Che desidera il Signore che facciamo quando lo riceviamo nella Comunione?

Insegnamento del Signore a Luisa Piccarreta, dai suoi Scritti:

Avendo fatto la Comunione, stavo dicendo: “Signore, tienimi sempre stretta con Te, che sono troppo piccina, ché se non mi tieni stretta, essendo piccina posso smarrirmi”.

E Lui: “Voglio insegnarti il modo come devi stare con Me:

Primo, devi entrare dentro di Me, trasformarti in Me e prendere ciò che trovi in Me.

Secondo, quando ti sei riempita tutta di Me, esci fuori ed opera insieme con Me, come se Io e te fossimo una cosa sola, in modo che se mi muovo Io, ti muovi tu; se penso Io, pensa tu alla stessa cosa pensata da Me; insomma, qualunque cosa faccio Io la farai tu.

Terzo, con questo operato insieme che abbiamo fatto, allontanati per un istante da Me e va in mezzo alle creature, dando a tutti e a ciascuno tutto ciò che abbiamo operato insieme, cioè dando a ciascuno la mia vita divina, ritornando subito in Me per darmi a nome di tutti tutta quella gloria che dovrebbero darmi, pregando, scusandoli, riparando, amando.

Ah, sì, amami per tutti, saziami d’amore! In Me non ci sono passioni, ma se potesse stare una passione, quest’unica e sola sarebbe l’amore. Ma l’amore in Me è più che passione, anzi è la mia vita, e se le passioni si possono distruggere, la vita no. Vedi in quale necessità mi trovo di essere amato? Perciò amami, amami”. (Vol 8°, 09.02.1908).

Leggiamo ancora qualcosa di ciò che Luisa ha scritto sulla Comunione:

“Scrivo per ubbidire, ma mi sento crepare il cuore per lo sforzo che metto; ma viva l’ubbidienza, viva la Volontà di Dio. Scrivo, ma tremo, e non so io stessa quel che dico; l’ubbidienza vuole che scriva qualche cosa (su) come mi preparo e come ringrazio Gesù benedetto nella S. Comunione. Io non so dire niente, perché il mio dolce Gesù, vedendo la mia incapacità e che non sono buona a niente, fa tutto da Sé: Lui prepara l’anima mia e Lui stesso Mi somministra il ringraziamento, ed io Lo seguo. Ora, il modo di Gesù è sempre immenso, ed io insieme con Gesù mi sento immensa e come se sapessi fare qualche cosa; ma se Gesù si ritira, io rimango sempre la stupida che sono, l’ignorantella, la cattivella, ed (è) appunto per questo che Gesù mi vuol bene, perché ignorantella e (per)ché niente sono e niente posso, sapendo che a qualunque costo Lo voglio ricevere.

Per non farsi un disonore nel venire a me, ma anzi sommo onore, prepara Lui stesso la mia povera anima, mi dà le sue stesse cose, i suoi meriti, i suoi abbigliamenti, le sue opere, i suoi desideri, insomma tutto Sé stesso; se occorre, anche ciò che hanno fatto i Santi, perché tutto è suo; se occorre, ciò che ha fatto la Mamma SS., e anch’io dico a tutti: “Gesù, fatti onore nel venire in me; Mamma Regina mia, Santi, Angeli tutti, io sono povera, povera: tutto ciò che è vostro mettetelo nel mio cuore, non per me, ma per onore di Gesù”…, e mi sento che tutto il Cielo concorre a prepararmi. E dopo ciò Gesù discende in me… Mi pare di vederlo tutto compiaciuto, vedendosi onorato delle sue stesse cose, e delle volte mi dice: “Brava, brava la figlia mia! Quanto ne sono contento, quanto me ne compiaccio! Dovunque guardo, in te trovo cose degne di Me; tutto ciò che è mio è tuo. Quante cose belle Mi hai fatto trovare!”

Io, sapendo che sono povera, povera, che niente ho fatto e niente è mio, me la rido del contento di Gesù e dico: meno male che Gesù pensa in questo modo; basta che (sia) venuto, e ciò mi basta. Fa niente che mi sono servita della stessa roba sua; i poveri devono ricevere dai ricchi.

Ora, è vero che rimane in me qualche barlume di qua, un altro di là, del modo che Gesù tiene nella Comunione, ma questi barlumi non so riunirli insieme e formarne un preparamento e un ringraziamento… Mi manca la capacità; mi pare che mi preparo in Gesù stesso e Lo ringrazio con Gesù stesso”. (Vol. 9°, 10.04.1910).

“Avendo fatta la Comunione, mi tenevo stretto al cuore il mio dolce Gesù e dicevo: “Vita mia, quanto vorrei fare ciò che facesti Tu stesso nel riceverti Sacramentato, affinché Tu possa trovare in me i tuoi stessi contenti, le tue stesse preghiere, le tue stesse riparazioni”.

E il mio sempre amabile Gesù mi ha detto: “Figlia mia, in questo breve giro dell’Ostia Io racchiudo tutto e, perciò, volli ricevere Me stesso, per fare atti completi che glorificassero il Padre degnamente, (per)ché le creature ricevevano un Dio, e davo alle creature (il) frutto completo della mia Vita Sacramentale; altrimenti (l’Eucaristia) sarebbe stata incompleta, per la gloria del Padre e per il bene delle creature. E perciò in ogni Ostia ci sono le mie preghiere, i ringraziamenti e tutto il resto che ci voleva per glorificare il Padre e che la creatura doveva farmi. Sicché, se la creatura manca, Io in ogni Ostia continuo il mio lavorio, come se per ciascun’anima ricevessi un’altra volta Me stesso. Onde l’anima deve trasformarsi in Me e fare una sola cosa con Me, e fare sua la mia Vita, le mie preghiere, i miei gemiti d’amore, le mie pene, i miei palpiti di fuoco, che vorrei bruciare e non trovo chi si lasci in preda alle mie fiamme. Ed Io in quest’Ostia rinasco, vivo e muoio; mi consumo e non trovo chi si consumi per Me, e se l’anima ripete ciò che faccio Io, mi sento ripetere ciò che faccio Io, come se un’altra volta avessi ricevuto Me stesso, e vi trovo gloria completa, contenti divini, sfoghi d’amore che mi pareggiano, e do all’anima la grazia di consumarsi della mia stessa consumazione”. (Vol. 11°, 24.02.1917).

La Comunione deve essere reciproca; perciò, come il Signore entra nella creatura, così vuole che la creatura entri in Lui.

Come si entra? Con la fiducia di un bimbo che sa che il suo papà tanto lo ama e lo desidera, e con la semplicità propria di Dio e di tutto ciò che Dio fa, come è respirare o aprire gli occhi per vedere, una cosa così semplice e facile, così logica e spontanea. Dicendogli di cuore, per esempio:

“O Signore, come Tu sei in me, nella mia anima e nel mio corpo, così voglio anch’io essere in Te, nella tua Umanità e nella tua Divinità.

“Perciò, Gesù, prendi possesso del mio essere e della mia vita, prendi possesso della mia anima e del mio corpo, del mio intelletto, memoria e volontà, dei miei occhi e del mio udito, della mia lingua e del mio cuore, delle mie mani e dei miei piedi, di ogni pensiero, battito e respiro, dei miei sentimenti, delle mie gioie e delle mie pene, delle mie azioni e dei miei gusti, del mio passato, presente e futuro, della mia vita intera, della mia morte e della mia eternità…

Allo stesso modo, anch’io prendo possesso, Signore, di tutto ciò che è tuo, di ciò che Tu sei: adesso, Gesù, mi appartiene la tua Incarnazione nel seno di tua Madre; mi appartiene la tua Nascita e tutto ciò che Tu facesti nella tua infanzia e nella tua vita occulta a Nazareth; prendo possesso di tutta la tua vita pubblica, faccio mio ogni tuo miracolo, ogni tuo insegnamento, ogni conversione, ogni chiamata a seguirti, ogni sacramento che istituisti… Faccio mia tutta la tua preghiera al Padre, mia è la tua solitudine, mio è la tua stanchezza, mie sono le tue pene, mio è tutto il tuo Amore, il tuo Dolore e tutta la tua Passione… Mi appartengono le tue lacrime, i tuoi sudori, tutto il tuo Sangue e le tue piaghe, mia è la tua Croce e la tua agonia, la tua ubbidienza al Padre, la tua Morte e la tua stessa Resurrezione… Così come pure è per me la tua infinita umiltà, la tua purezza divina, la tua pazienza invitta, la tua fortezza e la tua sapienza, la tua Giustizia e Misericordia e il tuo eterno Amore… Cioè, Tu sei tutto mio, come io sono tutto tuo, nella misura che io mi dono a Te Tu ti dai a me… Grazie, Gesù, per questo cuore nuovo che mi dai: il Tuo! Per poter vivere Tu in me ed io in Te…

E adesso, Signore, andiamo a fare un giro, perché voglio portarti a tutti i miei fratelli e darti a tutti, imitando la nostra Mamma Celeste nella sua Visitazione.

Così voglio portarti a tutti i miei fratelli in questo mondo: a tutti porto la tua Luce, il tuo Amore e la tua Vita. Ai bambini che vengono al mondo e agli agonizzanti che stanno sul punto di morire, agli infermi e ai tribolati, a quelli che sono oppressi dal peso della loro croce, a quelli che ti conoscono e a tutti quelli che ancora non ti conoscono, a quanti vivono in Grazia e a quelli che sono morti nel peccato. Ti porto a quelli che ti amano e ai tiepidi e a quelli che non ti amano, e se non ti vogliono ricevere lo faccio io por essi.

Ti porto alle anime benedette del Purgatorio, per dare sollievo alle loro pene, per inondare con la tua Luce la loro oscurità, per spegnere con il Fuoco del tuo Amore le loro fiamme, per riempire con i tuoi meriti il vuoto dei loro debiti e così consolare il tuo Cuore, che tanto soffre per loro.

Ti porto a tutti i miei fratelli gloriosi del Cielo, agli Angeli e a tutti i beati, per radoppiare la loro felicità e la loro gloria, poiché stando in Cielo non possono fare nuove conquiste né guadagni, mentre lo può fare chi è ancora sulla terra… Voglio fare ad ognuno il regalo di “un altro” Gesù, e innanzi tutto alla nostra benedetta Mamma e Regina, perché Lei ti diede a noi ed è giusto che noi (qualcuno al meno) ti diamo a Lei. Quale maggior atto d’amore possiamo farle?

Ti porto fin d’adesso a tutte quelle creature che ancora non sono venute al mondo, che ancora non esistono nel tempo, alle future generazioni, che il Padre tiene già presenti nell’Atto eterno della sua Volontà: a tutti i miei futuri fratelli, fino all’ultimo uomo che vivrà, a tutti voglio dare anticipatamente la tua conoscenza, la tua Grazia, il tuo Amore e la tua Vita.

E dopo che ti ho dato a tutti, chiedo loro che mi diano tutto ciò che ti devono di gratitudine, di adorazione, di benedizioni, di lodi e di amore, per dare tutto a Te e portarti tutti e tutte le opere delle tue mani, e mettere tutti attorno a Te, per darti il ricambio d’amore da parte di tutti. Per tanto, da parte di tutti ti dico, o Gesù, che ti lodiamo, ti benedeciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie e ti amiamo.

E con la tua stessa Volontà infinita lo intendo fare anche in riparazione per tutte le offese che ricevi ed in sostituzione per tutti gli ingrati e i malvagi che mai lo faranno, affinché il tuo Amore riceva la perfetta corrispondenza che per giustizia gli è dovuta. In questo modo, non voglio che nulla di quanto è uscito con tanto amore dalla tua Volontà non ritorni a Te con altrettanto amore.

Grazie, di avermi chiamato a compiere questo ufficio e di avermi dato la grazia di farlo, grazie, o Gesù!

Altro esempio di come Luisa ringrazia il Signore dopo la Comunione:

– Gesù, ti do il tuo Amore, per ristorare le tue amarezze.
– Ti do il tuo Cuore, per ristorarti delle nostre freddezze, incorrispondenze, ingratitudini e poco amore delle creature.
– Ti do le tue armonie, per rinfrancarti l’udito dagli assordamenti che ricevi con le bestemmie.
– Ti do la tua bellezza, per rinfrancarti delle bruttezze delle anime nostre quando ci infanghiamo nella colpa.
– Ti do la tua purità, per rinfrancarti delle mancanze di rettitudine d’intenzione e del fango e del marciume che vedi in tante anime.
– Ti do la tua immensità, per rinfrancarti delle volontarie strettezze in cui si mettono le anime.
– Ti do il tuo ardore, per bruciare tutti i peccati e tutti i cuori, affinché tutti ti amino e nessuno più ti offenda.
– Ti do tutto ciò che sei Tu, per darti soddisfazione infinita, amore eterno, immenso ed infinito.

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