli a vita nel tuo Volere. Non ci vuole altro che un tocco della tua mano creatrice, un atto della tua potenza, per queste anime che sono assonnate nella volontà umana, per formarti il primo drappello del Regno del tuo ‘Fiat’ Divino.

Mio pietoso Gesù, un’altra scena commovente ti aspetta: Marta e Maddalena [8] ti vengono incontro, per dirti che il loro fratello era morto, e piangono, e Tu ti intenerisci tanto che piangi insieme con loro e chiedi che ti portino al sepolcro di Lazzaro. E mentre giungi comandi che si scopra la tomba, e nel vedere che dopo solo quattro giorni si era ridotto irriconoscibile, né si poteva star vicino –tanto era il fetore che tramandava–, Tu fremi, tremi e piangi, e con voce imperante e tremante per la forza  del dolore dici: “Lazzaro, vieni fuori!”, e lo risusciti.

Amor mio, perché piangi e perché tanto dolore nel risuscitare Lazzaro? E Gesù, stringendomi a Sé ed io a Lui, per sentire i suoi palpiti dolenti, facendo risuonare la sua voce nel mio cuore, mi dice: “Piccola figlia mia, Lazzaro morto mi rappresentava tutta l’umanità inveterata nel male e resa cadavere putrefatto dalla volontà umana, la scena reale dei mali di essa, che hanno reso l’umana famiglia insopportabile al mio cospetto (tanto è il fetore che tramanda), mi fece piangere e fremere di dolore, e tu piangi insieme con Me e prega”.

Ah, sì, Vita del cuor mio, piango insieme con Te e voglio investire le tue parole col mio ‘ti amo, ti adoro, Lazzaro, vieni fuori!’, affinché ti induca a ripeterle ad ogni cuore; versando le tue lacrime, come rugiada benefica, ripeti: “Vieni fuori dal sepolcro della volontà umana e rientra nella vita della Divina Volontà”, affinché sentendo l’impero della tua voce, tutti risorgano per formare il Regno del tuo ‘Fiat’.

Mio amabile Gesù, non ti lascerò mai solo e, sebbene non so dirti nulla, so dirti ‘ti amo, ti amo’, e tutti i tuoi atti, passi, parole e lacrime voglio intrecciarli col mio piccolo ‘ti amo’ e chiederti il tuo Fiat’ regnante e dominante. Perciò ti seguo insieme coi tuoi discepoli, e mentre Tu dormi nella barca, simbolo del riposo che vuoi dare a chi vivrà nel tuo Volere Divino, una tempesta mette in timore gli Apostoli e svegliandoti gridano: “Maestro, salvaci, altrimenti periremo!”. Mio Gesù, questo non è altro che la tempesta dell’umana volontà, che innalzando le sue onde minacciose e tempestose nel mare della vita, minaccia di sommergerci. Mio paciere Gesù, col mio ‘ti amo’ grido insieme con gli Apostoli: “Maestro, salvaci, altrimenti periremo!”. Deh, comanda alla tempesta della volontà umana che si calmi, con quello stesso impero con cui comandasti a quella tempesta in cui si trovarono gli Apostoli, e rappacifica volontà umana e Divina, per farci riposare nelle braccia sicure del tuo Fiat’ Supremo.

 

19

Amato mio Bene, vedo che rivolgi i tuoi passi di nuovo a Gerusalemme, ed io ti accompagno col mio ‘ti amo, ti adoro, ti benedico, ti ringrazio’. Ma quale non  è il dolore del tuo Cuore Divino, quando nell’entrare nel Tempio lo vedi profanato, come se fosse un luogo di mercato e non la casa del Padre tuo? E Tu prendi le funi e con dolcezza ed impero divino meni a destra e a sinistra, rovesci tutto sossopra e cacci fuori i profanatori del Tempio. Alla forza del tuo atto imperante nessuno si oppone e tutti fuggono. Mio Gesù, Imperatore Divino, il mio ‘ti amo’ investe quelle funi, per pregarti che le prenda di nuovo per cacciare fuori la nostra volontà umana, che ha profanato il tuo tempio vivo, quali sono le anime nostre. Deh, battila in modo tale che non ardisca di dominare e ceda il suo regio posto alla Divina Volontà.

Amante Celeste, il mio ‘ti amo’ ti segue nell’entrata trionfale che facesti in Gerusalemme. Il mio ‘ti amo’ lo imprimo nei rami delle palme, nei mantelli che gettano ai tuoi piedi, nelle grida di evviva che ti fanno le turbe, per chiederti il trionfo della tua Volontà. Mio Re Divino, il tuo aspetto di conquistatore, di vittorioso, mi sembra che mi vuol dare la lieta novella. Deh, contentami! Dì alla piccola figlia del tuo Volere: “Verrà il Regno del Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra”.   Io non ti lascerò, ti stancherò coi miei ‘ti amo’, fino a tanto che vincendoti mi dirai: Hai vinto, figlia mia; ti prometto che il suo Regno verrà sulla terra, e tu seguimi; il mio amore sente il bisogno della tua compagnia. I miei nemici hanno preso a male le grida di evviva delle turbe e cercano di togliermi la vita. Ed Io, prima di morire, voglio istituire i Sacramenti come ultimo ricordo d’intenso amore per i figli miei e vita perenne in mezzo a loro; e tu, continuerai a chiedermi il mio «Fiat» Divino in ogni sacramento, per ottenere il suo Regno”.

Amor mio, mi stringo a Te e, mentre Tu istituisci i Sacramenti, metto il mio ‘ti amo’ in ogni battesimo, per chiederti in virtù di esso il Fiat Voluntas tua” per ogni battezzato. Il mio ‘ti amo’ lo ripeto nel sacramento della Cresima, per chiederti in ogni cresimando la vittoria della tua Divina Volontà. Il mio ‘ti amo’ suggella il sacramento dell’Estrema unzione, per chiederti in ogni morente un ultimo atto della loro vita nella tua Divina Volontà. Mio Gesù, il mio ‘ti amo’ s’imprime nel sacramento dell’Ordine sacro per chiederti i Sacerdoti del tuo Volere ed il suo Regno in loro. Il mio ‘ti amo’ si stende nel sacramento del Matrimonio, per chiederti famiglie formate nel tuo Fiat’ Divino. Il mio ‘ti amo’ sorge nel sacramento della Confessione, per chiederti in ogni confessione che fanno la morte al peccato e la vita della tua Divina Volontà in loro.

Vita mia, Gesù, il mio ‘ti amo’ non ti lascerà mai, sarà eterno con Te, e perciò lascio il mio ‘ti amo, ti adoro, ti benedico, ti ringrazio’ in ogni Ostia sacramentale, in ogni lacrima segreta che versi in ciascuna Ostia consacrata,in ogni offesa che ricevi e riparazione che fai, per chiedere insieme con Te: venga il Regno della tua Volontà, come in Cielo, così in terra. Mio arciere [9] celeste, da ogni tabernacolo ferisci le umane volontà, stendi le tue catene d’amore, usa tutti i tuoi stratagemmi amorosi per vincere le umane volontà e dacci in cambio la Tua, affinché la nostra volontà sia una con la Tua e come in Cielo così in terra.

 

20

Mio afflitto Gesù, dopo che ti sei lasciato nel Sacramento dell’Eucaristia, bilocando la tua vita in ogni Ostia per scendere in ciascun cuore e metterti a disposizione delle creature, per dirci “Non vi lascio, ma resto con voi tutti, per poter formare il Regno della mia Divina Volontà in mezzo ai miei figli”, il tuo amore resta appagato ed entri nel mare della tua Passione.

I tuoi passi si rivolgono all’orto del Getsemani. Vedo che ti prostri per terra e preghi, ma mentre preghi ti affanni, sospiri, agonizzi e sudi sangue. Tutto ti si fa dinanzi; tutte le pene e tutti i peccati, ciascuno dei quali ha l’impronta dell’arma micidiale dell’umana volontà, che guerreggia un Dio. Ah, sì, l’umano volere, che con le sue armi mette in agonia la Volontà Divina, l’ha tenuta per tanti secoli e la tiene ancora. Mio agonizzante Gesù, il mio povero cuore non regge nel vederti caduto per terra e bagnato nel tuo proprio sangue. È proprio per questo che ti chiedo il Regno della tua Divina Volontà sulla terra, affinché con le sue armi divine sconfigga [10] le armi dell’umano volere e mettendolo in agonia si vendichi giustamente della lunga agonia di tanti secoli; e non dandogli più vita, prenda il suo posto di vita in ogni cuore. Ed io, mio Gesù, prendendoti tra le mie braccia, voglio sollevarti col far scorrere il mio ‘ti amo, ti adoro, ti benedico’ in ogni goccia di sangue che versi, in ogni pena, affanno e sospiro. In ogni peccato che vedi vorrei formarti nubi di ‘ti amo’, affinché la tua vista non guardi altro che il mio ‘ti amo’ e fugga da Te la vista orrenda di tanti peccati, e per chiederti che regni la tua Divina Volontà sulla terra. Senti, o Gesù, ascoltami: se il tuo Volere Divino regnasse, Tu non ti troveresti in tante pene e non soffriresti un’agonia sì straziante. Perciò, prima di lasciare quest’orto dammi la parola, contenta questa tua piccola figlia e dimmi che verrà il trionfo della tua Divina Volontà.

Mio penante Gesù, i tuoi nemici sono già nell’orto, ti legano con funi e catene, ti calpestano sotto i piedi, ti trascinano, ti portano di tribunale in tribunale. Mio Amore, ti seguo passo passo, per segnare tutte le tue pene col mio ‘ti amo’ e chiederti che con le tue funi e catene leghi la nostra volontà ribelle, affinché non più si opponga alla tua Divina Volontà e la renda libera per farla regnare.

Mio Gesù, i tuoi nemici non si danno pace, ti affogano di pene, ti coprono di sputi, ti accusano come malfattore e, condannato a morte, ti mettono in prigione. Mio Prigioniero Gesù, io non Ti lascio; il mio ‘ti amo’ investe quegli sputi, affinché Tu non senta lo sputo, ma il mio ‘ti amo’. Voglio coprirti col mio ‘ti amo’, affinché in tutte le pene e negli insulti che ti fanno il mio ‘ti amo’ ti difenda, ti raddolcisca e si costituisca arma per mettere in fuga i tuoi nemici e convertirli tutti a Te; e nell’oscura prigione in cui ti mettono, il mio ‘ti amo’ ti sia luce e compagnia che ti preghi di liberarci dalla prigione della nostra volontà e ci renda figli liberi del tuo Fiat’ Divino. Mio tormentato Gesù, i tuoi nemici ti sprigionano per riserbarti pene maggiori e avere il barbaro intento di farti morire, e trascinandoti ti conducono ad altri tribunali, a Pilato e ad Erode, il quale, burlandoti, giunge fino a vestirti da pazzo, dandoti pene inaudite. Quanto soffri, Amor mio! Col mio ‘ti amo’ voglio formarti una veste scritta col mio ‘ti amo’ di luce, per eclissare i tuoi nemici, affinché non più ti tormentino, ma ti riconoscano, e pregarti di toglierci la pazzia in cui ci mette l’umano volere, che rendendoci pazzi ci fa perdere la ragione del vero bene, qual è il fare la tua Divina Volontà.

 

21

Mio tormentato Gesù, ti conducono di nuovo a Pilato e nuove pene ti aspettano. Ti condannano ai flagelli, ti spogliano delle tue vesti, ti legano ad una colonna per flagellarti barbaramente, ed io mi abbraccio ai tuoi piedi divini, per segnare col mio ‘ti amo’ ogni colpo che ricevi, ogni brandello delle tue carni che ti strappano, ogni piaga che si forma nel tuo corpo. Voglio gridare ‘ti amo’ e ti prego di spogliarci della veste dell’umana volontà e vestirci della veste della Tua, affinché non sentiamo né vediamo se non il tuo Fiat’ Supremo.

Mio flagellato Gesù, non sono contenti ancora i tuoi nemici. Sei già irriconoscibile; il mio cuore non regge. Vorrei metterti in salvo coi miei ‘ti amo, ti adoro, ti benedico, ti ringrazio’ e chiederti il tuo Fiat regnante sulla terra, unico mezzo per far cessare le tue pene, altrimenti non la finiranno più ed io avrò il dolore continuo di vederti soffrire. Già ti coronano di spine, ti coprono con una lacera porpora, ti mettono una canna in mano, trattandoti da re di burla. Mio Gesù, mia Vita, il mio ‘ti amo’ imperli ogni spina che trafigge la tua testa, e ti prego di toglierci la corona di burla con cui ci ha incoronato l’umano volere, di spogliarci della lacera porpora di esso e, levandoci di mano la canna di tante opere vuote, che ci dà quasi un comando ridicolo, ci metta la corona del tuo Volere Divino, la porpora sana e regale che ci fa distinguere come veri suoi figli, e il vero scettro di comando del tuo Fiat’, che regga e domini le anime nostre.

Mio Re Gesù, il mio ‘ti amo’ segue il tuo amore e, unificandosi insieme, ne forma uno solo, in modo da poter avere tanto amore in mio potere, da poterti far sentire il   mio amore nell’atto in cui risuona nelle tue orecchie la condanna a morte, il grido “crocifiggi, crocifiggi!”; ed io, invertendo [11] il grido “crocifiggi!”, griderò col mio ‘ti amo’ in ciascuna voce, sopra ciascun labbro: “Sia crocifissa l’umana volontà, affinché regni la Tua!”. E per il dolore che soffristi nell’essere condannato a morte, liberaci dalla morte che diamo al tuo Fiat’ nelle anime nostre e fa che muoia la nostra volontà e che il tuo Volere Divino risorga dominante e vi formi il suo Regno in tutti   gli atti nostri.

Amor mio, il cuore non mi regge nel vederti presentare la croce, e Tu la abbracci e te la metti sopra le spalle. Oh, come vorrei coprire tutta la croce col mio ‘ti amo, ti adoro, ti benedico’ e chiederti che, in virtù della tua croce, tutte le pene che il tuo amore invia alle creature portino la virtù del tuo Fiat’ per disporle a ricevere il suo dominio. Oh, come voglio gridare in ogni pena che soffri, in ogni goccia del tuo sangue: Venga il tuo Fiat’! In ogni caduta, in ogni strappo dei tuoi insanguinati capelli, in ogni spinta che ricevi:  ti amo, venga il Regno del tuo Volere!

Mio spasimante Gesù, calpestato e trascinato giungi al monte Calvario. Già ti spogliano delle tue vesti, ti stendono sulla croce e con spasimi inauditi ti crocifiggono. Il mio ‘ti amo’ scorre sopra quelle membra straziate, nelle tue ossa slogate, nelle trafitture dei tuoi chiodi. In tutte le tue pene voglio mettere al primo posto il suggello del mio ‘ti amo’ e chiederti che ci spogli di tutto ciò che impedisce che la tua Divina Volontà risorga in tutti i cuori e che stenda il suo Regno in tutto il mondo.

Crocifisso Gesù, Tu spasimi e agonizzi sulla croce. Il mio ‘ti amo’ suggelli i tuoi spasimi, le strette dolorose del tuo Cuore, le fiamme che lo divorano. Il mio ‘ti amo’ ti sia di refrigerio e smorzi la tua sete ardente. Segno tutte le tue parole che pronunziasti sulla croce col mio ‘ti amo’, e l’ultimo tuo respiro lo ricevo nel mio ‘ti amo’, per chiederti, per le pene strazianti che soffristi sulla croce, di darci la grazia di bruciare di sete di vivere nella tua Divina Volontà; che subendo la tua consumazione nella nostra volontà, essa resti consumata nella tua Volontà, che con la tua morte dia morte al nostro volere ed il tuo ‘Fiat’ riviva in tutti i cuori, trionfi e vittorioso si stenda in tutto il genere umano e vi regni, come in Cielo, così in terra.

 

22

Amor mio, già sei morto. Oh, come vorrei morire insieme con Te, ma non mi è concesso! Fiat, Fiat!… Voglio riceverti nelle mie braccia per chiudere la tua SS.ma Umanità nel mio ‘ti amo’, affinché in tutto ciò che Tu vedi, veda il mio ‘ti amo’, senta il mio ‘ti amo’, tocchi il mio ‘ti amo’. Il mio ‘ti amo’ non ti lascerà mai: il tuo stesso Volere è la vita del mio ‘ti amo’. Ma sai che vuole questa piccola bambina? Che quel Divin Volere che tanto amasti e facesti in tutta la tua vita sulla terra si faccia conoscere a tutte le creature, affinché tutti amino e adempiano la tua Volontà, come in Cielo, così in terra. Questa piccola bambina vuole vincerti in amore, affinché doni la tua Divina Volontà a tutte le creature. Deh, mio Bene, rendi felice questa povera piccina, che non vuole altro che ciò che vuoi Tu, che la tua Volontà sia conosciuta e regni su tutta la terra.

Morto mio Gesù, mentre ho chiuso la tua Umanità nel mio ‘ti amo, ti adoro, ti benedico, ti ringrazio’, formandoti come una sepoltura col mio ‘ti amo’, per chiederti di seppellire la volontà umana, affinché non ritorni a vivere, insieme con la mia e tua Mamma dolente ti accompagno nel Limbo col mio ‘ti amo’ e sono spettatrice di una scena commovente: in questo santo luogo c’è il mio padre Adamo, Abramo, tutti i Patriarchi e Profeti, il caro S. Giuseppe, tutto il popolo buono del-l’Antico Testamento. Oh, come gioiscono nel vederti, e prostrandosi ai vostri [12] santi piedi, ti adorano, ti amano, ti ringraziano. Ma pare che la loro festa non è completa, e tutti in coro, ad unanime voce, incominciando dal primo padre Adamo, ti dicono: “Grazie ti rendiamo di quanto hai fatto e sofferto per noi tutti, ma giacché avete adempiuta la prima parte, qual è quella di redimerci, ti preghiamo di compiere la seconda, che la tua Volontà Divina regni, come in Cielo, così in terra”. Non senti, Amor mio, tante voci a Te care? La stessa Regina dei dolori ti supplica, ed io insieme con Lei: venga, venga il Regno del tuo Volere sulla terra; fa che tutti conoscano la tua adorabile Volontà. Oggi, il giorno della tua morte, è il giorno delle tue vittorie, del tuo trionfo: non vuoi dunque darmi il trionfo della tua Divina Volontà sulle umane volontà? Perciò, fammi sentire la tua voce dolcissima, prima che lasci il Limbo, che mi conceda che regni e domini il tuo Volere, come in Cielo, così in terra.

 

23

Mio vincitore Gesù, vedo che esci dal Limbo con tutto l’esercito di quelle anime giuste e ti avvii al sepolcro per vincere la morte e far risorgere la tua SS. Umanità. Che momento solenne! Perciò voglio mettere il mio ‘ti amo’ sul sepolcro nell’atto che risorgi, in quella luce e gloria che ti circonda, per chiederti la resurrezione della tua Divina Volontà nell’umana volontà. Tutti risorgiamo in Te; non vuoi dunque darmi   ciò che Tu racchiudi? Perciò ti prego, per la tua Resurrezione, di soffiare sopra ciascuna creatura e di atterrare col tuo soffio onnipotente l’umana volontà; che risorga gloriosa   e vittoriosa la Tua.

Mio risorto Gesù, mentre risorgi non te ne vai [13] al Cielo. Ciò mi conferma che il tuo stare risorto in mezzo alle creature per ben 40 giorni è la conferma del Regno della tua Volontà in mezzo ad esse.

Perciò io non ti lascio. Ti seguo passo passo col mio ‘ti amo’ nell’atto che comparisci risorto alla tua Mamma, e per quella gioia che a vicenda godeste ti chiedo il tuo Fiat’, insieme alla Sovrana Regina. Il mio ‘ti amo’ ti accompagna nell’atto che comparisci alla Maddalena e agli Apostoli, per chiederti che la tua Divina Volontà sia conosciuta dai Sacerdoti, come novelli Apostoli, affinché la facciano conoscere a tutto il mondo.

 

24

Il mio ‘ti amo’ ti segue in tutti gli atti che facesti risorto in mezzo ai tuoi, e chiamo Cielo e terra ad accompagnarti nel tuo salire al Cielo e trionfante aprire le sue porte, chiuse per tanti secoli per la povera umanità; ed io metto il mio ‘ti amo’ su quelle porte eternali e ti prego, per quella benedizione che desti a tutti i tuoi discepoli che assistettero alla festa della tua Ascensione in Cielo, di benedire tutte le umane volontà, affinché conoscano il gran bene del vivere nel tuo Volere, e per quell’amore con cui ci apristi le porte del Cielo, di fare che da quelle stesse porte scenda la tua Divina Volontà a regnare sulla terra come regna nel Cielo.

Amor mio, già sei nel Cielo, ed io, se non vedo che il mio piccolo ‘ti amo’ non ti vince per far venire a regnare sulla terra il tuo adorabile Volere, non farò altro che formarti catene di ‘ti amo’ tra il Cielo e la terra. Perciò, lasciami le porte aperte, affinché abbia libero ingresso di venire ai tuoi piedi, nelle tue braccia, ad inanellarti col mio ‘ti amo’, ed io sono certa che ti vincerò e mi darai ciò che Tu vuoi, cioè, che la tua Divina Volontà regni in tutto il mondo.


Note:

[1] – Luisa non si riferisce alla Persona di Gesù (che fa parte della SS. Trinità), ma alla sua SS. Umanità, che lei vede. Gesù “è Immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura, poiché per mezzo di Lui sono state create tutte le cose… Tutte le cose sono state create per mezzo  di Lui e in vista di Lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in Lui” (Col 1,15-17). Adamo (e noi) fu creato ad immagine di Dio in Cristo, come immagine creata di Colui che è l’Immagine Increata del Padre.

[2] – La frase di Luisa si presenta con una sintassi terribile: “Anch’io piego le mie ginocchia innanzi a Colei che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo fanno a gara, or l’uno, or l’altro, a chi la vuole trastullare di più, a chi se la vuole godere maggiormente”.

[3] – Luisa dice “spruzzandoti”.

[4] – Luisa dice: “che non appena ti svezzi da solo a camminare”.

[5] –  Cioè, dileguandoti, sottraendoti.

[6] –  S’impone una vera traduzione della frase di Luisa, che dice letteralmente:  “addio restati oh Mamma; ma ti resto il mio Fiat D. per mio scambio, per tuo aiuto, per tua vita e relatore di comunicazione tra me e te”.

[7] –  Cioè, nei confronti di Essa.

[8] –  Luisa, come Terziaria Domenicana, ebbe il nome di Maddalena. Per Luisa è fuori dubbio che la sorella di Marta e di Lazzaro sia precisamente Maria Maddalena o di Magdala (benché fosse di Betania), come si desume dal confronto tra i vangeli di Luca e di Giovanni.

[9] –  Luisa dice “frecciero”, parola inesistente.

[10] – Luisa dice: “…colle sue armi Divine dà la rotta alle armi dell’umano volere”.

[11] –  Luisa scrive: “impervertendo”, parola inesistente.

[12] –  A questo punto, Luisa, come nei primi volumi,  passa a dare del “Voi” a Gesù, anziché del “Tu”.

[13] –  Luisa dice: “non ti parti al Cielo”.