Come ci accostiamo alla figura di Luisa Piccarreta?

Ci sono atteggiamenti a rischio rispetto a Luisa. Cosa sarebbe Luisa senza la Chiesa? Niente. I suoi devoti non si fanno questa domanda, senz’altro; ma la maggior parte di essi la guardano e l’ammirano fino al punto d’ignorare tutto il resto che lo stesso Artefice, il medesimo Spirito Santo, sta facendo nella Chiesa.

Ciò è dovuto, senza dubbio, ai nostri grandi limiti, per cui non abbiamo il tempo, né la capacità intellettuale, né la possibilità di conoscere tante anime mistiche o carismatiche che Dio ha suscitato, soprattutto in questo secolo. Per dire alcune: Santa Teresa di Lisieux, Santa Faustina Kowalska, la Beata Elisabetta della Trinità, le Serve di Dio Conchita Cabrera, Mons. Luis María Martínez, Martha Robin, Madre Esperanza (di Collevalenza), Suor Josefa Menéndez, Suor Benigna Consolata, Berta Petit, Maria Valtorta, Madre Eugenia Elisabetta Ravasio, l’anonimo autore di “Parole di Cielo” e un lungo eccetera… Ultime, in ordine di tempo, ma non nell’importanza del contenuto (quantunque debbano fiorire e fruttificare in mezzo ad un mondo ostile, in un ambiente ecclesiastico avverso), per esempio: Vassula Ryden e l’anonima autrice dell’Opera della “Divina Sapienza”.

I loro scritti mistici formano un ricchissimo mosaico spirituale, che annuncia i tempi della Misericordia, dell’Amore, della “nuova Pentecoste”, del trionfo dei Sacri Cuori, del Regno di Dio che s’avvicina, dello spirito nuovo filiale, del trionfo della Divina Volontà. Ecco “la Fine dei Tempi”. Poco hanno in comune con un certo tipo di “messaggi” di tipo catastrofista, nei quali, oltre i molti particolari tragici, quello che lasciano nell’animo è un senso sterile di angoscia e di cupo fatalismo, senza che muovano per sé stessi a fare un semplice atto di fiducia e d’amore. Spesso dimenticano di avvertire che, qualora siano autentici, sono sempre condizionati alla libera risposta degli uomini, per essere cancellati o forse dimezzati, anticipati oppure rimandati. Ninive insegna.

Invece, in comune con Luisa hanno molto di più di quanto supponiamo. Negli scritti di Luisa leggiamo molte cose che non sono unicamente sue. Tuttavia, vi è una cosa esclusivamente sua: la missione personale unica ed irripetibile a cui la chiamò il Signore. È la scoperta di che cosa sia “IL VIVERE NELLA DIVINA VOLONTÀ”: cioè, la Divina Volontà che vive ed opera nell’anima e L’ANIMA OPERANTE IN ESSA. Ecco la cosa caratteristica, quella di cui mai nessuno aveva parlato prima.

A partire da Luisa, non c’è dubbio che il Signore ha continuato a manifestarlo a tanti altri suoi figli. È tuttavia sorprendente che, sebbene altri mistici ne abbiano poi scritto e trovandosi tutto questo già nella Sacra Scrittura (in uno stato più o meno “embrionale” ma con eloquenti accenni), il tutto si scopre e si vede in un modo straordinariamente chiaro quando si conosce quello che Luisa ha scritto. Questo è il suo apporto specifico. Dio sia benedetto!

Avverto però un pericolo, a motivo della nostra limitatezza e superficialità: ed è che, nel fare noi una necessaria distinzione, facilmente essa diventa una divisione o una contrapposizione. Inoltre, spesso ci permettiamo di fare con leggerezza dei confronti, mostrando una tendenza a paragonare, a portare per esempio la devozione alla Madonna all’estremo di dire che “la Madonna del mio paese è quella che vale e quella del tuo paese non vale niente”… Siamo abbastanza contaminati di quel complesso “americano” di gareggiare: “il grattacielo più alto del mondo”, “il ponte più lungo”, “la nave più grande”, “l’aereo più veloce”, ecc. E tale quale lo si applica ai Santi, dicendo che “Luisa è la più grande”, e cose simili, spingendole ogni volta più all’estremo, perché è portarla fuori dal suo contesto, isolandola; e per dire che è grande (e non vi è dubbio che realmente lo è) ignoriamo gli altri, facendo capire persino che tutto quello che non sia lei è per noi perdita di tempo… Questo è disonorare lo Spirito Santo, che è l’Autore di ogni opera divina.

Senza rendersi conto, certamente, lo fa capire chi per esempio dice: “…E di che cosa ci parlerà quel Padre? Della Divina Volontà? No?!!!… Oh delusione! Della Passione, della Madonna SS., delle virtù, della Chiesa, dei Santi, dello Spirito Santo…?” Come dicendo: “Non perdiamo il tempo con quelle cose vecchie!” 

È una mentalità che, purtroppo e senza farlo in mala fede, è stata forse trasmessa a catena. Posso affermare che altre persone avvertono lo avvertono e restano turbate e scandalizzate, concludendo che i devoti di Luisa Piccarreta siano degli esaltati, che la mettono quasi all’altezza della Madonna e perfino al di sopra della stessa Chiesa. In effetti, non mancano purtroppo persone esaltate, che, ripeto, non necessariamente sono in mala fede… Noi questo non lo pensiamo sul serio, ma c’è chi lo fa capire per colpa di quell’atteggiamento infantile e, in fondo, arrogante. Questo non è fare un favore a Luisa né alla Divina Volontà, anzi. Quando per misericordia del Signore si incomincia, un poco alla volta, a comprendere dov’è lo sbaglio e il danno che ne risulta –e per questo occorre essere aiutati– allora si deve fare uno sforzo per correggersi, sebbene non sia cosa facile. Ci vuole un po’ di umiltà per dire: Senza dubbio Dio ha fatto qualche cosa di molto grande in Luisa e per mezzo suo, ma io non sono niente di tutto questo e non ho titoli per giudicare lei né autorità per interpretare la sua dottrina, per quanto io la trovi meravigliosa”.

Non dimentichiamo che nei primi dieci volumi degli scritti di Luisa, il Signore non entra ancora nel tema della Divina Volontà, le accenna appena qualche cosa, mentre le parla delle virtù, della sua Passione, dello stato del mondo in rapporto con la sua condizione di vittima, ecc., cioè parte dalla base. Incominciò a parlarle della sua Volontà in modo sistematico quando Luisa aveva 47 anni. Tutto quello di prima non conta? È indispensabile. Non si può salire fino al decimo piano di un palazzo, se non si passa dal primo, dal secondo, ecc. È entusiasmante che adesso il Signore ci offra un ascensore, ma continua ad essere una costante la necessità di passare da quegli altri piani inferiori, che sorreggono i piani superiori; e per quanto bello e vero sia l’ascensore, il Signore non permette che passiamo da un piano all’altro finché non ne prendiamo realmente possesso, ad uno ad uno, abituandoci a vivere in essi. Salire allegramente fino all’ultimo, a curiosare, non gioverebbe a nulla, ci verrebbe la vertigine e dopo un po’ la voglia di scendere e di andarcene a spasso, lontano dal palazzo, pensando con grave errore che tutto quello era soltanto un’illusione… oppure che ciò non sia per noi. Come potrebbe questo essere Volontà di Dio?

Della Divina Volontà, la cosa facile è leggere qualcosa e parlare di Essa. La cosa difficile è alimentare con Essa la propria vita interiore e farla nel silenzio e nell’umiltà, prima ancora di vivere in Essa. Prima di vivere in una casa è necessario fare la casa.

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