La novità di ciò che Gesù ha manifestato e ha dato a Luisa – parte 1

Qual è il rapporto tra la Rivelazione pubblica e l’annuncio del Regno della Divina Volontà negli Scritti di Luisa?

È necessario dire, prima di ogni altra cosa, che la Rivelazione pubblica si è completata con l’ultima parola dell’Apocalisse: non è possibile aggiungere niente. Ma Gesù stesso ha detto nell’ultima Cena: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di Verità, Egli vi guiderà alla Verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future.” (Gv 16,12-13)

“La Verità tutta intera” è infinita, è Gesù stesso: non finirà mai di rivelarsi a noi.

Lo Spirito Santo “non parlerà da Sé”, cioè non darà un’altra rivelazione, ma “dirà” tutto quello che è già stato rivelato. “E annunzierà le cose future”: non già un profetizzare, ma un proclamare cose che saranno dette e condivise da Dio in futuro.

Lo stesso San Giovanni (prima Lettera, 3,2) dice: “Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando Egli si sarà manifestato, noi saremo simili a Lui, perché lo vedremo così come Egli è”. Queste parole dicono che c’è ancora una cosa non ancora rivelata, che per l’Apostolo era futura. Essa riguarda noi (“ciò che saremo”) e avverrà quando il Signore “si manifesterà”, cioè nella sua Parusia o futura Venuta gloriosa come Re.

La Rivelazione rimane aperta, non per quello che Dio ha voluto manifestare e comunicare all’uomo, ma per quanto l’uomo è capace di comprendere e ricevere.

Aggiungiamo che il Libro è certamente completo, ma occorre anche la Luce per poterlo leggere. E una cosa è la luce delle stelle e della luna (poco si riesce a leggere) e un’altra è la luce del Sole quando arriva il giorno.

Infine il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 66) dice: “L’Economia cristiana, in quanto è Alleanza nuova e definitiva, non passerà mai e non è da aspettarsi alcuna nuova Rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo. Tuttavia, anche se la Rivelazione è compiuta, non è però completamente esplicitata; toccherà alla fede cristiana coglierne gradualmente tutta la portata nel corso dei secoli”.

Queste parole, lungi da essere uno “stop” a quanto il Signore manifesta negli Scritti di Luisa, sono come il “semaforo verde” alla sua manifestazione gloriosa!

Il Regno della Divina Volontà è annunciato nella vita e negli Scritti di Luisa. Gli Scritti di Luisa non sono altro che l’Annuncio del Regno della Divina Volontà, la Via per raggiungerlo, le Verità che lo alimentano in noi e la Vita alla quale ci chiama, per viverla con Dio:

“…Tu devi sapere che Io, nel venire sulla terra, venni a manifestare la mia dottrina celeste, a far conoscere la mia Umanità, la mia Patria e l’ordine che la creatura doveva tenere per raggiungere il Cielo, in una parola, il Vangelo; ma della mia Volontà quasi nulla o pochissimo dissi, quasi la sorvolai, facendo capire che la cosa che più m’importava era la Volontà del Padre mio. Dei suoi pregi, della sua altezza e grandezza, dei grandi beni che la creatura riceve col vivere nel mio Volere, quasi nulla dissi, perché la creatura, essendo troppo bambina nelle cose celesti, non avrebbe capito nulla; solo le insegnai a pregare: «Fiat Voluntas tua, sicut in Coelo et in terra», affinché si disponesse a conoscere questa mia Volontà per amarla e farla, e quindi ricevere i beni che Essa contiene. Ora, ciò che dovevo fare allora, gli insegnamenti che dovevo dare a tutti sulla mia Volontà, li ho dati a te, sicché col farli conoscere non fai altro che supplire a ciò che dovevo fare Io stando in terra, come compimento della mia venuta. Quindi, non vuoi tu che compia lo scopo della mia venuta sulla terra? Perciò lascia fare a Me; Io vigilerò tutto e disporrò tutto, e tu seguimi e sta’ in pace.” (Vol. 13°, 2/6/1921)

“Figlia mia, non temere, Io ti ho cresciuta nel mare e chi vive nel mare non se ne intende di terra. Se si volesse domandare ai pesci come è la terra, come sono i suoi frutti, le piante, i fiori, se avessero ragione risponderebbero: «noi siamo nati nel mare, viviamo nel mare, l’acqua ci nutre, e se gli altri resterebbero affogati, noi [invece] guizziamo. [Il mare] ci dà la vita e, se agli altri esseri gelerebbe il sangue nelle vene, a noi dà il calore. Il mare è tutto per noi, ci serve di stanza, di letto, passeggiamo, siamo i soli esseri fortunati che non devono affaticarsi per trovare cibo; tutto ciò che vogliamo è pronto, a nostra disposizione. Sicché possiamo dire del mare, non della terra; la sola acqua ci serve di tutto e [vi] troviamo tutto». Se invece si domandasse agli uccelli, questi risponderebbero: «conosciamo le piante, le altezze degli alberi, i fiori, i frutti». Direbbero quante fatiche fanno per trovare un seme per nutrirsi, un nascondiglio per ripararsi dal freddo, dalla pioggia.

Similitudine del mare è chi vive nella mia Volontà; similitudine della terra è chi cammina per la via delle virtù. Perciò, vivendo tu nel mare della mia Volontà, non è meraviglia che la sola mia Volontà ti basti per tutto. Se l’acqua serve e fa tanti diversi uffici ai pesci, di cibo, di calore, di letto, di stanza, di tutto, molto più lo può fare in modo più mirabile la mia Volontà; anzi nella mia Volontà le virtù si trovano in grado più eroico e divino. La mia Volontà assorbe tutto e liquefà tutto in sé, e l’anima resta assorbita nella mia Volontà, di Essa si ciba, in Essa cammina, solo Essa conosce e le basta per tutto. Si può dire che tra tutti è la sola fortunata che non deve mendicare un pane, no, ma l’acqua della mia Volontà la inonda di sopra, di sotto, a destra e sinistra, e se vuole il cibo mangia, se vuole la forza la trova, se vuole dormire trova il letto più soffice per riposare; tutto è pronto, a sua disposizione.” (Vol. 13°, 28/9/1921)

“…Il tuo principio fu il mare della mia Passione, perché non c’è santità che non passi per il porto della mia Umanità, anzi ci sono santi che restano nel porto della mia Umanità e altri vi passano oltre; ma poi innestai subito il mare della mia Volontà, e quando ti vidi disposta e mi cedesti il tuo volere, il Mio prese vita in te e il mare scorreva e cresceva sempre, ogni tuo atto in più nel mio Volere era una crescita maggiore. Io poco ti parlai al riguardo, i nostri voleri erano congiunti, insieme, e s’intendevano senza parlarsi, e poi col solo vederci ci comprendevamo. Io mi felicitavo in te e sentivo le delizie del Cielo, niente dissimili da quelle che mi danno i santi che, mentre felicito loro, loro felicitano Me; essendo immersi nel mio Volere non possono fare a meno di darmi gioie e delizie. Ma la mia felicità non era completa, volevo gli altri miei figli a parte di sì gran bene; perciò incominciai a parlarti del mio Volere in modo sorprendente e [per] quante verità, effetti e valori ti dicevo, tanti canali aprivo dal mare a pro degli altri, affinché questi canali dessero acqua abbondante a tutta la terra. Il mio operato è comunicativo e sempre in atto, senza mai fermarsi, ma questi canali molte volte vengono infangati dalle creature, altre vi gettano le pietre e l’acqua non scorre, scorre a stento; non è il mare che non vuole dare l’acqua, né perché non sia limpida non può penetrare ovunque, ma è la parte delle creature che si oppone a sì gran bene. Perciò, se leggeranno queste verità e sono indisposti, non capiranno un’acca, resteranno confusi e abbagliati dalla luce delle mie verità; [ma] per i disposti sarà luce che li rischiarerà e acqua che li disseterà, e non vorranno distaccarsi giammai da questi canali per il gran bene che sentiranno e per la nuova vita che scorrerà in loro. Perciò, anche tu dovresti essere contenta di aprire questi canali a pro dei tuoi fratelli, non trascurando nulla delle mie verità, anche la più piccola, perché, per quanto piccola, può servire ad un tuo fratello per attingere acqua. Onde sii attenta ad aprire questi canali e a contentare il tuo Gesù che ha fatto tanto per te.” (Vol. 13°, 23/10/1921)

“Figlia mia, la santità nel mio Volere non è conosciuta ancora; ecco perché le meraviglie che si fanno, perché quando una cosa è conosciuta, le meraviglie cessano.” (Vol. 13°, 12/11/1921)

“Figlia mia, nella mia Volontà Eterna troverai tutti gli atti miei, come pure quelli della mia Mamma, che coinvolgono tutti gli atti delle creature, dal primo all’ultimo che dovrà esistere, come dentro un manto, e questo manto [è] come formato in due [parti]; una si elevava al Cielo per ridare al Padre mio, con una Volontà Divina, tutto ciò che le creature gli dovevano: amore, gloria, riparazione e soddisfazione; l’altra rimaneva a difesa ed aiuto delle creature.

Nessun altro è entrato nella mia Volontà Divina per fare tutto ciò che fece la mia Umanità.

I miei santi hanno fatto la mia Volontà, ma non sono venuti dentro per fare tutto ciò che la mia Volontà fa e prendere come in un colpo d’occhio tutti gli atti, dal primo all’ultimo uomo, e rendersi attori, spettatori e divinizzatori. Col fare la mia Volontà non si giunge a fare tutto ciò che il mio Eterno Volere contiene, ma scende nella creatura limitato, [per] quanto la creatura ne può contenere. Solo chi entra dentro si allarga, si diffonde come luce solare negli eterni voli del mio Volere e, trovando i miei atti e quelli della mia Mamma, vi mette il suo.

Guarda nella mia Volontà: ci sono forse altri atti di creatura moltiplicati nei miei, che giungono fino all’ultimo atto che deve compiersi su questa terra? Guarda bene, non ne troverai nessuno. Ciò significa che nessuno è entrato. Solo era riservato di aprire le porte del mio Eterno Volere alla piccola figlia mia, per unificare i suoi atti ai miei e a quelli della mia Mamma e rendere tutti gli atti nostri triplici innanzi alla Maestà Suprema e a bene delle creature. Ora, avendo aperto le porte, possono entrare altri, purché si dispongano ad un tanto bene”. (Vol. 15°, 24/1/1923)

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