Soffre adesso il Signore?

Offro il mio piccolo pensiero su questa domanda:

L’eternità è un mistero per noi, ma credo che anche il tempo è un grande mistero.

L’eternità è propria di Dio: Egli è Colui che è, e realizza tutto ciò che vuole in un solo Atto assoluto, nel quale esaurisce ogni possibilità. In un solo Atto fa tutto, senza un “prima” né un “dopo”. In quell’unico Atto del suo Volere (ciò che Luisa chiama il “Fiat” Divino o eterno) ci sono tutti i suoi decreti presenti e in modo ordinato. E siccome il primo decreto è l’Incarnazione del Verbo (e tutti gli altri derivano da questo), ecco che nel farsi uomo, nel farsi creatura, ne risulta il tempo.

Perché il tempo è il modo proprio di esistere e di vivere della creatura. La creatura (angelo oppure uomo) non esaurisce ogni sua possibilità in un solo atto, come Dio, ma passa continuamente da poter fare una cosa a farla un istante dopo: qui c’è il tempo, il “prima” e il “dopo”.

Perciò noi daremo gloria a Dio (parteciperemo della sua Gloria) “nei secoli dei secoli”; così diciamo anziché dire “nell’eternità”. Ogni istante del nostro tempo è presente eternamente nell’Atto unico di Dio, nel Atto del suo Volere. Ogni istante del tempo esiste solo perché Dio lo vuole. Ogni istante del nostro tempo ha valore di eternità; perciò ogni atto di esistenza della nostra vita, sembra a noi che passa, che tramonta, che svanisce nel passato, nel nulla, al ritmo del tic-tac dell’orologio.

Rimane per noi appena un ricordo che svanisce.

Invece, nella vera realtà oggettiva rimane intatta l’intera esistenza. Passato e futuro non esistono per Dio; perciò nella realtà oggettiva non c’è il passato né il futuro, tutto è presente. Ed ecco che, per esempio, la nascita di Gesù o i vari episodi della sua Vita, o la sua Passione e morte, o la sua Resurrezione, non sono soltanto cose storiche, che per noi sono dei ricordi, ma sono realmente presenti e vive, attualissime, nell’Atto unico ed eterno di Dio. Viste dal punto di vista del tempo appartengono al passato; ma viste dal punto di vista di Dio, dell’eternità, sono sempre presenti. In Cielo non ci sono “ricordi”, non ci sono fotografie, filmati o musei per conservare in qualche modo un passato che non abbiamo più; assisteremo in diretta a tutte le scene della nostra vita e di tutta la storia.

Un esempio ci aiuta a comprendere il rapporto tra il tempo e l’eternità. Se vediamo passare un corteo, una processione, una sfilata dalla porta di casa, sulla strada, quando passa il primo guardiamo l’orologio e vediamo che sono, per esempio, le ore 12; quando poi passa l’ultimo sono le 3 del pomeriggio: ecco il tempo, la processione è durata tre ore.

Ma se guardiamo dal terrazzo di un edificio alto, da quando vediamo il primo fino a quando incominciamo a vedere l’ultimo passano solo 20 minuti: il tempo si è accorciato. E se guardiamo dal finestrino di un aereo, vediamo in un solo sguardo l’intera processione, non c’è più distanza di tempo tra il primo e l’ultimo.

Così vede Dio, dall’altezza del suo Essere Supremo: vede in un unico sguardo l’intera storia dell’umanità e di tutta la Creazione, davanti a Lui tutti gli istanti sono presenti e Lui li vuole e li dà esistenza.

A Lui non sfugge neanche una formichina o un atomo o un nostro pensiero…

Per tanto, nel Cielo potremo viaggiare nel tempo, cosa impossibile di fare stando sulla terra, ancora in vita mortale. Potremo assistere a tutti gli episodi della storia dell’umanità, della vita di Nostro Signore e della nostra stessa vita, passata ma non distrutta. Soltanto aspetteremo che arrivino in Cielo i nuovi atti di esistenza buoni delle creature che stanno sulla terra, i loro atti meritevoli, che porteranno nuova luce, gioia e felicità a tutti quanti in Cielo. Per questo dice Gesù a Luisa. “Credi tu che nel Cielo sanno già tutto? Oh, quante cose ancora dovranno conoscere, che daranno loro nuove gioie e felicità!”

Perciò in Cielo continua a trascorrere il tempo (con molte altre velocità, velocissime o lentissime), ma avremo la libertà di visitare qualsiasi momento del tempo passato, per dare al Signore nuovi atti di amore e di gloria e ricevere da Lui nuovi gaudi e felicità. Per questa ragione, ben possiamo comprendere che il Purgatorio si trova precisamente in quei momenti o atti di esistenza della nostra vita dove abbiamo guastato o rovinato il Progetto di Dio per noi in quegli istanti, ed è lì che occorre ripararli, pulirli, aggiustarli, con la necessaria consapevolezza (luce) e dolore, che lascia il posto al vero amore che era mancato.

Insomma: Gesù Cristo è in Cielo con la sua adorabile Umanità glorificata ed è anche presente fisicamente sulla terra nell’Eucaristia, con la stessa sua Umanità (Corpo, Sangue, Anima) e con la sua Divinità. In Cielo è nella felicità, anzi, Egli è la Felicità di tutti; ma ha sempre presente e viva tutta la sua Vita che ha vissuto sulla terra, la sua opera di Redenzione. Perciò Egli rende presente e viva la sua Passione, Morte e Resurrezione in ogni Santa Messa, ed è il suo vero Sacrificio, non un ricordo, ma è “incruento”, perché secondo il tempo, il “nostro” tempo, Egli non soffre più, ma secondo il suo Atto eterno è sempre presente tutto ciò che ha fatto e ha sofferto.

Per questo, se la Madonna mostra le sue lacrime (e lacrime di sangue) mediante alcune sue immagini, ci fa vedere adesso le sue lacrime di allora, versate soprattutto per motivi di adesso. 

Perché quelle lacrime di allora stanno ancora e sempre nell’Atto eterno di Dio, come testimonio e prova del suo amore, e perciò quelle lacrime che allora, sul Calvario, furono segno del suo dolore, adesso che Lei è glorificata in Cielo sono segno del suo amore e sono motivo e causa di sempre nuova gloria e felicità. Insomma, il Mistero rimane davanti a noi, ma è “aperto” e ognuno di noi può penetrare fino a dove Dio gli concede per Grazia sua. Per lodarlo e benedirlo senza fine. Amen.

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